giovedì 25 dicembre 2008

Buon Natale

http://www.northcoastfootball.com.au/images/Santasoccer07.jpg
Buon Natale, lettori di Calcio d'angolo.

giovedì 18 dicembre 2008

Beckham, l'improbabile medicina rossonera

Un anno fa circa, consigliavo al Milan di spendere i – molto, molto presunti – 60 milioni destinati all’acquisto di Ronaldinho per ringiovanire la squadra, che appariva ormai ben avviata sulla via del tramonto. Il dentone brasileiro è arrivato, al «modico» prezzo di 20 milioni di euro. In sede di mercato, poi, sono stati spesi altri 30 milioni circa. Per rifondare la squadra? No, affatto. A Milanello sono arrivati giocatori apparentemente bolliti rivelatisi comunque dignitosi (Zambrotta), del tutto bolliti (Sheva), infortunati perenni (Senderos), presunti giovani fenomeni (Cardacio e Viudez, sponsorizzati da Fonseca, oltre a Borriello) e onesti mestieranti (Abbiati e Flamini). Durante la stagione in corso, poi, altre due operazioni: Beckham, utile per vendere qualche migliaio di maglie con «Beckham 32» stampato sulle spalle, e Thiago Silva, centrale difensivo classe 1984 che dichiara di voler diventare il nuovo Maldini. Sul fronte cessioni, invece, repulisti di giovani «made in Milanello»: ceduti a titolo definitivo Sammarco, Marzoratti, Abate e Di Gennaro. I risultati di questa sciagurata sessione estiva di mercato si sono visti sulla squadra, caduta sotto i – deboli – colpi del Bologna a San Siro in un esordio da incubo. Sconfitta anche alla seconda giornata di campionato contro il Genoa, nella tana del Grifone però, e questa è una minima attenuante. Poi, quattordici-risultati utili consecutivi-quattordici, tra campionato e Coppa Uefa. Con il ritorno di Pirlo in campo, infortunato contro il Genoa alla seconda di campionato, il Milan è sprofondato: due punti in quattro partite con il regista bresciano in campo, e l’unica vittoria arrivata dal suo – infausto – ritorno in campo è arrivata contro il Catania, con Pirlo assente. Imputare tutti le disgrazie del Milan a Pirlo è ridicolo: l’ex interista sarà anche il cervello del Milan, ma il cervello può ben poco se gli arti sono malfunzionanti, a partire dal cuore, Rino Gattuso: «lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio destro» la diagnosi, «sei mesi» la prognosi. A sostituire Gattuso ci dovranno pensare Flamini ed Emerson, non la stessa cosa a livello carismatico il primo, non la stessa cosa e basta il secondo. Non bisogna pensare che il centrocampo del Milan reggesse grazie al solo Gattuso: Pirlo, Seedorf (quando ha giocato a centrocampo), Ronaldinho (che corre come un portiere e ripiega in fase difensiva come un centravanti) e una prima punta a scelta sono troppi anche per un mastino come lui, e così è toccato a Kaká – sì, il calciatore potenzialmente più decisivo al mondo costretto ad aiutare il centrocampo spendendo inestimabili energie – ringhiare, lasciando a Ronaldinho il compito di deliziare la platea. Il «Pallone d’oro 2005» ha sì marcato sette reti, ma Kaká avrebbe potute farne altrettante, se non di più. Detto dei sette gol di Ronaldinho, bisogna precisare che sono sufficienti all’ex PSG per essere il miglior marcatore del Diavolo: con Kaká costretto a sacrificarsi in aiuto del centrocampo, in avanti le alternative sono numerose, ma spesso inefficaci. Shevchenko è bollito, ma questo si sapeva da tempo. Inzaghi ha 35 anni, il fiuto del gol gli è rimasto, ma le gambe ed il fisico lo accompagnano sempre meno. Borriello qualcosa di buono l’ha lasciato intravedere prima della disastrosa trasferta salentina ed il successivo infortunio, ma non parte certo lui, almeno non da solo, il possibile salvatore della patria. Resta Pato, l’enfant prodige di Pato Branco, che però pare inadatto al ruolo di prima ed unica punta. Localizzare le imperfezioni del Milan dalla metà campo in su non è corretto, difatti è la retroguardia il reparto in maggiore difficoltà in questo avvio – «prima parte» è più corretto – di stagione. Abbiati, Dida, Kalac, Maldini, Kaldze, Nesta, Zambrotta, Jankulosvki, Favalli, Senderos, Bonera, Antonini. Di questi, nessuno merita più della sufficienza, anzi, ben più d’uno dei citati è ben sotto questa soglia. I tre portieri, la cui gerarchia era stata incerta fino all’avvio del campionato, hanno trovato collocazione: Abbiati in campionato, Dida in Uefa e Kalac in Coppa Italia, ma nessuno dei tre ha convinto pienamente. Tra i centrali, tolti gli infortunati Nesta (col suo ritorno qualcosa migliorerà?) e Senderos, praticamente sempre ai box in questa stagione, Maldini e Bonera hanno cercato di fare il loro, ma causa di malanni fisici non ci sono sempre riusciti, finendo per lasciare il posto a Favalli, un altro connetto. Kaladze, poi, è stato il peggiore: in campo appare perennemente distratto, le amnesie sono all’ordine del giorno, e ogni tanto ci scappa pure la polemica («Farina è scarso, non ci capisce niente e mi ha derubato»). Sulle corsie esterne, la situazione non è delle migliori, con Zambrotta che pare essersi nuovamente involuto dopo un incoraggiante avvio e Jankulovski che difensore non è, e non manca di dimostrarlo in ogni occasione. Ci sarebbe Antonimi, ma ha spazio solo in Uefa e Coppa Italia. Per risolvere la situazione difensiva l’innesto di Thiago Silva al centro della difesa sarebbe una manna, ma così non sarà: i posti da extracomunitari al Milan sono stati occupati da Sheva e Viudez, e così il difensore proveniente dal Fluminense dovrà aspettare fino alla prossima stagione per poter indossare la maglia rossonera in partite ufficiali. E intanto sabato sarà presentato Beckham…

mercoledì 17 dicembre 2008

Generazione di Talenti: Jebrin e Coquelin

Francis Coquelin: 1991 - Francia

Francis Coquelin, un Makelele capace di giocare anche da terzino destro. Nato il 13 maggio 1991 a Laval, in Francia, Francis Coquelin si è messo in mostra al Laval, con cui ha collezionato 13 presenze nella squadra riserve, attirando l’attenzione di Lione, Nantes e, soprattutto, dell’Arsenal, che gli ha messo gli occhi addosso vedendolo in azione con la maglia dell’under 17 francese. A convincere Arsène Wegner («Mi ha telefonato lui in persona», ha dischiarato «Sisco», come è soprannominato Coquelin) è stata la gran prestazione da lui offerta contro l’Israele in aprile. La scelta dei Gunners da parte di Coquelin è stata ovvia poiché, come afferma lui stesso: «L’Arsenal è un club che crede nei giovani, e ti permette di allenarti e crescere assieme a grandi campioni». Dopo la firma (avvenuta il 18 luglio) di un quinquennale, i primi spezzoni con la prima squadra, contro il Barnet e gli ungheresi dello Szombathelyi.
Baricentro basso, tenace e aggressivo, non molla mai. A queste ottime doti, che ne fanno un ottimo mediano, aggiunge un buon piede, unito ad una superba visione di gioco e a buone doti di passatore, e, soprattutto, buone qualità di corsa: da qui l’idea di Arsène Wenger di provarlo come terzino destro, nel tentativo di ripetere quanto fatto con Flamini. In quel ruolo ha giocato bene nei 20’ concessigli dal tecnico alsaziano nel 6-0 rifilato allo Sheffield United il 23 settembre in Carling Cup. Attualmente gioca con la squadra riserve, con cui ha marcato la prima rete con la maglia dei «Guns» il 6 ottobre contro lo Sheffield, giocando da centrocampista. Ieri, contro il Portmouth (2-0, reti di Randall e Gibbs), ha giocato sulla corsia di destra.

---

Torric Jebrin: 1992 - Ghana



«Il miglior piedino (per età e numero di scarpe) sinistro d’Africa» basterebbe come descrizione per Torric Jebrin, baby (sulla sua carta d’identità c’è scritto 10 maggio 1992) fenomeno made in Ghana conteso da mezza Europa accasatosi al Portsmouth nonostante le lusinghe dei ben più blasonati Arsenal e Atletico Madrid.
Regista dell’operazione, Paul Hart, anch’egli rimasto folgorato dal sinistro fatato dello «Show Boy», come è stato soprannominato in Ghana. In campo il ragazzo si muove molto, abbassandosi spesso sino alla propria trequarti campo per ricevere il pallone e impostare l’azione o partire in dribbling. Non esattamente un gigante (brevilineo, ma rapido, soprattutto nel breve), Jibrin ha nel piede sinistro, già ampiamente elogiato, il proprio punto di forza, pecca invece nell’utilizzo del destro, che non usa neppure per scendere dal letto appena sveglio.
In Ghana Jibrin è considerato uno dei giovani più promettenti, tanto da aver esordito ad appena 15 anni con la maglia della nazionale in una gara di qualificazione per l’African Championship of Nations. A livello di club, in patria ha sempre giocato con gli Hearts of Oak di Accra, dove è stato notato dal Pompey che, dopo avergli fatto firmare un triennale lo scorso 3 novembre lo ha immediatamente girato in prestito allo Zulte Waregem.
Il ragazzo è ben conscio delle proprie potenzialità, tanto da affermare che il suo limite è il cielo.


mercoledì 10 dicembre 2008

Il traditore colpisce ancora: Ronaldo al Corinthians

imageimage
Inter - Milan

imageimage
Barcellona - Real Madrid

http://oglobo.globo.com/fotos/2008/04/13/13_MHG_20080413-194606.jpg
Sopra, con la maglia del Flamengo: ha appena firmato con il Corinthians.

A questo punto, la domanda è ovvia: Ronaldo giocherà il match d'addio al calcio con indosso la maglia albiceleste della Selección Argentina?

domenica 7 dicembre 2008

Il Super Depor


Dieci minuti e ventuno secondi del grande, grandissimo Super Depor. Godeteveli.