giovedì 12 giugno 2008

Croazia - Germania 2-1: 24' Srna, 62' Olic; 79' Podolski

La festa dei croati dopo il gol segnato da Srna. Ap
Chi avesse vinto oggi avrebbe avuto la certezza matematica della qualificazione ai quarti, e i favori del pronostico, vista la deludente prova della Croazia contro l’Austria all’esordio, erano tutti per la Germania di Podolski. Bilić, che non è uno sprovveduto, aveva capito che andare in campo per imporre il proprio gioco contro un avversario di tale caratura era un suicidio tattico. Spazio quindi a Rakitić, che prende il posto del deludente Petrić visto contro l’Austria per un 4-5-1 sulla carta abbottonato ma interpretato da cinque centrocampisti con piedi ottimi, per la gioia dell’infaticabile Ivica Olić, impiegato come unica punta.
Nonostante l’assetto tattico difensivista e l’intenzione di far fare la partita alla Germania, i croati si rendono spesso pericolosi dalle parti di Lehmann, trovando addirittura la rete del vantaggio con Srna – il più propositivo tra i suoi fino a quel momento –, che batte Lehmann in spaccata sul cross dalla sinistra di Pranjić. Il gol, a detta dell’ottimo Bizzotto, «narcotizza» la Germania, eccezion fatta per Podolski, l’unico che non subisce gli effetti del gol croato. Il gol-narcotico fa però effetto ai difensori tedeschi, che al 30’ lasciano Kranjčar libero di colpire il pallone in scivolata all’altezza del dischetto. Per loro fortuna il pallone è alto, come la posizione presa da Ballack, che si spinge sin dietro le due punte Gomez e Klose quando il pallone è in possesso della squadra da lui capitanata, salvo tornare ad aiutare Frings al centro del campo quando i croati tornano in possesso della sfera. Quando però Ballack si dimentica di tornare ad aiutare a centrocampo, la Germania si trova sbilanciata, ed il solito Kranjčar non ne approfitta solo per la buona vena di Lehmann, che gli si oppone, un po’ come iniziano a fare i croati nella propria metà campo alle manovre tedesche, rese di difficile esecuzione dagli uomini di Bilić, spesso interamente dietro la linea di centrocampo. Löw si gioca la carta Odonkor in apertura di ripresa, nel vano tentativo di colpire la difesa croata sulla fascia destra, dove c’è Pranjić, che nel suo club, l’Heerenveen, gioca a centrocampo. L’inserimento di Odonkor fa ben sperare il cittì tedesco solo per i primi dieci minuti, dopo i quali il ritmo cala per la gioia dei croati, che trovano addirittura il raddoppio con Olić, che si avventa sulla respinta del palo trafiggendo Lehmann per la seconda volta. Löw reagisce in maniera sorprendente, togliendo Mario Gomez, un attaccante, ed inserendo Schweinsteiger, un jolly di centrocampo. Il cambio non porta però benefici immediati alla Germania, anzi, evidenzia l’incredibile determinazione dei croati, che hanno in Olić il proprio simbolo: l’attaccante dell’Amburgo è infaticabile, corre dal primo all’ultimo minuto, mette il cuore in tutto ciò che fa in campo. Ed è proprio Olić il primo giocatore sostituito da Bilić: lui non gradisce, si vede, ma non fa una piega e va a sedersi in panchina in favore di un altro attaccante croato che gioca in Germania, Mladen Petrić. Nonostante il cambio in chiave offensiva, la Croazia passa addirittura al 5-4-1 in fase di non possesso, con Rakitić che si improvvisa terzino sinistro. L’abbottonatissimo modulo croato non è impenetrabile, e a dimostrarlo è Podolski, che al 79’ batte Pletikosa e riapre il match, che però la Germania non riuscirà a pareggiare, arrivando a chiudere addirittura in dieci per la sciocca espulsione di Schweinsteiger.
Tra i croati tutti bene, in particolare Srna, Modrić, Olić e Rakitić, a differenza della Germania, dove l’unico a salvarsi è Podolski. Questo successo rilancia le ambizioni della Croazia, la cui scialba prova contro l’Austria è forse da imputare alla preparazione, che può davvero recitare la parte della sorpresa di questo Europeo. La Germania esce invece pesantemente ridimensionata da questo confronto, probabilmente convinta di aver lasciato il ruolo – scomodo – di favorita al Portogallo, probabile avversario proprio dei tedeschi nei quarti di finale.

ANTONIO GIUSTO

Fonte: Europei di calcio 2008

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Che dirti Antonio, sono arrabbiatissimo per la partita di oggi. Oltre al risultato pure per l'atteggiamento.

Purtroppo questa Germania è scarsa e di fronte ad un avversario appena appena più quotato mette in luce tutte le sue enormi lacune.

Gente come Ballack è ormai bollita, Klose sta subendo una involuzione pazzesca...e se a tutto aggiungi un Frings spentissimo ed una difesa colabrodo il gioco è fatto.

Enorme delusione Mario Gomez, già pessimo contro la Polonia e davvero ridimensionato da queste due gare di Europeo...

Speriamo bene per l'ultima gara contro l'Austria dove, sia che i padroni di casa perdano o meno stasera contro la Polonia (stanno già 0-1), non credo accettino di fare le comparse per farci vincere agevolmente...

Si rischia una figuraccia. E se passiamo c'è il Portogallo...

Antonio Giusto ha detto...

L'atteggiamento tedesco è secondo me dettato da Löw, ottimo tecnico, ma come motivatore diversi gradini sotto Klinsmann.

Per quanto riguarda gli uomini in campo, ti do ragione su Ballack e Mario Gomez, entrambi deludenti, non su Klose però: sembra quasi che l'ex attaccate del Werder si stia trasformando in seconda punta, anche a causa della convivenza con Toni nel Bayern: non l'avevo mai visto correre così né tantomento servire i compagni dinanzi alla porta pur se in psozione buona per calciare a rete.

Per quanto riguarda la qualificazione, direi che grandi ostacoli non ce ne saranno: l'Austria il suo punticino l'ha fatto, contro la Germania potrebbe anche dare spazio a chi questo Europeo non l'ha ancora vissuto da protagonista, in modo da lasciarli questo magnifico ricordo per tutta la vita. Contro il Portogallo, però, sarà durissima, e dubito che Jansen e Lahm siano adatti ad opporsi ai vari Ronaldo, Quaresma, Simão e Nani.