martedì 29 novembre 2011

Calcio d'angolo - Il miglior Zlatan d'Italia

Zlatan Ibrahimovic - Milan (Getty Images)


Cento e lode, per l'Ibrahimović bianconerazzurrossonero in Serie A. L'atroce neologismo sta ad indicare che, Zlatan, i suoi 101 gol li ha suddivisi tra Juventus, Inter e Milan. 56 di destro, 16 di sinistro, 10 di testa, 16 su rigore, 3 su punizione, 50 in casa, 51 in trasferta: uno più bello dell'altro. Sull'importanza, non sto a sindacare, perché - sino al confine, non oltre - di gente più decisiva di lui alle nostre latitudini non se ne vede da tempo. Ma qualcosa su cui discutere, per fortuna, c'è: Zlatan Ibrahimović da Rosengård, sobborgo di Malmö, con quale maglia italiana ha dato il meglio?

La prima indossata, quella della Juventus di Moggi e Capello, ci ha forse regalato - di sicuro, secondo il sottoscritto - lo Zlatan più selvaggio, anarchico e di conseguenza spettacolare. Pesava 10 chili in meno di oggi, ubbidiva alla sola legge della strada (applicata al calcio: dribbling, scaramucce e molto altro) e segnava con una costanza sin lì sconosciuta: 16 gol, quanti Mauro Esposito, due in più del capitano Alex. Capello gli intima di sorbirsi - secondo la concezione zlataniana, per me il divino Marco può essere unicamente ammirato - le videocassette di van Basten, lui preferisce ascoltare Raiola: mugugni, e Calciopoli scatena un derby meneghino.

Lo vince l'Inter, nei minuti di recupero. Zlatan glissa sugli scudetti vinti, persi, di cartone o chissà di che altro, e svela: qualche anno prima, sognava la maglia nerazzurra, la stessa di Ronaldo. Ruffianata? No, date un'occhiata qui: http://www.youtube.com/watch?v=jIELSA1ss6s, allo scoccare del sesto minuto. Ora, parola al campo. Nel suo regno, coltiva l'hobby degli scudetti, bisticcia con Mancini e s'innamora di Mourinho. Evolutosi in centravanti - per nulla classico - infila portieri con disarmante facilità, come e quando gli pare: capocannoniere. Del calcio del 2009, però, è stufo: va al Barça, a giocare quello «del 2015». Sappiamo tutti com'è andata a finire.

Il mesto ritorno a Milano dopo l'annataccia catalana lo porta sulla sponda rossonera del capologuogo lombardo. Chi vi ricorda? Sì, proprio il suo idolo Ronaldo. Al Milan, ecco un nuovo, ennesimo Zlatan. Puledro di razza, faticosamente domato, con la maglia della Juventus, all'Inter aveva monopolizzato gioco, gol e scudetti; adesso, a cavallo dei trent'anni, si scopre leader come non mai. Parla, spesso troppo, mai a sproposito, e sfida il colossale Onyewu: l'unico difensore contro cui ha avuto la peggio in Italia. Quest'anno, con ancora qualche giorno di novembre davanti, ha segnato la metà dei gol messi a segno in campionato nella scorsa stagione, giocando però meno di un terzo delle partite, e pareggiato il conto in Europa. Che sia l'anno buono? Uhm...

Dopo tre paragrafi d'analisi, ecco il mio responso alla questione iniziale: il miglior Ibrahimović s'è visto sotto Mourinho, nell'ultima Inter con due Coppe dei Campioni in bacheca. Dominante a dir poco, spietato sotto porta, effettivamente nullo in Champions League ma pur fuori controllo in Serie A. Una gioia per gli occhi, roba da metter da parte la propria fede calcistica.


Antonio Giusto

Fonte: Goal.com

domenica 20 novembre 2011

Calcio d'angolo - È ora di fare «mea culpa»

EPL- Manchester United v Manchester City, Wayne Rooney

Tornato il calcio, quello da tre punti, dopo le barbose amichevoli internazionali, ecco la consueta marea di spunti disseminati per l'Europa. C'è un Rooney che ha smarrito la via del gol: l'ultimo oltre un mese fa, a Galați contro l'Oțelul, mentre in Premier League è a secco dal 18 settembre (3-1 al Chelsea). In Germania, Götze e Reus stanno esplodendo fragorosamente. Ed il Valencia, nella Liga, dà filo da torcere al Real Madrid; Mourinho, a cavallo del fido destriero... Callejón, mantiene però la vetta della classifica. Guardando al nostro orticello, salta invece agli occhi la gran prestazione del mio pupillo Coutinho.

Scriverei volentieri del riccioluto fantasista nerazzurro, ma il doppio zero-a-zero «regalatoci» da Napoli e Lazio al San Paolo e Fiorentina e Milan al Franchi mi induce a riflettere. E, soprattutto, fare «mea culpa». Mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa, perché all'alba del campionato parlavo di Serie A(ll'attacco!). Oltre a pronosticare il Cesena di Giampaolo come sorpresa stagionale. Eccovi le prove: Calcio d'Angolo - La nuova Serie A(ll'attacco!).

Dando un'occhiata alle statistiche, è facile rendersi conto della mia errata previsione. 101 partite disputate, 242 gol segnati appena. La bellezza - sì, come no - di 14 incontri terminati a reti inviolate, e una media gol che è la più bassa dal ritorno - anno di(s)grazia 2004 - della massima serie a 20 squadre. A me, che m'ero illuso al tramonto dell'estate di potermi godere un campionato perlomeno ricco di gol, non rode poi più di tanto per l'errata previsione, ma soprattutto a causa di un campionato il cui livellamento verso il basso è sempre più evidente.


Antonio Giusto


Fonte: Goal.com

domenica 6 novembre 2011

Calcio d'angolo - Ibra e gli scolaretti di Guardiola: a conti fatti, gli sarebbe convenuto studiare di più...



Jag är Zlatan Ibrahimović. Io sono Zlatan Ibrahimović. E voi chi cazzo siete? No, non siamo nello spogliatoio dell'Ajax all'alba del terzo millennio - anche perché questo leggendario siparietto non è mai effettivamente avvenuto - ma sugli scaffali di una qualsiasi libreria: l'uscita dell'autobiografia di Zlatan è imminente. Non chiedetemi di cosa si parli, perché non l'ho - ancora - letta, ma sui giornali non si parla d'altro che dell'odio viscerale nutrito dallo svedesone nei confronti di Pep Guardiola. La principale - forse unica - causa del suo fallimento in blaugrana, secondo Zlatan.

Che, va detto, era arrivato a Barcellona in cambio di Eto'o ed una vagonata di milioni: attendersi che tenesse i piedi per terra era quantomeno ardito, visto il caratterino del figlio di Rosengård. Smanioso com'era di metter le mani sulla Coppa dei Campioni giocando quello che lui stesso aveva definito «il calcio del 2015», Zlatan si sente dire che bisogna mantenere un profilo il più basso possibile. E lasciare il garage Ferrari e Porsche: sacrilegio!, pensa lui, che candidamente dichiara di aver toccato i 325 km/h al volante. Con la polizia alle calcagna, sia ben chiaro.

Poi, c'è Leo Messi. Il cocco della maestra, lo scolaretto - da 202 gol in 287 partite, al 4 novembre 2011 - che chiede di giocare centravanti: lì c'è Zlatan? Guardiola se ne infischia, e asseconda l'argentino che la butta dentro 34 volte (record personale) nella sola Liga. Il mondo si capovolge, per Ibra: non gira più tutto attorno a lui, gira tutto e basta. Attorno al pallone, agli avversari, alle invezioni di Xavi, le magie di Iniesta ed i gol di Messi. Non i suoi, che col tiqui-taca non c'entra assolutamente nulla. La butta dentro, per carità, anche se meno di un debuttante Pedro, ma sbaglia tanto, troppo, davanti alla porta e lontano da essa. Contro il Villarreal finisce in panchina, e Pep gli regala cinque minuti appena: «Mister!», «Sì?», «Vaffanculo».

Contorno dal sapore speciale, anzi, Special: «Sei senza coglioni, ti caghi addosso davanti a Mourinho. Rispetto a lui non vali un cazzo». Questo l'aggiunge Zlatan, io aggiungo che: Mourinho era stato «tradito» da Zlatan, fuggito in Spagna alla ricerca di un successo continentale che - a suo dire - l'Inter non avrebbe mai potuto garantirgli; lo stesso Mourinho, in quel fausto (per i tifosi interisti) 2009-10, fece fuori il Barça in semifinale di Champions League. Una volta rispedito al mittente - ovvero, la Serie A - il pacco-Ibrahimović, ecco di nuovo Pep e la sua classe di bravi scolaretti in cima all'Europa.

A conti fatti, quindi, è Zlatan quello che è tornato in Italia con la coda fra le gambe. Quelli lì, invece, sono ancora i più forti del globo. La filosofia di Guardiola paga, come confermato dagli scolaretti. Secchioni, forse, ma anche a Ibrahimović sarebbe convenuto studiare un - bel - po' di più.

Antonio Giusto

Fonte: Goal.com

venerdì 4 novembre 2011

Fai un gol per la ricerca con ChampionsVille!



ChampionsVille è il nuovo gioco su Facebook di AIRC dedicato al calcio, realizzato in occasione della Giornata per la Ricerca sul Cancro 2011.

Fai anche tu un gol per la ricerca! Entra nello stadio di AIRC accolto da Fabio Caressa, che ti aiuterà nelle varie fasi di gioco, allenati e poi inizia subito la partita.

L’obiettivo è quello di fare più gol possibili nel tempo a disposizione, così da salire in vetta alla classifica del campionato AIRC. I primi dieci con il punteggio più alto potranno vincere il pallone ufficiale della Serie A autografato da Del Piero, Pato e Zanetti.


Gioca a ChampionsVille, condividi il risultato della partita sul tuo profilo Facebook e sfida i tuoi amici! Fai un gol per la ricerca!