sabato 31 maggio 2008

Di Natale, mamma che gol!



Di gol più belli ne ho visti a centinaia, ma questo, non so perché, mi ha fatto un effetto particolare.

mercoledì 28 maggio 2008

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lunedì 26 maggio 2008

Cruzeiro - Santos 4-0

Complice l’ottimo servizio offerto da Sportitalia (due partite a weekend) ultimamente mi sto interessando al campionato brasiliano. Dato che durante l’estate oltre agli Europei di calcio ce ne sarà poco, cercherò di scrivere almeno un recap del Brasileirão a settimana, sperando che voi lettori gradiate. Vi lascio ai gol della terza giornata ed al commento di Cruzeiro - Santos, che spero gradiate.


(clicca qui per vedere gli highlights del match)

Al Mineirão di Belo Horizonte si affrontano per la terza giornata del Brasileirão 2008 Cruzeiro e Sanots. I padroni di casa vengono da sue successi nelle prime due partite, contro il Vitória di Bahia e contro il Botafogo. Se i Celestes sono di ottimo umore, lo stesso non si può dire del Santos: i bianconeri infatti sono reduci dall’eliminazione dalla Libertadores, avvenuta per mano dell’América di Città del Messico, sconfitto per 1-0 a Vila Belmiro con gol di Kléber Pereira ma qualificatosi in virtù del 2-0 dell’andata firmato da Cabañas. I tecnici propongono le migliori formazioni, eccezion fatta per la pesantissima assenza di Marcelo Moreno (in Ucraina a trattare con lo Shakhtar) nel Cruzeiro, che comunque non influirà sul risultato.

Primo tempo spettacolare
Le due squadre partono in quarta, e la prima occasione è per Lima, che impegna il portiere avversario Fábio, che mette il pallone in corner. Due minuti dopo risponde il Cruzeiro, con Guilherme, che si fa respingere la conclusione a pochi passi da Fábio Costa. È il preludio dello splendido primo tempo che seguirà, infatti, dopo un’altra occasione mancata da Lima, la Raposa si porta in vantaggio con Guilherme, servito da Jajá con un magnifico esterno sinistro, a cui basta un solo tocco per trafiggere Fábio Costa. È il 18esimo, da quel momento in poi al Cruzeiro capiteranno parecchie occasioni per chiudere i conti. La prima è per Wagner, che, servito da Jajá dalla destra colpisce il palo alla sinistra di Fábio Costa dall’irrisoria distanza di 8 metri. I rovesciamenti di fronte sono continui, e anche il Santos ha l’occasione di pareggiare con Kléber Pereira. I primi venti minuti sono stupendi, ma le occasioni continuano a fioccare con Jajá e Lima. Le squadre però non trovano la rete, anche se Wagner riesce nella rara (e poco invidiabile) impresa di fare doppietta di… pali: sul cross dalla destra di Jajá, tocca Guilherme e il sinistro del numero 10 prende un’effetto stranissimo e va a stamparsi sulla parte superiore della traversa della porta difesa da Fábio Costa. Due minuti dopo il legno colpito da Wagner, al Santos capita un’occasionissima con Mauricio Molina: dopo uno splendido inserimento sul lancio di Lima, il colombiano scavalca Fábio con un delizioso pallonetto mancino, ma il pallone si spegne sul fondo. Prima del termine della prima frazione c’è ancora il tempo per un’occasione a testa: Jajá per il Cruzeiro e Kléber Pereira per il Santos. Si va al riposo sull’1-0, ma poteva tranquillamente essere 4-2.

Il Cruzeiro dilaga
La ripresa inizia con un cambio per parte: nel Cruzeiro fuori uno spento Jadílson - controfigura del cursore mancino ammirato contro il Botafogo la scorsa settimana - e dentro Jonathan, fino all’ultimo in ballottaggio con Jajá per un posto sulla fascia destra. Nel Santos esce Molina per far posto al più offensivo Wesley. Il risultato di questi due cambi è la supremazia incontrastata del Cruzeiro nei secondi 45’, anche se per trovare il raddoppio i Celestes devono attendere fino al 18esimo, quando Guilherme, servito da Jonathan, raddoppia con il sinistro. Sette minuti dopo Wagner chiude la partita battendo per la terza volta Fábio Costa dopo un gran passaggio di Fabrício. Il match è ormai chiuso, anche se il Santos continua a cercare il gol nella bandiera nella metà campo avversaria, e la superba difesa del Cruzeiro (ancora imbattuta) oltre a non concederglielo avvia anche il contropiede che porta Maicosuel alla quarta rete. Negli ultimi minuti è pura accademia dei padroni di casa, che si portano in vetta al Brasileirão, a punteggio pieno e con due punti di vantaggio su Flamengo e Grêmio, le più vicine inseguitrici.

CRUZEIRO 4 X 0 SANTOS

Gol
: Guilherme 18’ p.t, 18’ s.t.; Wagner 25’ s.t.; Maicosuel 34’ s.t.
Cruzeiro
: Fábio; Marquinhos Paraná, Thiago Heleno, Espinoza e Jadílson (Jonathan); Fabrício, Charles, Ramires e Wagner; Guilherme (Bruno) e Jajá (Maicosuel). Allenatore: Adilson Batista.
Santos
: Fábio Costa; Betão, Marcelo, Fabão e Kléber; Marcinho Guerreiro, Rodrigo Souto, Molina (Wesley) e Adriano (Rodrigo Tabata); Kléber Pereira e Lima. Allenatore: Emerson Leão.
Arbitro
: Sérgio da Silva Carvalho
Ammoniti
: Charles (Cruzeiro); Marcinho Guerreiro e Betão (Santos)

giovedì 22 maggio 2008

Manchester United - Chelsea 7-6 d.c.r.


PARTITA – Entrambe le squadre presentano un 4-3-3, anche se quello del Chelsea diventa all’occorrenza un 4-5-1 quando gli avversari sono in possesso palla, a differenza di quello dello United, che come esterni offensivi sfoggia Cristiano Ronaldo a sinistra (in questa posizione per tenere basso Essien, terzino destro dei Blues) e Tévez o Rooney – i due si scambiano spesso la posizione – sulla destra. La presenza di Tévez in avanti al posto di Park è l’unica sorpresa, visto che si prevdeva un impiego in campo del coreano, più utile tatticamente. Nel Chelsea invece Essien viene riconfermato sulla destra in difesa in modo da consentire la contemporanea presenza di Lampard e Ballack a centrocampo. Sulla sinistra in attacco c’è Malouda anziché Kalou.
Dopo il quarto d’ora iniziale di studio reciproco da parte delle due squadre, il Manchester sale in cattedra. I Red Devils stazionano stabilmente nella metà campo del Chelsea, e questa supremazia territoriale viene concretizzata al 26’, quando Brown mette al centro un pallone dalla destra su cui Cristiano Ronaldo si avventa con uno stacco poderoso, mettendo in rete il 42esimo pallone della sua superba stagione. Il Chelsea è allora costretto a reagire, e lo fa con… Rio Ferdinand: il capitano dello United, spinto da Ballack, colpisce il pallone e lo mette di poco alto sulla porta difesa da Van der Sar. Sul corner conseguente a rendersi pericoloso è però lo United, che sfrutta la sua arma migliore, il contropiede, con Rooney che riparte sulla destra e, una volta giunto nei pressi della linea mediana del campo taglia il rettangolo verde con un preciso lancio di 50 metri per Cristiano Ronaldo, che controlla il pallone e lo serve immediatamente dopo a Tévez, che vede però Cech avventarsi sul suo colpo di testa da distanza ravvicinata; l’azione però prosegue, e sul destro di Carrick il portiere ceco si fa trovare nuovamente pronto mettendo il pallone in corner. Il match continua a farlo lo United, con il Chelsea che deve ringraziare la propria buona stella prima per l’errore di Tévez, che arriva con un millesimo di secondo di ritardo sul pallone che poteva valere il 2-0, poi per il gol di Lampard: un destro dai 25 metri di Essien subisce diverse deviazioni, ultima di Rio Ferdinand con la natica, prima di finire sui piedi di Lampard, che batte facilmente Van der Sar, già a terra. Galvanizzato dal gol del pareggio il Chelsea di prova nuovamente con Ballack, che durante il recupero fa partire un sinistro da fuori che non impensierisce Van der Sar.
Nella ripresa il Chelsea torna in campo con la voglia che ne aveva contraddistinto il finale di prima frazione, rendendosi nuovamente pericoloso dalle parti di Van der Sar con Essien e Ballack, ma i tentativi dei Blues terminano entrambi fuori dalla porta dello United. Anche il Manchester però si fa vedere in attacco, e la prima parte del secondo tempo è resa avvincente dagli sforzi delle due squadre, ma il Manchester risente della stanchezza attorno alla metà del secondo tempo, e da lì in poi è assedio del Chelsea, che riesce a far paura al “numero 1” avversario in una sola occasione, con Drogba, che al 78’ colpisce il palo alla sinistra di Van der Sar con un magnifico destro a girare dai 20 metri, un’invenzione dell’ivoriano, che s’inventa questa giocata da fermo e per giunta in caduta. Sir Alex Ferguson, che già intravede il pericolo-supplementari, butta nella mischia Ryan Giggs, alla 759esima partita con i Red Devils (battuto il record di Bobby Charlton) che prende il posto di Scholes e si va a posizionare alle spalle di Tévez, con Rooney a destra, Ronaldo a sinistra e Carrick ed Hargreaves mediani davanti alla difesa per un inedito 4-2-3-1, che non sortisce però gli effetti sperati, e si va così ai supplementari.
L’extra time inizia con la sostituzione di Malouda, al cui posto entra Kalou. Il Chelsea sfiora subito dopo il cambio il gol del 2-1 con Lampard che, servito all’altezza del dischetto da Ballack, si gira e con il sinistro calcia il pallone che si stampa sulla traversa. Il Chelsea continua a fare la partita, ma anche lo United sa rendersi pericoloso: le fughe in velocità di Ronaldo prima ed Evra poi mettono in grossa difficoltà la – stanca – difesa dei Blues. Sul pallone messo al centro dal francese, in particolare, i Blues rischiano di capitolare, ma è il capitano Terry a salvare la porta sguarnita impattando di testa il sinistro a botta sicura di Giggs, che manca l’occasione di rendere unica questa serata. Se nel primo tempo supplementare le occasioni non mancano, come anche i cambi (fuori Joe Cole e dentro Anelka nel Chelsea e Nani al posto di Rooney nello United), nel secondo la partita si fa avara di occasioni ma non di emozioni: al 25’ si scatena una rissa, nata a causa di un buffetto di Drogba a Vidic (tra i due c’è un conto aperto da quando l’ivoriano ruppe un dente e provocò una commozione cerebrale al serbo in Chelsea – Manchester dello scorso 26 aprile) che porta Michel ad espellere Drogba ed a sventolare il giallo in faccia a Ballack e Tévez. Prima dei rigori c’è anche il tempo per l’ingresso di due rigoristi, Belletti ed Anderson.
Privo di Drogba, che sarebbe certamente andato sul dischetto, il Chelsea è costretto ad inventarsi Ashley Cole rigorista. L’inglese non sbaglia – come, del resto, tutti i suoi compagni – e si va al calcio di rigore decisivo col Chelsea che, segnando, si porterebbe il trofeo a casa. Ed è in quel momento che la dea bendata decide di riprendersi tutto ciò che aveva dato ai Blues durante il torneo: Terry, il capitano, l’uomo simbolo dei Blues, scivola al momento della battuta e il pallone scivola fuori, prolungando la sofferenza dei tifosi. Anderson e Kalou segnano, Giggs anche. Anelka però sbaglia, e il Manchester United mette in bacheca la sua terza Coppa dei Campioni.

TABELLINO
Manchester United -Chelsea 7-6 d.c.r. (1-1 dopo tempi regolamentari)
Marcatori: Cristiano Ronaldo (M) al 26’, Lampard (C) al 45’ p.t.;
Calci di rigore: Tevez gol, Ballack gol, Carrick gol, Belletti gol, Cristiano Ronaldo parato, Lampard gol, Hargreaves gol, A. Cole gol, Nani gol, Terry fuori. Oltranza: Anderson gol, Kalou gol, Giggs gol, Anelka parato
Manchester United (4-3-3): Van der Sar; Brown, Ferdinand, Vidic, Evra (dal 17’ 2° t.s. Anderson); Hargreaves, Carrick, Scholes (dal 42’ s.t. Giggs); Tevez, Rooney ( 11’ 1° t.s. Nani), Cristiano Ronaldo. (Kuszczak, Silvestre, O’Shea, Fletcher). All. Ferguson.
Chelsea (4-3-3): Cech; Essien, Carvalho, Terry, A. Cole; Ballack, Makelele ( 17’ 2° t.s. Belletti), Lampard; J. Cole (dal 9’ 1° t.s. Anelka), Drogba, Malouda (dal 2’ 1° t.s. Kalou). (Cudicini, Alex, Mikel, Shevchenko). All. Grant.
Arbitro: Michel (Svk).
Note: stadio tutto esaurito. Espulso Drogba al 10’ 2° t.s.. Ammoniti Scholes, Makelele, Ferdinand, Vidic, Essien. Recupero 2’ p.t., 2’ s.t.; 2’ 1° t.s., 2’ 2° t.s..
Antonio Giusto

Fonte: SportBeat

mercoledì 21 maggio 2008

La Nazionale di Donadoni

Il commissario tecnico della Nazionale, Roberto Donadoni. Ap

Ieri il C.T. Donadoni ha diramato la lista dei pre-convocati per Euro 2008. Si tratta di 24 giocatori (uno verrà rimandato a casa), quattro in meno dei 28 che ci si attendeva. Lo zoccolo duro è quello del Mondiale tedesco, con ben 14 campioni del mondo. Per quanto riguardava i due portieri era tutto già scritto, con l’unica incognita del terzo, che sarà De Sanctis. La difesa è priva di Oddo, che paga una stagione con qualche problema fisico di troppo, come ammesso da Donadoni. Il centrocampo è quello che tutti si aspettavano, con un’aggiunta: Riccardo Montolivo. Il 23enne centrocampista fiorentino non si aspettava la chiamata per l’Europeo, giunta dopo appena una presenza in azzurro, ma la meritava certamente, visto il superbo campionato appena terminato. In attacco due assenti che sarebbero stati utilissimi alla squadra: Inzaghi, escluso per scelta tecnica, e Iaquinta, infortunato. Presenti invece Del Piero e Cassano, entrambi straordinari nel riconquistare la fiducia del C.T. Ecco i convocati:
Portieri: Buffon, Amelia, De Sanctis
Difensori: Barzagli, Cannavaro, Chiellini, Grosso, Materazzi, Panucci, Zambrotta.
Centrocampisti: Ambrosini, Gattuso, Aquilani, Camoranesi, De Rossi, Perrotta, Montolivo e Pirlo
Attaccanti: Toni, Borriello, Del Piero, Di Natale, Quagliarella, Cassano.


Porta L’indiscusso “numero 1” sarà ovviamente Gigi Buffon, il miglior portiere del mondo, certo, ma la sua schiena non è al livello della sua abilità tra i pali. Per questo Marco Amelia, non propriamente meritevole dell’opportunità concessagli visto il mediocre campionato sua e del Livorno, dovrà stare sempre “sull’attenti”. Il terzo portiere sarà De Sanctis, riserva di Palop a Siviglia ma in grado di vincere il ballottaggio con l’ottimo Sereni e con Toldo, la cui esperienza avrebbe fatto bene al gruppo.

Difesa Sette nomi, una sola certezza: Fabio Cannavaro. Il capitano è l’unico sicuro di partire titolare, dato che degli altri sei nessuno è certo, per un motivo o per l’altro, della titolarità. Materazzi, che due anni fa formò una coppia insuperabile con Cannavaro, ha subito un crollo verticale dopo l’infortunio rimediato contro l’Ungheria ad agosto, e in corsa per sostituirlo ci sono Barzagli – che ha già provato questa emozione contro l’Ucraina nei quarti di finale dello scorso mondiale – e Chiellini, inesperto a livello internazionale ma vera e propria rivelazione al centro della difesa juventina. Sulle fasce, poi, regna l’incertezza: Zambrotta, bene o male, dovrebbe essere titolare. A destra o sinistra si deciderà in base al rendimento di Panucci (che potrebbe anche entrare in corsa per la sostituzione di Materazzi, nel caso in cui l’interista confermi il calo di rendimento avuto in campionato) e Grosso.

Centrocampo Il trio di centrocampisti dovrebbe essere composto da Pirlo, Camoranesi e uno tra De Rossi e Gattuso, con il romanista in vantaggio su “Ringhio”. Non è da escludere, inoltre, l’ipotesi 4-2-3-1, che disporrebbe in tal modo il centrocampo: Pirlo e De Rossi (o Gattuso) dietro al trio composto, da destra verso sinistra, da Camoranesi, Aquilani (provato in questa posizione da Spalletti nella Roma) e Di Natale o Perrotta. Ambrosini è un rincalzo prezioso, Montolivo quello che potrebbe essere epurato dal gruppo.

Attacco Come in difesa, una sola certezza: Luca Toni, 39 gol in 46 partite quest’anno con maglia del Bayern Monaco. La Scarpa d’oro 2006 potrebbe giocare al centro dell’attacco con Quagliarella e Di Natale ai lati, come fatto durante le qualificazioni, anche se non è da escludere la presenza di Cassano al posto di Quagliarella, dato che il barese non ha posto paletti per quanto concerne la sua posizione in campo, come ha invece fatto Del Piero, che fece presente al cittì che lui l’esterno non lo faceva. Lo juventino, quindi, potrebbe trovare spazio solo in caso di coppia in attacco, che comporterebbe l’utilizzo di un 4-4-2 che l’Italia non può proporre a causa dell’assenza in squadra di un esterno sinistro di centrocampo di valore. Borriello (ultimamente apparso già con la testa agli Europei) sarà la riserva di Toni.

martedì 20 maggio 2008

Champions League: la presentazione della finale

http://roma.theoffside.com/files/2007/12/2008_uefa_champions_league_final_moscow.jpg

PRESENTAZIONE Una cosa è vedere affrontarsi le due più forti squadre d’Europa a distanza in campionato o in un match in cui entrambe sono prive delle principali stelle, Lampard da una parte e Cristiano Ronaldo dall’altra come accaduto sabato 26 aprile, tutt’altra è vederle sfidarsi sul palcoscenico più prestigioso d’Europa – calcisticamente parlando –, la finale di Champions League, che per la prima volta nella storia verrà disputata a Mosca, davanti agli 84.745 che può contenere il Luzhniki di Mosca, tradizionalmente casa di Spartak e Torpedo Mosca, oltre che della Сборная России по футболу, la Nazionale di calcio russa.
A darsi battaglia in una finale di Champions League saranno per la prima volta due squadre inglesi, che dopo il clamoroso flop dello scorso anno (tre semifinaliste su quattro provenivano da Albione, con la Coppa Campioni alzata da un’italiana, il Milan) i sudditi della regina Elisabetta si sono rimboccati le maniche e in semifinale non si sono lasciati sfuggire l’occasione persa un mese prima: l’unico intruso, il derelitto Barça di Rijkaard, è stato eliminato dal Manchester United senza troppe difficoltà grazie ad un catenaccio in cui non sarebbe passato neppure un soffio di vento al Camp Nou e ad un gran destro da fuori di Scholes insaccatosi nell’angolino alto alla sinistra di Valdés ad Old Trafford. Nell’altra semifinale si sono affrontate, per la terza volta negli ultimi quattro anni, Chelsea e Liverpool. Dopo le tre eliminazioni rimediate dai Blues con Mourinho in panchina, ad Avram Grant il raggiungimento della finale è riuscito al primo colpo, per la gioia di Abramovich e dei suoi – pochi – estimatori.
Come già accennato, si tratterà della prima finale tutta inglese nella storia della Champions League, ma non sarà il primo derby in finale: i due precedenti, Real Madrid – Valencia e Milan – Juventus, sono rispettivamente datati 24 maggio 2000 e 28 maggio 2003.
L’arbitro sarà Lubos Michel.

ANALISI Se dovessimo affidarci alle statistiche, che dicono che nei derby in finale di Champions ha sempre avuto la meglio la squadra meglio piazzata in campionato, verrebbe da dire Chelsea. Guardando i confronti stagionali, invece, il pronostico dice Red Devils: dopo l’1-1 nel Charity Shield con 3-0 dello United ai rigori – favorito dalla giornata di grazia di van der Sar – c’è stato un altro trionfo di Sir Alex Ferguson, stavolta su Grant, alla prima partita sulla panchina dei Blues. Quel pomeriggio di settembre però la sciocca espulsione di John Obi Mikel (sotto la doccia al 32’ per un fallaccio su Evra) aveva condizionato il match, vinto poi dal Manchester per 2-0 con reti di Tévez e Saha. L’ultimo incontro stagionale ha visto prevalere per la prima volta i Blues, ma non si può fare affidamento neppure su questa partita: in vista del ritorno della semifinale Ferguson aveva tenuto in panchina Cristiano Ronaldo e Rooney, oltre ad Hargreaves. A spuntarla fu il Chelsea, con un 2-1 firmato da Michael Ballack. Basarsi su queste poche informazioni non basta, quindi ecco un’analisi più approfondita delle due squadre.
Modulo Il Chelsea si dispone in campo con un 4-3-3 tale solo in fase offensiva, dato che quando il pallone è in possesso della squadra avversaria gli attaccanti esterni (che mercoledì sera saranno probabilmente Joe Cole e Kalou) si abbassano notevolmente andando ad infoltire il centrocampo. Il 4-3-3 dovrebbe essere il modulo usato mercoledì sera, dato che lo United in Europa si affida al contropiede, lasciando agli avversari il compito di fare la partita. Il 4-4-2 di Ferguson, infatti, è pensato perché la squadra possa dare il meglio di sé in contropiede, anche grazie ad un poker di stelle là davanti che hanno nella velocità la loro arma migliore.
Porta Il Chelsea si affiderà ai guantoni di Petr Čech, che dovrà essere quello ammirato tra andata e ritorno, supplementari elusi, col Liverpool, non quello colto di sorpresa dal bolide di Babel dai 35 metri a pochi minuti dal termine contro i Reds.
Van der Sar, invece, dovrà cercare di ripetere la prestazione fornita proprio contro il Chelsea nel Charity Shield.
Difesa A confronto le migliori due difese della Premier League: da un lato il Manchester United, che ha subito appena 22 gol in 38 partite, dall’altro il Chelsea, quattro in più. Ferguson potrebbe optare per l’arretramento di Hergreaves in difesa, sulla fascia destra, dove è stato proposto sia contro il Chelsea che contro il West Ham, fornendo sempre grandi prestazioni. Ciò accadrebbe nel caso in cui Ferguson, che ha già annunciato la sicura titolarità di Scholes – che nel 1999 saltò la finale per squalifica a cui il tecnico scozzese vuole dare questa chance dal primo minuto in premio per quanto Scholes ha dato alla causa dei Red Devils – dovesse scegliere Carrick come compagno di Scholes costringendo così Hargreaves ad arretrare in difesa. La coppia centrale, formata da Vidic e Ferdinand, non è in discussione, così come non è in discussione Evra sulla fascia sinistra.
Il Chelsea potrebbe imitare il Manchester, proponendo Essien sulla fascia destra in modo da permettere la coesistenza di Ballack e Lampard a centrocampo. Se così dovesse essere, cambierebbe poco nello scacchiere tattico di Grant, che sostituirebbe l’offensivo Belletti con un altro giocatore altrettanto di spinta, ma molto, molto più muscolare. I centrali saranno certamente Terry, che ha recuperato dall’infortunio alla spalla subito contro il Bolton, e Ricardo Carvalho. Sulla sinistra ovviamente Ashley Cole.

Centrocampo Abbondanza da ambo le parti, che come ho già anticipato potrebbe indurre i due tecnici ad arretrare un centrocampista sulla fascia destra di difesa. Nello United a destra ci sarà ovviamente Cristiano Ronaldo, sulla corsia opposta è quasi certa la presenza di Ryan Giggs, che giocando la finale toccherebbe quota 759 partite con la maglia dello United, battendo il record di Bobby Charlton. A centrocampo Hargreaves, Anderson e Carrick si giocano il posto di fianco a Scholes, la sensazione è che possa vincere Carrick.
Nel Chelsea sarà centrocampo a tre, con Makelele davanti alla difesa e Lampard e Ballack come mezzali. Possibile sorpresa potrebbe essere Mikel al posto di Makelele, anche se l’esperienza internazionale del francese potrebbe far pendere la bilancia di Grant dal suo lato.

Attacco In campionato siamo 80 a 65 per i Red Devils, ma questi dati contano relativamente in una finale di Champions League. Gli uomini scelti da Ferguson dovrebbero essere Rooney e Tévez, nel caso in cui il primo non dovesse farcela allora tocchrebbe a Saha fare coppia con l’argentino.
Nel Chelsea la scelta più logica sarebbe quella di un’unica punta centrale – Drogba, ovviamente – e due giocatori a supporto come Kalou e Joe Cole, con la carta Anelka da giocarsi se le cose dovessero mettersi male.

Panchina Da una parte Sir Alex Ferguson, 27 titoli con il Manchester United, dall’altra Avram Grant, quattro titoli israeliani vinti in carriera. Per vincere una Champions, però, il palmarès conta poco.

ROAD TO MOSCOW
Fase a gironi
Manchester United
: primo nel gruppo F con 16 punti.
Chelsea: primo nel gruppo B con 12 punti.

Ottavi di finale
Lione – Manchester United 1-1 e 0-1
Olympiacos – Chelsea 0-0 e 0-3

Quarti di finale
Roma – Manchester United 0-2 e 0-1
Fenerbahçe – Chelsea 2-1 e 0-2

Semifinali
Liverpool – Chelsea 1-1 e 2-3
Barcellona – Manchester United 0-0 e 0-1

Antonio Giusto

Fonte
: SportBeat

L’Inter è campione d’Italia

Zlatan Ibrahimović, e l’Inter è campione d’Italia. È servito il ritorno in campo dopo un mese e mezzo d’assenza del proprio fuoriclasse all’Inter per trovare la via dello scudetto, che senza lo svedese sembrava smarrita. Il 2-0 firmato dallo svedese non significa gioia per tutti, però: il Parma, sconfitto, torna in B dopo 18 anni. La Roma, che aveva creduto nello scudetto per 55 minuti, è amareggiata, e lo fa capire tramite Doni e De Rossi, che anziché fare sana autocritica (con due punti in più conquistati a Cagliari alla 31esima ed altrettanti contro il Livorno tre giornate dopo, ora i campioni d’Italia sarebbero loro) se la prendono con gli aiuti arbitrali avuti dagli interisti. Dal Massimino qualcuno è uscito felice, il Catania, che si salva anche quest’anno all’ultimo, condannando l’Empoli, vittorioso per 2-1 sul Livorno, alla B.
Dette delle prime due della classe, dieci punti sotto la Roma si trova la Juventus, protagonista con la collaborazione della Samp della partita più bella della giornata, in cui le rispettive stelle, il Del Piero capocannoniere e il Cassano dai piedi vellutati (anche se dagli undici metri…) ribadiscono a Donadoni che loro in Austria e Svizzera vogliono esserci. Juve e Samp erano però già sicure delle rispettive posizioni, cosa che non si poteva dire di Fiorentina e Milan, in lotta per il quarto posto. A spuntarla sono stati i viola, vittoriosi per 1-0 grazie ad una rovesciata fantasticosa mozzafiatante, come direbbe Shin Chan, di Osvaldo. Ai rossoneri non è bastato sotterrare l’Udinese con quattro reti e un rigore sbagliato da Kaká. Giusto così, secondo il sottoscritto: la Fiorentina ha onorato il campionato pur puntando molto sulla Coppa Uefa, a differenza del Milan, che puntualmente snobba il campionato per concentrarsi solo sulla massima manifestazione continentale, un anno in Uefa farà certamente bene ai rossoneri.
Per quanto riguarda i bassifondi della classifica, ad accompagnare il Livorno in B saranno i corregionali empolesi ed il Parma, che lascia la Serie A dopo 18 anni. A spuntarla è il Catania, che si salva in extremis con Martinez, scatenando le polemiche di Corsi, presidente dell’Empoli.

Ecco i gol delle partite:

Parma-Inter 0-2 Download Video Gol (17′ s.t. Ibrahimović, 34′ s.t. Ibrahimović)

Dopo un primo tempo di marca parmense, si capisce l’importanza di Ibrahimović quando lo svedese mette piede in campo. Pur con il ginocchio destro malandato, lo svedese si danna l’anima per segnare, ed al 17’ ci riesce, quando trafigge Pavarini con un gran destro da fuori area, finalmente dentro dopo che i due principali tentativi si erano spenti a lato della porta. L’Inter però non si accontenta, e sotto la pioggia battente sfiora il raddoppio nuovamente con Ibra, servito in contropiede dal neoentrato Pelé, ma l’ex Ajax si fa respingere il tiro, cosa che non accade quando Maicon lo serve con uno straordinario cross sul secondo palo su cui “Il genio di Rosengård” si avventa con il sinistro e batte nuovamente Pavarini per il 2-0 che significa scudetto per l’Inter e B per il Parma.

Festeggiamenti dopo gara: Download Video

Catania-Roma 1-1 Download Video Gol (7′ p.t. Vucinic; 40′ s.t. Martinez)

La Roma ci ha creduto per 80 minuti, fino al raddoppio di Ibrahimović, poi ha regalato la salvezza al Catania, quasi per sdebitarsi dopo il 7-1 di una stagione fa. I giallorossi partono ovviamente meglio: a parità di motivazioni conta la qualità dei calciatori, e i 45 punti di distacco in campionato dimostrano che la Roma è superiore. E infatti bastano appena 7 minuti agli uomini di Spalletti per portarsi in vantaggio con una splendida azione di Vucinic, che batte Bizzarri dopo aver saltato tre uomini. Da lì in poi c’è soprattutto il Catania: Doni viene chiamato in causa in più di un’occasione, e il portiere brasiliano è miracoloso su Tedesco nel primo tempo e su Morimoto nella ripresa. Come se non bastasse, al Catania viene annullato un gol di Mascara per fuorigioco (che c’era) e si oppongo due volte i legni, prima a Biagianti e poi a Morimoto. Il 2-0 dell’Inter annienta ogni velleità di titolo dei giallorossi, che si lasciano andare condendo il pareggio ai rossoazzurri, che mettono dentro il pallone con Martinez al 40’. Il Catania è salvo, la Roma ha ancora la finale di Coppa Italia, da giocare in casa, per consolarsi.

Torino-Fiorentina 0-1 Download Video Gol (31′ s.t. Osvaldo)

La Fiorentina è costretta a vincere per avere la certezza di arrivare quarta e potersi giocare i preliminari di Champions ad agosto. Il Torino si è salvato domenica scorsa battendo il Livorno e non ha più nulla da chiedere al campionato. Esito scontato? Proprio no: il Toro, anziché lasciare che la Fiorentina vinca senza troppa fatica, si fa trovare sempre pronto, soprattutto con Sereni, che nel primo tempo è insuperabile, lo stesso si può dire anche di Frey, che si fa trovare pronto quand’è – raramente – chiamato in causa. Si val riposo usllo 0-0, ma l’inizio della ripresa è sulla falsariga del primo tempo, con la Fiorentina che attacca e il Toro che si difende. Ma i granata vengono fuori con Diana e Stellone, pericolosi dalle parti di Frey, con l’ex palermitano che si vede anche annullare – giustamente – un gol. La Fiorentina si getta allora all’arrembaggio, e viene premiata quando Osvaldo inventa una splendida rovesciata che non lascia scampo all’ottimo Sereni. Finisce 1-0 per la Fiorentina, che torna in Champions dopo otto anni.

Milan-Udinese 4-1 Download Video Gol (32′ p.t. Mesto; 3′ s.t. Pato, 14′ s.t. Inzaghi, 34′ s.t. Cafu, 43′ s.t. Seedorf)

La Fiorentina ce l’ha messa tutta contro l’Udinese, ma il quarto posto era stato compromesso domenica scorsa con la sconfitta per 3-1 a Napoli. Contro l’Udinese il Milan non parte però come dovrebbe, e i bianconeri si rendono pericolosi in più di un’occasione, trovando Kalac sempre pronto. Il portiere australiano però non è imbattibile, come tutti del resto, e al 32esimo Mesto lo trafigge con un gran sinistro dalla destra. Nella ripresa Ancelotti toglie Oddo e Brocchi e inserisce Cafu e Pato. I due brasiliani cambiano il volto del match, e al più giovane bastano appena tre minuti per trovare il gol del pari. Arriva poi anche il 2-1 di Inzaghi, che poi colpisce anche una traversa in seguito al rigore sbagliato da Kaká. Un legno anche per Pato, prima del gol di Osvaldo che taglia le gambe ai rossoneri, che trovano comunque la forza di segnare altri due gol, prima con Cafu, che impreziosisce con un gol la sua ultima partita in rossonero, e poi con Seedorf, al settimo centro stagionale. Il 4-1 però non basta ai rossoneri, che tornano in Uefa dopo cinque stagioni.

Atalanta-Genoa 2-0 Download Video Gol (32′ p.t. Floccari; 48′ s.t. Marconi)
Cagliari-Reggina 2-2 Download Video Gol (18′ p.t. Larrivey; 10′ s.t. Amoruso, 36′ s.t. Bianco, 41′ s.t. rig. Amoruso)
Empoli-Livorno 2-1 Download Video Gol (10′ p.t. Buscé; 11′ s.t. Saudati, 39′ s.t. Diamanti)
Lazio-Napoli 2-1 Download Video Gol (14′ p.t. Rocchi; 26′ s.t. Firmani, 38′ s.t. Domizzi)
Sampdoria-Juventus 3-3 Download Video Gol (7′ p.t. Del Piero, 16′ p.t. rig. Trezeguet, 22′ p.t. Cassano, 40′ p.t. Maggio; 19′ s.t. rig. Del Piero, 34′ s.t. Montella)
Siena-Palermo 2-2 Download Video Gol (2′ p.t. Maccarone, 24′ p.t. Jankovic, 30′ p.t. Miccoli; 13′ s.t. Maccarone)

CLASSIFICA
Inter 85, Roma 82, Juventus 72, Fiorentina 66, Milan 64, Sampdoria 60, Udinese 57, Napoli 50, Atalanta e Genoa 48, Palermo 47, Lazio 46, Siena 44, Cagliari 42, Reggina e Torino 40, Catania 37, Empoli 36, Parma 34, Livorno 30.

MARCATORI
21 gol: Del Piero (Juventus)
20 gol: Trezeguet (Juventus)
19 gol: Borriello (Genoa)

Scritto da Antonio Giusto

Fonte: RecontraGolazo

domenica 11 maggio 2008

Serie A 37a giornata Video Highlights

Mai, a memoria del sottoscritto, era stata giocata una giornata tanto bella ed intensa. Emozioni costanti da ogni parte, eccezion fatta per Genoa – Lazio e Palermo – Samp, unici match che vedevano di fronte avversari già appagati e con la testa ormai sotto l’ombrellone che hanno comunque regalato ai tifosi alcune perle, su tutte la fantasmagorica punizione di Cassano.
Dicevamo delle intesissime emozioni: prima dell’inizio delle partite l’Inter era attesa da una formalità contro un Siena già salvo e apparentemente pago del risultato ottenuto, che sarebbe dovuto andare a San Siro solo a far presenza, lasciando vincere l’Inter in scioltezza e permettendo ai nerazzurri di mettere in bacheca lo scudetto numero 16; il Milan si presentava al San Paolo di Napoli con un punto di vantaggio (anzi due, visto che gli scontri diretti sorridevano ai rossoneri) sulla Fiorentina – impegnata in casa propria contro un Parma bisognoso di punti-salvezza –, convinto che tra i partenopei l’unico con briciolo di motivazione sarebbe stato “il Pampa” Sosa, desideroso di lasciare un bel ricordo nell’ultima gara al San Paolo della propria carriera; la Fiorentina si aspettava un Parma all’attacco dal primo all’ultimo minuto alla disperata ricerca di tre punti fondamentali per la permanenza in Serie A; la Roma era convinta che Del Neri, volenteroso di togliersi qualche sassolino dalla scarpa con i giallorossi, avrebbe mandato in campo una squadra agguerrita con l’obiettivo primario di fermare la Roma per consegnare lo scudetto ai nerazzurri corregionali; il Catania all’Olimpico di Torino sperava di emulare l’impresa compiuta dallo Spezia un anno fa vincendo in casa della Juve ed assicurandosi così la salvezza. Ebbene, è stato tutto il contrario di tutto. L’Inter si è ritrovata contro un grande Siena, aiutato anche dalla scarsa mira di Materazzi; la Roma, dal canto suo, ha ringraziato un’Atalanta, seppure in formazione spregiudicata, che le ha permesso di conquistare agevolmente i tre punti che consentono ancora ai giallorossi di sognare lo scudetto; uno spento Milan ha trova al San Paolo un’opposizione convinta di un Napoli che, seppure salvo, a perdere la faccia non ci sta; la Fiorentina, dopo un illusorio svantaggio, ha fatto la partita ribaltando il risultato e portandosi due punti sopra i rossoneri; il Catania, infine, dopo un fortunoso vantaggio firmato da Martinez, è stato raggiunto al 90’ da Del Piero, ora in vetta alla classifica marcatori in coabitazione con Borriello e Trezeguet.
Con questa classifica l’ultimo turno sarebbe già stato incertissimo, ma visto ciò che calendario propone per gli ultimi 90 minuti, accesissimo può addirittura risultare un eufemismo: scudetto e salvezza si decideranno in due partite, Parma – Inter e Catania – Roma. E se dovessero arrivare due “2”, in corsa per la salvezza tornerebbe anche l’Empoli, atteso dal già retrocesso Livorno in un derby toscano di infima classifica. Avevano ragione quelli di Sky, questa è l’annata migliore di sempre.

Ecco gli highlights di sky

Inter-Siena 2-2 Download Video Gol (11′ p.t. Vieira, 30′ p.t. Maccarone, 45′ p.t. Balotelli; 24′ s.t. Kharja)

Doveva essere il giorno della festa, per i nerazzurri, come doveva esserlo domenica scorsa. E invece no, come aveva preventivato Mancini, lo scudetto i nerazzurri se le giocheranno all’ultima giornata contro il Parma dell’agguerritissimo ex Cúper. I nerazzurri in campo però ci vanno per vincere, anzi, per stra-vincere, ed il primo quarto d’ora è tutto di marca interista, con i nerazzurri che trovano anche il gol con Vieira all’11’, dopo che Materazzi aveva colpito una traversa poco prima. Dopo il vantaggio i nerazzurri allentano la pressione, commettendo l’errore più grave della partita: non chiuderla. E così, alla mezzora, Maccarone supera Júlio César e ristabilisce la parità. L’Inter reagisce gettandosi nuovamente in avanti, e sul finire della prima frazione trova il nuovo vantaggio con Balotelli, che di testa infila il pallone nella porta sguarnita. Sembra fatta per l’Inter, che nella ripresa continua a fare la partita ed a cercare la via della rete, ma la veemenza del primo tempo, e il Siena ne approfitta nuovamente, con Kharja, che con un precisissimo destro da fuori insacca il pallone nell’angolino basso alla sinistra di Júlio César. Lo stadio è ammutolito (come il sottoscritto, del resto, che è un nerazzurro dichiarato), l’Inter invece è costretta a gettarsi in avanti alla ricerca del 3-2. Le occasioni arrivano, la più ghiotta Materazzi la strappa dai piedi di Cruz calciando il rigore che Manninger para al 78’, lasciando aperto il discorso scudetto.

Roma-Atalanta 2-1 Download Video Gol (23′ p.t. Panucci; 22′ s.t. De Rossi, 43′ s.t. Bellini)

Il Siena offre uno splendido assist alla Roma, che ringrazia e mette in rete. Il pareggio di San Siro offre infatti alla Roma la possibilità di riaprire il discorso scudetto, e gli uomini di Spalletti non hanno problemi ad avere la meglio su un’Atalanta già salva e priva di motivazioni. La Roma fa – ovviamente – la partita, trovando il vantaggio con Panucci che al 23’ batte Coppola con un colpo di testa sugli sviluppi di una punizione dalla destra di Mancini. L’Atalanta ogni tanto si fa vedere nella metà campo gillorossa, sfiorando il pari al 34’ con Belleri, che colpisce la traversa con un colpo di testa su angolo dalla destra. Nella ripresa la Roma trova anche il 2-0, con De Rossi, che insacca in rete il pallone con uno splendido destro a giro su punizione dai 20 metri. Due minuti dopo arriva anche il 2-2 del Siena, e la Roma inizia a far festa, parzialmente disturbata dal 2-1 di Bellini giunto però troppo tardi per impensierire i giallorossi.

Napoli-Milan 3-1 Download Video Gol (36′ p.t. Hamšik; 24′ s.t. rig. Domizzi, 47′ s.t. Garics, 49′ s.t. Seedorf)

Uno dei peggiori Milan della stagione incappa nella decima sconfitta in questo campionato contro un Napoli tutt’altro che arrendevole, come poteva far pensare la classifica, a cui gli azzurri non chiedevano praticamente nulla. Il Napoli è disposto in campo splendidamente, e i partenopei pressano tutto ciò che si muove all’interno delle rettangolo verde. Tutto questo pressing porta al gol dell’1-0: Hamšik anticipa Gattuso e s’invola, nella metà campo rossonera non gli si fa incontro nessuno e dopo aver mandato fuori tempo Kaladze con una finta non ha difficoltà a battere Kalac con un destro che s’insacca alle spalle del portiere australiano. Dopo la prodezza dello slovacco, il Milan dà segnali di ripresa, ma si va al riposo sull’1-0 per la squadra di casa. Nella ripresa in campo c’è Pato al posto di Brocchi, ma il “Papero” combinerà poco o nulla nel tremendo pomeriggio rossonero. E intanto il Napoli continua a correre due volte quanto i rossoneri, e proprio da una fuga in velocità di un napoletano – Lavezzi – scaturisce il rigore che porterà Domizzi a spiazzare Kalac dagli undici metri. Sul 2-0 il Milan reagisce inserendo niente popò di meno che… il 37enne (il 27 giugno) Serginho al posto di un deludente Gattuso. Il Napoli trova addirittura il 3-0 con Garics, oltre a due legni con Bogliacino ed il solito Hamšik. Nel finale Seedorf trova il gol della bandiera su punizione, ma la sostanza non cambia, il Milan perde, e per il quarto posto bisogna sperare nell’impresa del Toro, già salvo, che domenica prossima ospiterà la Fiorentina.

Fiorentina-Parma 3-1 Download Video Gol (11′ p.t. Budan, 39′ p.t. Santana; 32′ s.t. Semioli, 41′ s.t. Osvaldo)

Quando Coly mette al centro il pallone su cui Budan si avventerà firmando l’1-0 gialloblù, la Fiorentina sembra gettare la spugna: dopo la doppia delusione dell’ultima settimana e mezzo, questo gol sembra la ghigliottina destinata a mettere definitivamente KO i viola. E invece no, dopo il gol di Budan c’è la pronta reazione della Fiorentina, che trova il gol del pareggio solo sul finire del primo tempo con Santana. E’ un gol importantissimo per gli uomini di Prandelli, che ci credono, favoriti anche dalle ottime notizie che provengono da Napoli, e così, meno di dieci minuti dopo il raddoppio partenopeo firmato da Domizzi, trovano con Semioli il vantaggio. A chiudere la partita ci pensa Pablo Daniel Osvaldo, che dopo la rete esplode la sua gioia con la mitragliatrice tanto cara a Batistuta. La Fiorentina è a +2 sul Milan con 90 minuti da giocare in trasferta in casa di un Torino già salvo. A meno di clamorosi ribaltoni, l’anno prossimo per la Fiorentina sarà Champions.

Juventus-Catania 1-1 Download Video Gol (3′ s.t. Martinez, 44′ s.t. Del Piero)

La Juve è ormai aritmeticamente terza, il Catania sogna invece i tre punti che significherebbero salvezza. La partita non è un inno allo spettacolo, ovvio, ma le occasioni in zona gol non mancano: la Juve si rende più volte pericolosa con Trezeguet, e il Catania risponde con il potente sinistro di Vargas, che impensierisce Buffon su punizione. La prima frazione si chiude però sullo 0-0, e nella ripresa gli entei trovano subito il vantaggio con un fortunoso colpo di pancia di Martinez, che supera Buffon sugli sviluppi di un calcio d’angolo dalla sinistra. Chi pensa che possa finire così resta deluso: il 2-2 del Siena a San Siro fa sì che l’Inter debba andarsi a giocare lo scudetto contro un Parma già retrocesso, e questo alla Juve non va giù: Del Piero segna il gol del pari, per lui il 19esimo in campionato, e toglie due punti e la salvezza matematica ai rossazzurri, costretti a guardarsi dalla B edizione 2008-09, a cui sfugge anche il Parma, costretto a battere l’Inter domenica per sperare ancora.

Reggina-Empoli 2-0 Download Video Gol (23′ s.t. Barreto, 34′ s.t. Amoruso)

La Reggina è salva, l’Empoli potrebbe esserlo domenica prossima, Catania e Parma permettendo. Nel primo tempo le squadre appaiono bloccate, se le poche occasioni capitano sui piedi dei due reggini Cozza e Brienza, mentre nell’Empoli c’è da segnalare il sinistro di poco a lato di Marchisio in chiusura di tempo. Nella ripresa si continua sulla stessa strada, e il gol arriva per mano, anzi, per piede di Edgar Barreto al 23esimo, quando il paraguagio sfodera un micidiale destro dai 30 metri che s’infila all’angolino alto alla sinistra di Bassi, preferito a Balli dopo la paperissima di domenica scorsa del 40enne ex portiere della Ternana. Al 34’ arriva anche il raddoppio reggino con Nick Amuroso, alla 101esima marcatura nella massima serie. Da qui in poi l’Empoli non ci crede più, e la Reggina incamera i tre punti e la tranquilla salvezza.

ALTRE PARTITE
Livorno-Torino 0-1 Download Video Gol (41′ p.t. Rosina)
Udinese-Cagliari 0-2 Download Video Gol (3′ s.t. Acquafresca, 10′ s.t. Cossu)
Palermo-Sampdoria 0-2 Download Video Gol (16′ s.t. Cassano, 31′ s.t. Maggio)
Genoa-Lazio 0-2 Download Video Gol (31′ p.t. Pandev, 47′ p.t. Rocchi)

CLASSIFICA
Inter 82, Roma 81, Juventus 71, Fiorentina 63, Milan 61, Sampdoria 59, Udinese 57, Napoli 50, Genoa 48, Palermo 46, Atalanta 45, Lazio e Siena 43, Cagliari 41, Torino 40, Reggina 39, Catania 36, Parma 34, Empoli 33, Livorno 30.

PROSSIMO TURNO (domenica 18 maggio ore 15)
Atalanta-Genoa
Cagliari-Reggina
Catania-Roma
Empoli-Livorno
Lazio-Napoli
Milan-Udinese
Parma-Inter
Sampdoria-Juventus (sabato 17 maggio, ore 15)
Siena-Palermo
Torino-Fiorentina

CLASSIFICA MARCATORI
19 gol: Borriello (Genoa), Del Piero (Juventus), Trezeguet (Juventus)
17 gol: Di Natale (Udinese), Mutu (Fiorentina)

Scritto da Antonio Giusto

Fonte
: RecontraGolazo

giovedì 8 maggio 2008

Dedicato a Zola


Questa la dedicarono i tifosi a Zola durante l’ultima partita con la maglia del Chelsea di “Magic Box” con la maglia dei Blues.

mercoledì 7 maggio 2008

Serie A 36a Giornata Video Highlights

Avevano ragione quelli di Sky, che ad agosto annunciavano trionfalmente che l’edizione 2007/08 della Serie A sarebbe stata la migliore di sempre. A 180 minuti dal termine l’unica cosa matematicamente certa è che la Juventus sarà terza e potrà quindi giocarsi i preliminari di Champions League ad agosto. Per il resto, tutto è possibile. Persino la Roma campione d’Italia e il Livorno salvo, almeno secondo l’aritmetica, non sono ipotesi da scartare. Certo è, però, che vedere i giallorossi trionfare sarebbe alquanto difficile: all’Inter basta raccogliere tre punti in due partite, la prima contro un Siena già salvo che andrà a San Siro senza alcuna motivazione, anche se il milanismo dichiarato di Beretta non dovrebbe far dormire sonni tranquilli ai nerazzurri. Nerazzurri che anche quest’anno, come dodici mesi fa, hanno buttato al vento il match point casalingo (anche se sulla carta gli uomini di Mancini erano in trasferta) che avrebbe loro consentito di festeggiare lo scudetto. Come l’anno scorso, poi, i Mancini Boys avranno l’occasione di rifarsi contro il Siena, sconfitto per 2-1 al Franchi il 22 aprile di un anno fa. Il 2-1 nel derby firmato da Inzaghi e Kaká va però letto anche dal punto di vista milanista: i rossoneri, complice anche la sconfitta rimediata dalla Fiorentina al Sant’Elia, si ritrovano ora al quarto posto della classifica, con un punto di vantaggio proprio sui viola e quattro sull’Udinese, ora sesta grazie al successo contro l’Empoli ed alla contemporanea sconfitta della Samp con la Roma. In coda non si può non parlare della clamorosa (l’Atalanta non aveva nessun motivo per vincere) sconfitta rimediata dal Livorno a Bergamo, contro un’Atalanta che, almeno sulla carta, sarebbe dovuta essere demotivata. I labronici sono ormai ad un passo dalla discesa in B, e per accompagnarli il più serio indiziato è l’Empoli di Cagni, sconfitto dall’Udinese ed ora penultimo a quota 33, a due punti dalla salvezza. Salendo un po’ più su c’è il Parma di Cúper, vittorioso contro un Genoa ormai già in vacanza. Attualmente salvo sarebbe il Catania, ma gli uomini di Zenga sono attesi da due insidiosissime sfide contro Roma e Juventus. La Reggina, attualmente a quota 36, ha in mano il suo futuro, visto che negli ultimi due turni se la vedrà con Empoli, in casa, e Cagliari, in trasferta. Salendo ancora si trovano Torino e Cagliari, dopo i sardi, ovvero dalla Lazio, a 40, in su, tutte sono già aritmeticamente salve.

Ecco gli Highlights di Sky Italia:

Milan-Inter 2-1 Download Video Gol (6′ s.t. Inzaghi; 11′ s.t. Kaká, 31′ s.t. Cruz)

Materazzi sognava di vincere lo scudetto e di estromettere i rossoneri dalla corsa alla Champions League nella stessa giornata. Purtroppo per lui non è stato così, e il risultato del derby riapre addirittura il discorso scudetto, visto che la Roma è appena tre punti sotto i nerazzurri. La partita, che nella ripresa sarà intensissima, nel primo tempo regala pochissime emozioni agli spettatori. Perché il match prenda vita bisogna aspettare l’inizio della ripresa, quando il Milan, che già aveva avuto la meglio sull’Inter nel primo tempo per quanto riguarda la mole di gioco creata, si porta in vantaggio dopo sei minuti con Pippo Inzaghi, che si fa trovare pronto all’appuntamento con il nono gol nelle ultime cinque partite. L’assist per l’ex piacentino porta la firma di Kaká, che cinque minuti dopo, sfruttando il pallone ingenuamente persone da Vieira nella propria trequarti campo, trafigge Júlio César con un preciso destro che non lascia scampo al goleiro nerazzurro. L’Inter deve allora rimboccarsi le maniche, e Mancini le Maniche le toglie addirittura, sostituendo al portoghese un Balotelli voglioso di dimostrare al coetaneo Pato che il migliore è lui. Balotelli però non riesce a trovare la via della rete, cosa che riesce invece a Julio Cruz, che approfitta dell’indecisione di kalac sul suo destro su punizione che batte il portiere dell’australiano sul proprio palo. L’Inter inizia a credere nel pareggio, ma il forcing finale, culminato con una punizione di Chivu sparata alta sopra la traversa a tempo scaduto dal romeno consegna i tre punti al Milan. I rossoneri sono ora in zona-Champions, da cui mancavano dal 24esimo turno, l’Inter invece vede rinviata la propria festa scudetto, che si svolgerà con tutta probabilità domenica prossima dopo il quasi certo successo sul Siena già salvo.

Sampdoria-Roma 0-3 Download Video Gol (30′ s.t. Panucci, 34′ s.t. Pizarro, 40′ s.t. Cicinho)

Solo Samp nel primo tempo, solo Roma dopo la notizia del doppio vantaggio del Milan sull’Inter. Nella prima frazione in campo sono i blucerchiati a dettar legge, ma non riescono a concretizzare anche a causa della gran giornata di Doni, superbo in più di una occasione, e della sfortuna, che per due volte salva la porta dei giallorossi facendo sì che i palloni calciato dagli attaccanti blucerchiati terminino sulla traversa. E così la Roma, quando decide di svegliarsi dopo l’uno-due rossonero a San Siro parte dallo 0-0, e non ha difficoltà ad agguantare la vittoria dopo il colpo di testa di Panucci, che batte Mirante e taglia le gambe ai blucerchiati, che spariscono di fatto dal rettangolo di gioco lasciando alla Roma l’ooportunità di raddoppiare con Pizarro e di triplicare con Cicinho. La Roma sogna il tricolore, la Samp dà addio al sogno chiamato Champions.

Cagliari-Fiorentina 2-1 Download Video Gol (20′ p.t. Jeda; 5′ s.t. Conti, 6′ s.t. Santana)

La Fiorentina, sfinita sia fisicamente che psicologicamente dalle fatiche infrasettimanali va a Cagliari alla ricerca di tre punti necessari per mantenere in vantaggio sul Milan, ma dopo i primi minuti di marca viola sono i sardi a salire in cattedra ed a trovare il gol del vantaggio al minuto numero 20, quando Jeda viene lasciato libero di insaccare il pallone alle spalle di Frey su azione di calcio d’angolo. Prandelli prova a ravvivare i suoi inserendo un affaticato Liverani, che non può fare miracoli, e si va negli spogliatoi sullo risultato di 1-0 per i rossoblu, che nella ripresa impiegano appena cinque minuti per raddoppiare. L’autore del gol è Daniele Conti, libero di battere Frey da pochi passi. La Viola ci mette appena un minuto a reagire con Santana, che batte Storari per il 2-1 che riapre il match. I viola però non passano, ed alla fine il risultato premia il Cagliari, ormai ad un passo dalla riconferma in Serie A.

Catania-Reggina 1-2 Download Video Gol (41′ p.t. Amoruso; 45′ s.t. rig. Amoruso, 48′ s.t. Martinez)

Nella caldissima sfida del Massimino si vedono opposte due squadre alla disperata ricerca di punti, e il pronostico è incertissimo, anche se il Catania ha costruito in casa quella che - se il campionato finisse oggi - sarebbe la seconda salvezza di fila per gli etnei, mentre la Reggina non vince in trasferta da oltre un anno. Quando si lotta per la salvarsi, però, le statistiche possono tranquillamente andare al diavolo, e infatti al 41’ è la Reggina a portarsi in vantaggio con Nick Amoroso, che si fa trovare pronto all’inzuccata sul cross dalla sinistra di capitan Cozza. Nella ripresa in campo c’è solo il Catania, ma la prima rete della seconda frazione la trova gli amaranto, ancora con Nick Amoroso, al centesimo centro in A, che dal dischetto batte Polito. Nel finale Martinez rende meno amara la sconfitta del Catania, ma i rossoazzurri ora rischiano grosso.

Atalanta-Livorno 3-2 Download Video Gol (11′ s.t. Doni, 14′ s.t. Ferreira Pinto, 19′ s.t. Rossini, 36′ s.t. Pavan, 44′ s.t. Padoin)

L’Atalanta era già salva da tempo, mentre il Livorno aveva un disperato bisogno di punti-salvezza. Risultato scontato? No, ovviamente, perché nell’“annata migliore di sempre” anche chi è già salvo ci mette il cuore. E infatti, dopo una prima frazione di marca atalantina, nella ripresa sono proprio a padroni di casa a portarsi in vantaggio con Cristiano Doni, che così diventa il miglior marcatore nella storia della Dea. Passano tre minuti, e al 14’ Ferriera Pinto raddoppia con la complicità di un tutt’altro che impeccabile Amelia. Gli amaranto ci credono perché devono farlo, e riescono addirittura ad agguantare il pareggio con Rossigni e Pavan. Nel finale però Padoin spegne i sogni del Livorno con una prodezza: controllo di tacco e fantastico pallonetto per battere Amelia, stavolta fuori posizione. Il Livorno ha un piede e mezzo in B.

ALTRE PARTITE

Empoli-Udinese 0-1 Download Video Gol (17′ p.t. Quagliarella)

Lazio-Palermo 1-2 Download Video Gol (25′ p.t. Pandev; 37′ s.t. e 47′ s.t. Amauri)

Parma-Genoa 1-0 Download Video Gol (13′ s.t. Lucarelli)

Torino-Napoli 2-1 Download Video Gol (27′ p.t. rig. Rosina; 8′ s.t. Contini, 11′ s.t. Di Michele)

Siena-Juventus 1-0 Download Video Gol (7′ p.t. Kharja)

CLASSIFICA
Inter 81, Roma 78, Juventus 70, Milan 61, Fiorentina 60, Udinese 57, Sampdoria 56, Genoa 48, Napoli 47, Palermo 46, Atalanta 45, Siena 42, Lazio 40, Cagliari 38, Torino 37, Reggina 36, Catania 35, Parma 34, Empoli 33, Livorno 30.

MARCATORI
19 gol: Borriello (Genoa), Trezeguet (Juventus)
18 gol: Del Piero (Juventus)
17 gol: Di Natale (Udinese), Mutu (Fiorentina)

Scritto da Antonio Giusto

Fonte: RecontraGolazo

lunedì 5 maggio 2008

Newcastle - Chelsea 0-2


PARTITA – Davanti agli oltre 52.000 del St. James’ Park, tutto esaurito anche per una gara pressoché inutile per i padroni di casa, va di scena Newcastle – Chelsea. I padroni di casa non hanno nulla da chiedere alla classifica, ma vantano quattro vittorie e tre pareggi nella ultime sette partite.
Sulla carta gli schieramenti delle due squadre sono identici, ma il 4-3-3 del Newcastle prevede tre punte pure quali Martins, Owen e Viduka, il Chelsea invece si dispone in campo con un 4-3-3 che è tale solo in fase offensiva, dato che quando il pallone è tra i piedi degli avversari Anelka e Malouda arretrano a centrocampo, lasciando Drogba isolato in avanti. I Magpies adottano la miglior formazione possibile, i Blues lasciano invece a riposo i due Cole, Joe ed Ashley, nemmeno in panchina, e Frank Lampard.
Parte meglio il Newcastle, che ha anche la prima occasione della gara con Owen, servito con preciso pallonetto da Butt, che cerca il colpo sotto ma colpisce male ed il pallone finisce alto sulla porta difesa da Petr Čech. Dopo l’occasione capitata all’ex stella del Liverpool il Chelsea si sveglia, e prende in mano le redini del gioco. Il Newcastle però non si fa schiacciare nella propria metà campo e riesce a rendersi pericoloso dalle parti di Čech in qualche occasione, in particolare al 27esimo, quando Viduka e Owen si vedono negare la gioia dell’1-0 rispettivamente da Čech e Terry, che verrà ammonito pochi minuti dopo per un fallo di ostruzione proprio sul “Pallone d’oro 2001”. Il Newcastle prende fiducia e si sbilancia nella metà campo dei Blues, che però ripartono bene e mettono paura ad Harper quando al 34’ Ballack, servito da Essien in 4 contro 1 generatosi a causa dell’assetto eccessivamente offensivo dei Magpies, spara alto con il sinistro a pochi passi dalla porta dei bianconeri. Questa resterà l’azione più ghiotta della prima parte di gara, che si chiude sul – giusto, per quanto visto in campo – risultato di 0-0, con il Chelsea che ha fatto la partita ma con un Newcastle più pericoloso sotto porta.
La ripresa inizia con Smith al posto di un deludente Viduka. Il Chelsea si getta subito all’attacco, consapevole del fatto che una vittoria contro il Newcastle è necessaria per continuare a sperare nel titolo, e il primo quarto d’ora della ripresa è tutto di marca Chelsea. Gli uomini di Grant schiacciano il Newcastle nella propria metà campo, tenendo sotto costante pressione i bianconeri, costretti a concedere ben quattro corner, dopo l’unico dei primi 45’, ai Blues nel primo quarto d’ora della ripresa. Ed è da uno di questi che al 53’ scaturisce un’occasionissima per John Terry, che sbuca sul primo palo e manda il pallone a stamparsi sulla traversa ad Harper battuto. I Blues non si demoralizzano, e continuano ad attaccare i Magpies. Malouda sfreccia sulle fasce, e al 59’ a Faye eccellente fino a quel momento – tocca stenderlo (e prendersi il giallo) per evitare pericoli per la propria porta. Sul punto di battuta si presentano lo stesso Malouda e Drogba. Dopo la finta del francese, l’ivoriano mette al centro un pallone morbido che Ballack (marcato non irreprensibilmente da Alan Smith, non certo il miglior colpitore di testa dei Magpies) non ha alcuna difficoltà ad insaccare il pallone alle spalle di un incolpevole Harper. Inizia allora la girandola dei cambi, con Grant che chiama fuori un impalpabile Anelka per inserire Lampard. Keegan risponde inserendo Duff al posto di Geremi, un ex per un altro, insomma. E se l’inserimento di Duff porterà solo qualche pericolo nell’azione successiva al cambio in cui il Newcastle sfiorerà il punto del pari prima con Martins e poi con Owen, Lampard metterà il proprio zampino nella rete del 2-0: dopo un’azione confusa nell’area dei Magpies il Chelsea decide di ripartire da dietro, e quando il pallone finisce tra i piedi di Lampard il 60 volte nazionale inglese serve un pallone delizioso per Malouda, che scatta sulla linea del fuorigioco e davanti ad Harper non sbaglia, impreziosendo la propria miglior prestazione con la maglia del Chelsea con un gol. Dopo la rete del raddoppio Grant toglie Drogba concedendo a Shevchenko i consueti ultimi cinque minuti, nei quali non ci sono particolari emozioni, come anche nei 4’ di recupero, eccezion fatta per un’occasione capitata ad Essien al 93’, in cui l’ex stella del Lione si è visto fermare da Harper.
Dopo 94 minuti e 43 secondi Bennett fischia la fine. Il Chelsea si giocherà il titolo all’ultima giornata contro il Bolton, sperando che il Manchester United non batta il Wigan già salvo. Il Newcastle perde, ma esce a testa alta dal St. James’ Park, consapevole di aver onorato anche questo impegno inutile per la classifica.

PROMOSSI
– Il migliore in campo è Malouda, incontenibile nella ripresa, corona la sua miglior partita con la maglia del Chelsea con un gran gol. Gol propiziato da Frank Lampard, anch’egli ottimo nei 25 minuti trascorsi in campo. Smpre restando in tema di gol, da segnalare anche la prova di Ballack, autore dell’1-0 e sempre reattivo nella metà campo dei Magpies. Gran partita anche di Essien, ma in generale bene tutto il Chelsea, eccezion fatta per Anelka, impalpabile.
Nel Newcastle in evidenza Butt, come anche l’ottimo Faye, sempre pronto su Drogba, a cui è riuscito a negare la gioia della rete. Bene anche i volenterosi Owen e Martins, molto volenterosi ma poco concreti sotto porto.

BOCCIATI
– Si è trattato di una bella partita, e quindi di bocciati ce ne sono pochi. Nel Chelsea l’unico è Anelka, ma davvero pericoloso, ma dopotutto ha ragione: non è fatto per giocare al fianco di Drogba.
Tra i Magpies male Viduka, in una pessima condizione fisica anche a causa dei recenti problemi ai legamenti, Barton e José Enrique. Escluso N’Zogbia, male anche i sostituti Duff e Smith.

TABELLINO
Newcastle – Chelsea 0-2
(primo tempo 0-0)
Marcatori: Ballack al 59’, Malouda all’82’.
Chelsea (4-3-3): Čech 6; Ferriera 6, Carvalho 6 (Alex s.v. dal 78’), Terry 6.5, Bridge 6; Essien 7, Mikel 6.5, Ballack 7; Anelka 5.5 (Lampard 7 dal 65’), Drogba 6.5 (Shevchenko s.v. dall’86’), Malouda 7.
Newcastle (4-3-1-2): Harper 6; Beye 6, Taylor 6, Faye 6.5, José Enrique 5 (N’Zogbia s.v. dal 77’); Gérémi 6 (Duff 5.5 dal 71’), Butt 6.5, Barton 5.5; Owen 6.5; Viduka 5 (Smith 5 dal 46’), Martins 6.5.
Ammoniti: Faye al 59’, José Enrique al 75’ (Newcastle); Terry al 34’, Malouda al 68’ (Chelsea).

giovedì 1 maggio 2008

Chelsea - Liverpool 3-2


PARTITA - Dopo il pareggio per 1-1 dell’andata il Liverpool va a Stamford Bridge con la sola possibilità di segnare. Al Chelsea basterebbe uno 0-0, ma Čech ha dichiarato che i suoi Blues se la giocheranno, e infatti sarà così.
Benitez sceglie lo schieramento “da Champions League”, quello che prevede davanti a Pepe Reina i consueti quattro in linea, Arbeloa, Carragher, Škrtel e Riise, desideroso di riscattarsi dopo il clamoroso autogol dell’andata. Davanti alla difesa la consolidata coppia composta da Xabi Alonso e Mascherano, dietro Fernando Torres, unica punta, un terzetto composto da Kuyt a destra, Gerrard al centro e Benayoun a sinistra. Grant risponde con un 4-3-3 che diventa 4-5- 1 in fase di non possesso: davanti a Čech una difesa a quattro composta dai consueti centrali, Terry e Carvalho, sulle fasce a sinistra Ashley Cole e a destra la sorpresa Essien, schierato terzino visto il sovraffollamento a centrocampo. I tre centrali sono Makelele, che fa da schermo davanti alla difesa, Lampard sul centrodestra e Ballaci sul centrosinistra. In attacco la prima punta è ovviamente Didier Drogba, supportato da Joe Cole a destra e Kalou a sinistra.
Se si giocasse ad Anfield il match sarebbe un assedio rosso della durata di 90 minuti più eventuali recupero e supplementari, ma si gioca a Stamford Bridge, nella tana del Chelsea, e il Liverpool ricorda più l’Inter degli ottavi che il Liverpool ammirato nei quarti contro l’Arsenal, lasciando in mano ai Blues il pallino del gioco. La prima occasione davvero ghiotta capita sui piedi di Fernando Torres, servito alla perfezione da Gerrard, ma il Niño la spreca calciando su Čech, bravo ad opporsi al sinistro da distanza ravvicinata dello spagnolo. La partita procede senza particolari emozioni ma su livelli comunque alti, e prima del 32’ c’è da annotare solo l’uscita dal terreno di gioco di Škrtel, fattosi male al ginocchio destro, sostituito da Hyypiä. Dicevamo del 32esimo: Lampard innesca Kalou che scatta sul filo del fuorigioco, e dopo essere rientrato scarica un violento destro sul secondo palo a cui Reina si oppone non senza difficoltà. Il pallone però resta nell’area dei Reds, e il più lesto ad avventarvisi è Didier Drogba, che con il piattone trafigge l’ex portiere di Barça e Villarreal. Dopo l’1-0 dei Blues ci si aspetterebbe una pronta e rabbiosa reazione degli avversari, ma così non è, e il Liverpool, anziché gettarsi in avanti alla ricerca del pareggio, continua a subire le iniziative del Chelsea, pericolosissimo al 42’, quando Ballack colpisce il supporto della rete con uno splendido calcio di punizione da circa 25 metri. La ripresa inizia con un Liverpool decisamente diverso da quello della prima frazione, e i Reds si rendono pericolosissimo dalle parti di Čech prima con Kuyt, sulla cui conclusione d’esterno destro il portiere ceco è chiamato ad un grande intervento, e poi, per due volte, con Fernando Torres. Dopo la sfuriata del Liverpool le cose tornano com’erano prima, con il Chelsea che detta i tempi del match cercando anche il raddoppio, senza che il Liverpool riesca a fermarlo. Benitez però resta calmo, e si limita ad invertire la posizione degli esterni: Kuyt va a sinistra e Benayoun si sposta a destra, dove si trova più a suo agio rispetto che a sinistra. La dimostrazione arriva al 64’, quando è proprio l’israeliano, dopo un’insistita azione personale, a servire Torres davanti a Čech, che non può nulla sul destro dello spagnolo che fa 1-1. I due tecnici provano a cambiare le carte in tavola con un cambio per parte, nel Chelsea Grant decide di sostituire il brillante Kalou con Malouda, Benitez invece toglie l’assit-man Benayoun per mettere dentro Pennant. Tatticamente non cambia nulla. Il match intanto si avvia alla conclusione con poche emozioni, unica forse quella capitata sui piedi di Essien al 76’, quando il terzino destro ghanese dopo una sgroppata sulla fascia destra conclude sull’esterno della rete con il sinistro. Negli ultimi minuti le squadre si accontentano dei supplementari, con il Liverpool che rinuncia addirittura all’ultimo pallone da gettare nell’area dei Blues sperando che la dea bendata gli restituisca quanto gli ha sottratto otto giorni fa. Si va così ai supplementari, dove la logica vorrebbe veder prevalere i Reds, che sabato scorso hanno affrontato il modesto Birmingham (pareggiando tra l’altro per 2- 2 in rimonta) con il campo nove riserve a differenza del Chelsea, impegnato nella importantissima sfida-scudetto con lo United di Ferguson in cui tutti hanno dato tutto, come dimostrato dal 2-1 finale. La logica viene accontentata solo in apertura di extra-time, quando il Liverpool sembra avere qualcosa in più del Chelsea sul piano fisico, ma il fattore psicologico è tutto dalla parte dei Blues, desiderosi di raggiungere la prima finale di Champions League della propria storia eliminando proprio coloro che gli hanno negato questo sogno per ben due volte nelle ultime quattro stagioni. Dopo la pericolosissima incocciata di Hyypiä, infatti, in campo c’è solo il Chelsea: i Blues si vedono prima annullare un gol di Essien per fuorigioco attivo di Drogba, che si trovava davanti a Reina al momento della conclusione del ghanese, poi, un minuto dopo, in seguito ad una rimessa proprio di Essien, Hyypiä stende Ballack in area. Rosetti non ha dubbi, ed indica il dischetto, su cui si presenta Lampard, che trasforma e dedica la rete alla sua mamma, scomparsa una settimana fa, scoppiando poi a piangere. Dopo l’ingresso di Babel al posto di Torres e l’ammonizione di Arbeloa il primo tempo supplementare sembra ormai concluso, ma al 105’ il neoentrato (al posto di Joe Cole) Anelka mette un insidioso pallone basso e teso sul primo palo, su cui si fionda Drogba che trova il gol del 3-1 che sembra chiudere i conti per il discorso qualificazione. Il Liverpool, stremato, negli ultimi 15 minuti cerca comunque l’impresa impossibile, prima con Hyypiä, che reclama un rigore per un fallo di Drogba ai suoi danni in seguito ad un corner di Gerrard dalla destra, poi con Babel, che da 40 metri circa batte Čech, eccessivamente rilassato, e riapre il discorso qualificazione. Il Liverpool però è al lumicino, e non riesce più ad impensierire i Blues. Rosetti fischia la fine al 121’ sul rilancio di Reina, e Stamford Bridge può esplodere, così come Avram Grant, sicuramente il più felice di aver raggiunto questo traguardo, cosa mai fatta dal suo - scomodo - predecessore Mourinho sulla panchina dei Blues.

Antonio Giusto
TABELLINO
Chelsea - Liverpool 3-2 d.t.s (1-1 dopo i regolamentari)

Marcatori: Drogba (C) al 33’ p.t.; Torres (L) al 19’ s.t.; Lampard (C) su rigore all’8’, Drogba (C) al 15’ p.t.s.; Babel (L) al 12’ s.t.s.
Chelsea (4-3-3): Čech 6; Essien 7, Carvalho 6, Terry 6.5, A.Cole 6; Ballack 6.5, Makelele 6.5, Lampard 7 ( 14’ s.t.s. Shevchenko s.v.); J.Cole 5.5 ( 1’ p.t.s. Anelka 6), Drogba 7.5, Kalou 6.5 (25’ s.t. Malouda 5.5). (Cudicini, Alex, Belletti, Mikel). All. Grant 6.5.
Liverpool (4-2-3-1): Reina 5.5; Arbeloa 5.5, Carragher 6.5, Škrtel s.v. ( 23’ p.t. Hyypiä 5.5), Riise 5.5; Xabi Alonso 6.5, Mascherano 6; Kuyt 5.5, Gerrard 6.5, Benayoun 6.5 ( 33’ s.t. Pennant 5.5); Torres 6.5 ( 9’ p.t.s. Babel 7). (Itandje, Finnan, Lucas Leiva, Crouch). All. Benitez 5.5.
Arbitro: Rosetti (Italia)
Note: spettatori 42.000. Ammoniti Xabi Alonso ed Arbeloa (L). Recuperi: 1’ p.t., 2’ s.t., 0' p.t.s., 1' s.t.s.

Fonte: SportBeat