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giovedì 24 aprile 2008

Bayern Monaco - Zenit San Pietroburgo 1-1



PARTITA - Dopo tre semifinali europee in cui le emozioni sono state pressoché pari allo zero, eccezion fatta per l’autorete di Riise al 94’ in Liverpool - Chlesea, Bayern e Zenit ci hanno offerto una bellissima partita, ricca di occasioni da entrambe le parti e di ribaltamenti di fronte continui, specie nella ripresa, dopo un primo tempo di marca bavarese con sporadiche apparizione dei campioni di Russia nella metà campo avversaria.
Il Bayern padrone di casa si dispone con il classico 4-4-2, in campo la formazione-tipo a parte Luca Toni, squalificato e sostituito da Lukas Podolski. In porta tra i bavaresi c’è Kahn, unico superstite del Bayern vincitore della Coppa Uefa 1995, davanti a lui Lucio e Demichelis, componenti centrali di una difesa che prevede Lahm a sinistra e Jensen a sinistra. Centrocampo tipo per i freschi vincitori della DFB Pokal (la Coppa di Germania): Schweinsteiger e Ribéry sulle fasce ma con pieno diritto di accentrarsi per formare un 4-2-2-2 con Zé Roberto e van Bommel alle loro spalle. In avanti, Klose fa coppia con Lukas Podolski. Il 4-3-1-2 è invece il modulo scelto da Dick Advocaat, con Malafeev in porta, protetto da Ricksen, Križanac, Shirokov e Širl. Eccezion fatta per il capitano Tymoschuk, tutto il centrocampo, così come l’attacco, è russo. Ai lati di Tymoschuk Denisov a destra e Zyrianov a sinistra compongono il trio alle spalle di Fayzulin, trequartista dietro Arshavin e Pogrebnyak.
Il Bayern parte forte, con Schweinsteiger che si mette in evidenza per la voglia e la foga con cui cerca la porta difesa da Malafeev, non sempre riuscendo ad inquadrare il bersaglio però. Il match cambia quando l’olandese Fernando Ricksen interviene a gamba tesa su Zé Roberto, innescato alla grande da un preciso pallonetto di Lahm. Luboš Michel non ha dubbi nell’ammonire Ricksen (diffidato, salterà il ritorno) e concedere il penalty ai padroni di casa. Sul dischetto si presente Franck Ribéry, che, facendo (erroneamente) affidamento su un tuffo di Malafeev calcia un rigore centrale e poco potente, che il 29enne portiere dello Zenit non fa fatica a respingere. Sulla respinta però il più veloce di tutti è Ribéry, che con il sinistro insacca il pallone facendosi perdonare il precedente errore. Dopo il vantaggio, il Bayern non accenna a mollare la presa sugli ospiti, che subiscono il gioco dei bavaresi - inconcludenti, anche a causa dell’assenza di Luca Toni - fino al 40esimo circa, quando iniziano ad affacciarsi in avanti. Nulla di preoccupante comunque per il Bayern, che va al riposo sull’1-0. Nella seconda frazione il match è più equilibrato, con lo Zenit che cerca il pareggio e il Bayern che vuole chiudere la partita. Ne vengono fuori 15 minuti bellissimi, con continui rovesciamenti di fronte. Al 60’, però un cross teso dal limite sinistro dell’area di rigore che cercava il deludente Pogrebnyak trova la deviazione di Lucio, che batte Kahn e ristabilisce il risultato di parità. Dopo il gol Tymoschuk sale in cattedra, gran parte del merito di quest’1-1 è suo. La gran prova del centrocampista ucraino però non evita l’assalto del Bayern, che dopo l’uscita di Kahn (fastidi muscolari per lui) si getta in avanti sfiorando il 2-1 in più di una occasione, la più ghiotta per Lucio, su cui Malafeev si supera compiendo una parata decisiva ai fini del risultato. Il Bayern però non molla la presa, e dopo il giallo ad Arshavin (che significa squalifica per il ritorno, dove mancherà anche Širl, anche lui diffidato e ammonito da Michel) Hitzfeld si gioca la carta Kroos, inserendo il numero 39 (dalla prossima stagione però giocherà con il numero 10) al posto di Lahm. Poco dopo il cambio però il Bayern rischia addirittura di subire il clamoroso 1-2 da Fayzulin, che dopo un’insistita azione personale nell’area avversaria si vede respingere il pallone sulla linea da Zé Roberto. Il Bayern si getta nuovamente all’attacco, alla ricerca di un preziosissimo 2-1, che non arriva a causa della scarsa mira di Lucio e Podolski. Al ritorno al Petrovsky ai bavaresi saranno necessari un pareggio con due o più reti a testa oppure una vittoria, fortuna che ci sarà Toni (ma forse non Klose, fratturatosi il setto nasale in uno scontro di gioco proprio contro lo Zenit e a rischio per il ritorno).

PROMOSSI
- Tymoschuk è il migliore in campo: partita perfetta per l’ucraino, vero simbolo dello Zenit in questo momento per la gioia di Dick Advocaat. Grande prova anche per Fayzulin tra i biancoblù di Russia, di cui l’ex giocatore dello Spartak Nalchik è il migliore in fase offensiva: suo il cross che causa l’autogol di Lucio e sua la giocata che poteva fruttare allo Zenit il 2-1 al 37esimo. Benissimo anche Malafeev, che oltre a respingere il rigore di Ribéry sfodera diverse altre parate, tra cui spicca quella su Lucio al 79’. Nel Bayern in evidenza Zé Roberto, il migliore tra i suoi, abile nel guadagnarsi il rigore che poi frutterà l’1-0 agli uomini di Hitzfeld ma ancora più decisivo quando, a Rensing battuto, salva sulla linea sul destro di Fayzulin. Bene anche Schweinsteiger, volenterosissimo e davvero pericoloso per Malafeev in alcune occasioni.

BOCCIATI
- La palma di peggiore in campo se la giocando Arshavin e Podolski, ma l’immotivato giallo conquistato dal primo che gli impedirà di saltare il ritorno in cui un contropiedista del suo livello sarebbe potuto essere decisivo fa sì che sia lui il peggiore in campo: oltre al giallo, assente per gran parte del match, pericoloso in una sola occasione. Stesso discorso per Podolski: praticamente inesistente per gran parte del match, il palo esterno finale è l’unica occasione davvero pericolosa da lui creata. Lucio insufficiente solo a causa dell’autogol, anche perché per farsi perdonare ha fatto di tutto. Non ha fatto nulla, invece, Pogrebnyak, mai in partita, il cui unico merito è stato quello di chiamare il cross che ha poi portato Lucio a deviare il pallone della propria porta.

TABELLINO

Bayern Monaco - Zenit San Pietroburgo 1-1
(primo tempo 1-0)
Marcatori:
Ribery (B) al 18' p.t., Lucio (B) autogol al 16' s.t.
Bayern Monaco (4-4-2):
Kahn 6 (dal 22' s.t. Rensing 6); Lahm 6 (dal 35' s.t. Kroos s.v.), Lucio 5.5, Demichelis 6, Jansen 5.5; Schweinsteiger 6.5 (dal 20' s.t. Lell), van Bommel 6, Zé Roberto 7, Ribéry 6.5; Klose 6, Podolski 5.5. (Ottl, Sosa, van Buyten, Schlaudraff). All. Hitzfeld.
Zenit San Pietroburgo (4-3-1-2):
Malafeev 7; Ricksen 5.5, Križanac 6, Shirokov 6.5, Širl 6; Denisov 6.5, Tymoschuk 7.5, Zyrianov 6.5; Fayzulin 7; Arshavin 5, Pogrebnyak 5. (Contofalsky, Radimov, Dominguez, Lee, Gorshkov, Ionov, Tekke). All. Advocaat.
Arbitro:
Michel (Slova.).
Note:
spettatori 66 mila. Ammoniti Ricksen (Z), Fayzulin (Z), Širl (Z), Arshavin (Z) per gioco scorretto. Recuperi: p.t. 2', s.t. 4'.

Rangers - Fiorentina 0-0


PARTITA - La Fiorentina si presenta ad Ibrox in formazione spiccatamente offensiva: Jørgensen e Gobbi terzini, con Ujfaluši, recuperato a tempo di record, di ritorno nella posizione di centrale di difesa, dove fa coppia con Gamberini. A centrocampo un trio di piedi buoni: Liverani al centro, Kuzmanović alla sua destra e Montolivo a sinistra. Davanti c’è il tridente composto da Mutu, Pazzini e Santana. I Gers rispondono con un abbottonatissimo 4-5-1, con Alexander (che sostituisce l’indisponibile McGregor) in porta, davanti a lui da destra a sinistra Broadfoot, Weir, Cuéllar e Papać, a cui spetta il compito in collaborazione con l’intero centrocampo, Novo escluso, di formare una muraglia umana davanti all’ex portiere dell’Ipswich Town. Davanti a tutti Jean-Claude Darcheville.
I Rangers, privi del già citato McGregor oltre che di capitan Barry Ferguson e Thomson -squalificati -, preferiscono lasciare il pallino del gioco in mano alla Fiorentina, abbozzando un timido pressing con Dercheville e un centrocampista a scelta quando il pallone è nella trequarti dei Viola. Il pallone è praticamente sempre tra i piedi dei toscani, che però non riescono a trovare sbocchi offensivi, visto che i Rangers fanno in modo di avere sempre almeno nove giocatori, portiere compreso, dietro la linea del centrocampo. Le uniche opportunità per la Fiorentina giungono dalle fasce, dove però la pessima giornata di Santana, che di fatto preclude alla Fiorentina la possibilità di giungere sul fondo per cercare il cross, porta i viola ad affidarsi a velleitari tentativi di cross dalla trequarti, ad opera di Montolivo, Jørgensen e Kuzmanović. L’assenza di un ariete in attacco poi fa sì che i gigliati non siano mai in grado di rendersi pericolosi dalle parti di Alexander, eccezion fatta per l’invenzione di Mutu (unico lampo del match per il romeno) che smarca Santana davanti al portiere avversario, Alexander, che è però bravo a neutralizzare il pericolo viola in uscita.. Questo infonde un po’ di coraggio ad Ally McCoist, allenatore in seconda ma vera mente tattica dei Gers che cerca di impensierire la difesa viola avanzando Novo sulla trequarti, alle spalle di Darcheville, con Davis che si sposta sulla fascia destra precedentemento occupata dallo spagnolo. La sostanza però non cambia, e un primo tempo privo di emozioni,che ricorda incredibilmente la seconda frazione di Barça - Manchester United di mercoledì sera, si chiude sullo 0-0.
Nella seconda parte di gara i Rangers cercano timidamente la via della rete anche grazie all’inserimento del belga Thomas Buffel, che sostituisce Novo al quarto d’ora della ripresa. Assieme a lui in campo anche l’attaccante gabonese Cousin, che prende il posto di un acciaccato Darcheville. La sostanza però non cambia, con i Rangers che, seppure vivacizzati dall’ingresso in campo di Buffel, non riescono mai ad impegnare seriamente Frey. La più ghiotta occasione del match capita sui piedi Mutu al minuto numero 76, quando il romeno riesce ad inquadrare la porta con una debole punizione dai 25 metri che non impensierisce Alexander. Tanto basta per fornire un’idea sulla - praticamente nulla - spettacolarità del match, che si chiude sul risultato di 0-0 nonostante l’ultimo tentativo di Prandelli che consiste nell’inserire Bobo Vieri (al posto di un deludente Pazzini), che oltre a calcare una punizione sulla schiena di Davis non fa nient’altro.

PROMOSSI - Cuéllar è il migliore in campo: perfetto simbolo della difesa ad oltranza dei Rangers, premiati dal risultato di 0-0, quello che desideravano. Sempre tra gli scozzesi, in evidenza Darcheville, bene finché la precaria condizione fisica probabilmente causata da uno scontro con Ujfaluši intorno al 20’ del primo tempo non lo costringe a lasciare il campo, e Buffel, subentrato a Novo al quarto d’ora della ripresa ed in grado di ravvivare la manovra offensiva dei Gers. Tra i gigliati in evidenza in pochi, su tutti Kuzmanović, il più volenteroso, ed Ujfaluši.

BOCCIATI - Giornataccia per il trio d’attacco della Fiorentina, dove Mutu, apparso assai nervoso, non riesce mai ad impensierire seriamente i difensori dei Gers, favoriti anche dalle pessime serate di Pazzini e Santana, il peggiore tra gli uomini di Prandelli.Insufficiente anche Vieri. Tra i Rangers male (appena sotto la sufficienza, per meglio dire) solo l’algerino Hemdani.

TABELLINO
Fiorentina - Rangers 0-0

Rangers (4-5-1): Alexander 6; Broadfoot 6.5, Weir 6.5, Cuéllar 7, Papac 6.5; Whittaker 6.5, Hemdani 5.5, Davis 6.5, Dailly 6, Novo 6 (dal 15' st Buffel 6.5); Darcheville (dal 15' s.t. Cousin 6). (Smith, Buffel, Boyd, Gow, Webster, Cousin, Faye). All.: Smith 7
Fiorentina (4-3-3): Frey s.v.; Jørgensen 6, Gamberini 6, Ujfaluši 6.5, Gobbi 6; Kuzmanović 6.5, Liverani 6, Montolivo 6.5; Santana 5, Pazzini 5.5 (dal 35' s.t. Vieri 5.5), Mutu 5. (Lupatelli, Kroldrup, Dainelli, Pasqual, Potenza, Osvaldo, Vieri). All.: Prandelli 6.5
Arbitro: Vassaras (Gre)
Note: spettatori 49146. Ammoniti Santana, Gobbi (gioco scorretto), Gamberini (proteste). Angoli 1-3. Recuperi 1', 2'

giovedì 13 marzo 2008

SuperFrey


Dopo la partitissima di ieri contro l’Everton, Frey si stramerita questa compilation a lui dedicata.