domenica 31 agosto 2008

Serie A: 1ª giornata

Ecco tutti i risultati commentati e gli highlights della prima giornata di Serie A di Sky:

Udinese - Palermo 3-1 Download Video Gol: Di Natale, Di Natale, Bresciano, Inler

Un Di Natale in formato deluxe è l’uomo-partita contro il Palermo, ma non va sottovalutata la gran prova dell’intero undici friulano: a centrocampo D’Agostino fa girare bene la squadra, Inler è addirittura monumentale, in attacco Quagliarella e Pepe (che costringe il «Niño Maravilla» Alexis Sanchez in panchina) dialogano alla grande con Totò Di Natale. La difesa invece non corre grandi rischi anche a causa della giornata storta di Cavani, che sotto porta non ne combina una giusta. Dopo i due capolavori del numero 10 bianconero infatti la timida reazione palermitana porta la firma di Bresciano, che insacca di punta un pallone sporco. Dopo due minuti arriva il 3-1 di Inler, autore di una partita da incorniciare. A risultato acquisito l’Udinese preferisce non infierire sul Palermo, ancora a corto di amalgama (che Zamparini, purtroppo per lui, non può acquistare) soprattutto in difesa, dove l’intesa tra Amelia ed i difensori rasenta lo zero.

Sampdoria - Inter 1-1 Download Video Gol: Ibrahimovic, Del Vecchio

La prima dello «Special One» in campionato si conclude con un pari. Il risultato non è quanto si aspettava la tifoseria nerazzurra, ma è sicuramente la miglior espressione numerica di quanto fatto vedere dalle due squadra. L’Inter di Mourinho, decimata e stravolta (con Cambiasso arretrato al centro della difesa a fare il regista si è trovato Stankovic, non esattamente il giocatore più adatto a ricoprire tale posizione) dagli infortuni è riuscita comunque a portarsi in vantaggio con Ibrahimović, autore di un gol da attaccante vero dopo una magnifica combinazione con Mancini. La squadra nerazzurra è però calata con il passare dei minuti, lasciando l’iniziativa alla Samp di Mazzarri nella ripresa, e dopo l’ingresso di Padalino (57’) ai blucerchiati sono bastati pochi minuti per trovare il meritato pari con Gennaro Delvecchio, che dopo essersi liberato di Materazzi (questo il suo unico errore dell’incontro) infila Julio Cesar con una zampata di destro. Dopo l’1-1 Mourinho sbilancia la squadra in avanti con gli inserimenti di Balotelli, Crespo e Jimenez, ma la Samp si difende bene e riesce a portare a casa un preziosissimo punto.

Atalanta - Siena 1-0 Download Video Gol: Padoin

I problemi in fase difensiva del Siena erano ben noti a tutti, e l’Atalanta li ha evidenziati con facilità. Sul gol di Padoin infatti Ficagna e Portanova sono colpevoli di una disattenzione clamorosa, che lascia l’ex vicentino libero di concludere alla perfezione una grande azione costruita da Doni e Ferreira Pinto sulla destra. Il Siena dovrebbe reagire, ma i bianconeri non sono capaci di andare oltre il lancio lungo per le punte, che non crea problemi alla difesa atalantina. Nella ripresa Maccarone perde la testa facendosi espellere, ed un Siena già impotente in undici contro undici è costretto ad alzare bandiera bianca.

Cagliari - Lazio 1-4 Download Video Gol: Larrivey, Zarate, Zarate, Foggia, Pandev

«Zarate può essere una sorpresa», scrivevo nella pluricitata presentazione del campionato. Anche in questo caso, la prima giornata mi ha dato ragione. Dopo il gol di Larrivey (l’anno scorso ci mise 38 giornate per sbloccarsi, quest’anno in gol alla prima, che si sia finalmente ambientato?) che sembra ribadire che il Sant’Elia è inespugnabile, ma un erroraccio di Lopez cambia completamente la partita: fuori il difensori uruguagio, Zarate sul dischetto per il possibile 1-1, che l’argentino non fallisce. Ed è sempre Zarate a ribaltare il risultato battendo Marchetti con un gran pallonetto. Pasquale Foggia (fischiatissimo dai suoi ex tifosi) e Goran Pandev completano poi l’opera, fissando sull’1-4 il risultato.

Catania - Genoa 1-0 Download Video Gol: Mascara

Al Massimino si affrontavano due squadre profondamente rinnovate in sede di mercato, ma il gran caldo ha impedito ad entrambe di esprimersi sui propri livelli. Il Catania comunque gioca meglio, ma il primo tempo si conclude a reti bianche con la complicità del Genoa, che in attacco si rende poco pericoloso a causa dell’assenza di un centravanti, ruolo che Olivera sembra essere buono a ricoprire solo contro squadra da precampionato. Nella ripresa serve un quarto d’ora a Mascara per marcare l’1-0 che sarà poi il risultato finale.

Chievo - Reggina 2-1 Download Video Gol: Corradi, Marcolini, Italiano

Nella prima frazione il Chievo è l’unica squadra a rendersi pericolosa in avanti, con Campagnolo che risulta il migliore dei suoi facendosi sempre trovare pronto sulle conclusioni dei clivensi. Nella ripresa – o, per meglio dire, negli ultimi venti minuti – si sveglia anche la Reggina, che al 72’ guadagna e trasforma un rigore con Corradi. Risponde immediatamente Marcolini dal dischetto, fissando il risultato sull’1-1, che persiste sino a due minuti dal termine, quando Italiano beffa Campagnolo (fin lì il migliore tra i suoi) con un destro da fuori area.

Milan - Bologna 1-2 Download Video Gol: Di Vaio, Ambrosini, Valiani

«Fosse arrivata la prima punta di peso che tanto serviva a questo Milan, adesso i rossoneri sarebbero i principali candidati per la vittoria finale dello scudetto», scrivevo nella presentazione del campionato. A giudicare da quanto visto contro il Bologna, avevo ragione. Il Milan ha creato tanto, tantissimo, con Ronaldinho (autore comunque di un’ottima partita), ma tra Inzaghi, Shevchenko («Attenzione a Shevchenko: può essere un Ronaldo-bis», scrivevo sempre nella presentazione del campionato) e Pato, l’unico in grado di buttarla dentro su invito del dentone è stato Ambrosiani, uno che secondo Galliani andrebbe provato al centro della difesa. Ecco, la difesa, vero punto debole del Milan: contro il Bologna al centro c’erano un 40enne - si chiamerà anche Paolo Maldini, ma è pur sempre un 40enne - ed un Kaladze che sta attraversando una pessima fase della carriera contraddistinta da pericolose dormite in momenti caldi del match. Grazie alle debolezze difensive dei rossoneri Di Vaio ha messo a segno lo 0-1, a cui ha poi risposto il già citato Ambrosini con un gran colpo di testa su cross di Ronaldinho. Il Bologna però difende bene, a differenza del Milan, e trova il 2-1 con Valiani. Dopodichè il Milan si getta in avanti, ma dopo 80 minuti di gara il 31 agosto non si può fare molto, e così il Bologna strappa tre preziosissimi punti ad un Milan che ricorda tanto il Real di Florentino Perez: tante star in avanti ma difesa non all’altezza, però il Real puntava anche sui «Pavones», il Milan i suoi (Sammarco, Pozzi, Abate) li ha regalati in giro per l’Italia.

Roma - Napoli 1-1 Download Video Gol: Aquilani, Hamsik

Aquilani in panchina è un peccato mortale, che Spalletti non commette a causa dell’infortunio di Totti e dell’inesperienza di Menez: con loro pronti già dal primo minuto il centrocampista di Montesacro si sarebbe dovuto accomodare in panchina. Aquilani, conscio della situazione, capisce che non bisogna certo lasciarsi scappare tali occasioni, e con la collaborazione di De Rossi, che gli serve un gran pallone al limite dell’area, segna l’1-0. Dopo il gol della Roma il ritmo cala: fa troppo caldoper giocare a pallone, figurarsi per provare ad emulare il pirotecnico 4-4 della scorsa stagione. Nella ripresa il Napoli parte meglio, ma al 9’ il rosso sventolato in faccia a Santacroce da Rizzoli sembra chiudere la partita. Non è così, anzi il Napoli impiega solo un minuto per pareggiare i conti con Hamsik, caparbio a raccogliere la respinta della traversa e ad insaccare il pallone nella porta vuota in acrobazia. La Roma torna in avanti, ma Lavezzi in contropiede mette paura a Doni per ben due volte, e Menez non è da meno. La freddezza sotto porta dei due è però inversamente proporzionale alla loro straordinaria classe, e così l’incontro si chiude con un 1-1 tutto sommato giusto.

Torino - Lecce 3-0 Download Video Gol: Rosina, Zanetti, Bianchi

Il rinnovato Toro miete la prima vittima di quella che si preannuncia come una stagione di grandi soddisfazioni per i tifosi granata, che finalmente vedranno la propria squadra impegnata a lottare per qualcosa in più della salvezza. Contro il Lecce la squadra parte bene, ma ai granata serve l’aiuto della Dea Bendata per avere la meglio sul Lecce: prima un insidiosissimo corner dalla destra di Antunes va a schiantarsi sul palo (19’), poi un – inspiegabile – intervento da pallanuotista di Diamoutene causa un rigore che Rosina trasforma con freddezza. Ancora fortuna per il Toro: un sinistro di Amoroso, destinato nelle mani di Benussi, trova sulla sua traiettoria Paolo Zanetti, la cui – involontaria – deviazione porta il Toro sul 2-0. Ci pensa la traversa (anche qui c’è lo zampino della Dea Bendata) a lasciare Sereni imbattuto: il potentissimo destro di Caserta dai 20 metri va a colpire la traversa. Nella ripresa arriva anche il 3-0 ad opera di Rolando Bianchi.

Fiorentina - Juventus 1-1 Download Video Gol: Nedved, Gilardino

Gilardino è tornato: stop di petto, virata e destro imparabile per Buffon. Nessuna sorpresa per il sottoscritto, che nell’ormai “solita” presentazione della Serie A annunciava che «Gilardino sarà la prima punta da 20 gol a stagione che ai viola manca dal «sì» di Toni al Bayern». La rete dell’ex stella del Parma arriva però all’89’, dopo una partita non bellissima che aveva visto la Juve portarsi in vantaggio al 39’ con un gol «made in Czech»: discesa di Grygera sulla destra e cross basso per Nedved che infila il pallone in rete da pochi passi. Prima della fine della prima frazione c’è il tempo per due occasioni bianconere, ma né Amauri né Del Piero riescono a superare Frey. Nella ripresa la Fiorentina attacca con convinzione, ma non riesce a mettere paura alla Juve, e quando Felipe Melo viene espulso all’83’ sembra calare il sipario sul match. Ed invece a pochi minuti dal termine Pazzini spizza di testa un pallone al limite dell’area su cui si avventa Gilardino, che lo controlla di petto, si gira in fazzoletto irridendo Mellberg e segna il gol dell’1-1. Amauri ci prova al 92’, ma Frey è reattivo e la Fiorentina porta a casa un pari che per Prandelli vale quanto una vittoria.

Scritto da Antonio Giusto

Fonte: RecontraGolazo

Tutti i gol della prima giornata in un file: Download Video


sabato 30 agosto 2008

Manchester United - Zenit San Pietroburgo 1-2


PRIME OCCASIONI – Dopo mezz’ora di battaglia a centrocampo e di riposo per i portieri, lo United – che fino a quel momento aveva fatto la partita – riparte in contropiede con Tevez che dopo un’incredibile azione sulla destra serve Rooney dinanzi alla porta, ma l’ex stella enfant prodige dell’Everton perde il tempo e calcia su Malafeev. Risponde lo Zenit con Križanac, che sbuca sul secondo su un cross dalla trequarti di Dominguez, ma van der Sar si trova al posto giusto nel momento giusto e respinge il pallone, impresa che purtroppo non gli riesce sette minuti dopo, quando sul corner dalla sinistra di Dominguez Denisov prolunga il pallone sul secondo palo dove Pogrebnyak anticipa Scholes e fa 1-0.

DOMINIO ZENIT – Al rientro in campo lo Zenit presenta una novità recante sulla maglia il numero 10, si tratta di Andrej Arshavin, che prende il posto di Dominguez, ben comportatosi nel primo tempo. Con Arshavin però è tutt’altra musica: il piccolo (172 cm x 62 kg) attaccante pietroburghese fa impazzire la difesa dei Red Devils, e del suo ingresso si giova l’intera squadra, che trova il raddoppio al 59’ con Danny, che dimostra di valere almeno 15 dei 30 milioni sborsati per lui partendo della trequarti e facendo ammattire mezza difesa dello United prima di insaccare il pallone alle spalle di van der Sar.

ARREMBAGGIO UNITED – Sotto di due gol, Sir Alex Ferguson si gioca le carte Park e O’Shea, gli unici due over 21 presenti in panchina oltre a Wes Brown, che subentrerà a Gary Neville al 76’. E sono proprio i due neoentrati a confezionare, con la collaborazione di Tevez, la prima azione pericolosa dello United nella ripresa. Ci prova poi l’argentino (66’, palla alta), poi nuovamente O’Shea (69’, tiro contrato da Širl), quindi Scholes, ma la sua conclusione da fuori area termina alta. Per il gol dello United bisogna attendere il 73’, quando sugli sviluppi di un corner di Nani dalla destra Tevez serve a Vidic il pallone dell’1-2. Lo United è ormai tutto proteso in avanti alla ricerca del gol che varrebbe i supplementari, ma non riesce mai ad impegnare seriamente Malafeev (chiamato ad una sola vera parata su O’Shea, all’86’). Dello sbilanciamento in avanti del Manchester approfitta lo Zenit, che all’87’ imbastisce un gran contropiede con Arshavin e Danny, ma il portoghese si divora il gol-Supercoppa tenendo in vita le speranze del Manchester, che torna all’attacco con tanta, forse troppa veemenza, che porta Scholes ad improvvisarsi Maradona segnando di Mano, ma l’arbitro Larsen vede e provvede, annullando il gol ed espellendo Scholes per somma di ammonizioni.

FESTA RUSSA – Gli ultimi assalti dello United non vanno a buon fine, e così al triplice fischio di Larsen che decreta la fine del match lo Zenit può esultare: è la prima squadra russa a vincere la Supercoppa Europea. Ai campioni di Russia vanno anche i complimenti di Ferguson: «Lo Zenit ha meritato di vincere, è innegabile, mi congratulo con loro per la vittoria». Advocaat è addirittura euforico, e pensa già alla Champions League: «visto quello che abbiamo fatto in Coppa UEFA perché non ripeterci in Champions League?».

TABELLINO
Manchester United - Zenit San Pietroburgo 1-2 (primo tempo 0-1)
Marcatori: Pogrebnyak (Z) al 44' p.t.; Danny (Z) al 14', Vidic (M) al 28' s.t.
Manchester United (4-3-3): Van der Sar; Neville (31' s.t. Brown), Ferdinand, Vidic, Evra; Fletcher (15' s.t. O'Shea), Scholes, Anderson (15' s.t. Park); Tevez, Rooney, Nani. (Kuszczak, Possebon, Gibson, Campbell). All. Ferguson.
Zenit San Pietroburgo (4-3-2-1): Malafeev; Anyukov, Krizanac (26' s.t. Radimov), Puygrenier (18' s.t. Shirokov), Sirl; Denisov, Tymoschuk, Zyryanov; Danny, Dominguez (1' s.t. Arshavin); Pogrebnyak. (Contofalsky, Fayzulin, Tekke, Kim). All. Advocaat.
Arbitro: Bo Larsen (Dan).
Note: spettatori 20mila circa. Espulso Scholes al 45' s.t. per doppia ammonizione. Ammoniti Anderson e Tevez per gioco scorretto. Recupero: 1' p.t., 4' s.t.
Antonio Giusto

Fonte: SportBeat

sabato 23 agosto 2008

Presentazione: Serie A 2008/09


Foto: Eurosport
È finalmente nata la quinta sorellina: mamma Serie A ha dato alla luce una splendida Fiorentina, il cui papà è Pantaleo Corvino. Diventano così cinque le sorelle della serie A (per tornare a sette manca ancora poco: mamma Serie A è nuovamente in dolce attesa: stavolta il papà è Aurelio De Laurentiis, e il bebé si chiama Napoli), dato che questa Fiorentina ha ormai tutte le carte in regola – anche se un po’ d’esperienza in più farebbe certamente comodo – per giocarsela alla pari con le altre quattro sorelle: la superfavorita Inter rinforzata dall'arrivo di Mourinho, decisivo (e pagato) quanto un calciatore di primissimo piano; la Juventus finalmente tornata in Champions e dotata di un attacco per cui l’unico aggettivo possibile è «stellare»; il Milan del formidabile trio offensivo composto da Kaká, Ronaldinho e Pato ed infine la Roma, che non è riuscita ad ingaggiare Mutu ma in compenso si è assicurata Julio Baptista. Perché le sorelle tornino sette, però, c'è bisogno di un’aggiunta, che verrà certamente fuori dal lotto composto da: Lazio, che ha condotto un ottimo mercato sia in entrata che in uscita; Udinese che ha finalmente trattenuto i propri gioielli, prolungando addirittura il contratto di Totò Di Natale; Samp che ha affiancato a Cassano l’uruguagio Fornaroli, che sogna di emulare Pippo Inzaghi e nel quale possiamo includere anche Genoa e Palermo, accomunate da presidenti sì vulcanici, ma sempre pronti a mettere mano al portafogli per il bene della propria squadra. Paiono destinate ad una salvezza tranquilla l’Atalanta di Cigarini, il rinforzato Catania (Dica e Ledesma sono due grandi colpi) ed il Siena di Giampaolo, oltre al Bologna sudamericano, mentre dovranno sudare per rimanere in A le altre due neopromosse Chievo e Lecce (provvisto di un grande attacco e di un tecnico abituato alle salvezze difficili), oltre al Cagliari (privatosi di Storari, sostituito dall’esordiente Marchetti, e soprattutto di Ballardini, anch’egli sostituito da un esordiente nella massima serie, Allegri) ed al Torino, anche quest’anno autore di un mercato di buon livello, ma privo di «colpi». Resta la Reggina, che anche stavolta dovrebbe salvarsi, pur con qualche affanno, anche se il mercato non è stato esattamente scintillante.

Atalanta
Addii importanti quelli di Langella, Tissone e Carrozzieri, e se i primi due sono stati rimpiazzati opportunamente con Valdes e Cigarini, l’unico movimento di mercato effettuato in difesa è stato l’acquisto dell’austro-ungherese György Garics. In avanti, però, è stato fatto uno sforzo dalla società, che ha trattenuto Floccari. Valida alternativa al vibonese sarà Bobo Vieri, tornato all’Atalanta dopo la positiva stagione a Firenze. Infine, occhio ad Alessio Cerci, il «Thierry Henry di Valmontone» può stupire. Per il resto, la squadra è rimasta quella della scorsa stagione, quindi è lecito attendersi dagli orobici una tranquilla salvezza.
Probabile formazione: (4-4-1-1) Coppola; Garics, Talamonti, Pellegrino, Bellini; Ferreira Pinto, Cigarini, Guarente, Padoin; Doni; Floccari.

Bologna
La squadra che ha conquistato la promozione in Serie A è stata rafforzata con un mix di giovani e «anziani». Al primo gruppo appartengono gli uruguaiani Britos e Rodriguez, giunti per rinforzare la difesa, il brasiliano Coelho, esterno destro, ottimo calciatore di punizioni, che in Brasile giocava come terzino ma che in Italia avanzerà a centrocampo, e Marco Bernacci, prelevato dall’Ascoli; porteranno esperienza numerosi over 30 quali Volpi, Zenoni, Di Vaio e Lanna, oltre a Mudingayi, che pur dovendo ancora compiere 27 anni calca da diversi anni i palcoscenici più importanti. Il modulo sarà il consolidato 4-4-2, con la novità Rodriguez in difesa a sinistra, anche se in quel ruolo le alternative sono Lanna e – novità assoluta – Bombardini, che Arrigoni sta inventando terzino sinistro a 34 anni. In avanti desta qualche dubbio la coppia Marazzina-Bernacci: un lusso per la B, ma in A?
Probabile formazione: (4-4-2) Antonioli; Zenoni, Moras, Castellini, Rodriguez, Coelho, Volpi, Mudingayi, Valiani; Bernacci, Marazzina.

Cagliari
Di fatto, due sole novità rispetto alla squadra miracolosamente salvatasi nella scorsa stagione: l’allenatore Allegri ed il portiere Marchetti. Entrambi alla prima esperienza in A, toccherà a loro non far rimpiangere alla tifoseria Ballardini e Storari. Un altro addio importante è stato quello di Pasquale Foggia, per sostituirlo è stato chiamato l’«ammazza Juve» Lazzari, reduce da una buona stagione a Grosseto. Per il resto la squadra è rimasta praticamente invariata. Attenzione a Ragatzu, prodotto della primavera rossoblù.
Probabile formazione: (4-3-1-2) Marchetti; Pisano, Lopez, Canini, Agostini; Fini, Conti, Parola; Cossu; Acquafresca, Jeda.

Catania
Dopo la salvezza «last minute» ottenuta la scorsa stagione, la società ha dovuto cedere Vargas alla Fiorentina per far cassa. Con i dodici milioni ricavati dalla cessione del peruviano la squadra è stata sensibilmente migliorata centrocampo con gli innesti di Carboni e Ledesma, due argentini provenienti rispettivamente da Salisburgo e Boca Juniors. Saranno loro i due giocatori a protezione della difesa nell’audace 4-2-3-1 di Zenga, che prevede Martinez, l’estroso fantasista romeno Dica e «Topolinik» Mascara alle spalle della prima punta, ruolo per cui sono in ballottaggio Paolucci, zero gol nell’ultima stagione, e Gionatha Spinesi, che farebbe bene a tornare quello di due anni fa, visto che la terza opzione per l’attacco catanese è l’inesperto Takayuki Morimoto, due reti negli ultimi due anni da cui non si possono certo pretendere i gol-salvezza. Altra incognita, il sostituto di Vargas: Rocco Sabato non sembra all’altezza del suo illustre predecessore sulla corsia sinistra rossazzurra.
Probabile formazione: (4-2-3-1) Bizzarri; Sardo, Stovini, Terlizzi, Sabato; Carboni, Ledesma; Martinez, Dica, Mascara; Spinesi.

Chievo
Pochi ma mirati innesti per far sì che la squadra possa tornare, se non quella dei miracoli, almeno in grado di centrare una tranquilla salvezza. Due soli partenti tra i protagonisti dell’ultima stagione: Obinna, tornato all’Inter che lo ha immediatamente girato all’Everton, e Ciaramitaro, tornato al Palermo. Sul fronte degli acquisti, sono arrivati Langella e Pinzi dall’Udinese oltre a Sorrentino, Scardina e Nicolas Frey (fratello di Sebastian). Acquistato in comproprietà anche Granoche, che però resterà un altro anno a Trieste. La squadra della promozione non subirà grosse modifiche, a partire dal modulo: il 4-3-3, che a parere di Iachini va benissimo anche per la Serie A. Sorrentino avrà un posto assicurato tra i pali, così come Pinzi, che dovrebbe trovare molto spazio a centrocampo e Langella, ala sinistra, formerà un gran tridente con Pellissier e Luciano.
Probabile formazione
: (4-3-3) Sorrentino; Malagò, César, Mandelli, Mantovani; Pinzi, Italiano, Marcolini; Luciano, Pellissier, Langella.


Fiorentina
L’approdo in Champions League significava grandi avversari da affrontare, e i fratelli Della Valle non si sono fatti pregare per mettere mano al portafogli: 50 milioni di euro, che diventeranno 55 in caso di qualificazione alla fase a gironi, dato che Pantaleo Corvino ha bloccato Miranda, centrale difensivo del San Paolo valutato 4 milioni e mezzo di euro dalla Fiorentina e circa il doppio dai dirigenti sanpaolini, per cui si dovrebbe chiudere ad una cifra vicina agli 8 milioni. Oltre a Miranda, il cui arrivo è pressoché certo a meno di clamorosi harakiri nella gara di ritorno del preliminare, sono arrivati giocatori giovani e, soprattutto, affamati di vittorie. Su tutti Alberto Gilardino, fortemente voluto da Prandelli per formare una coppia da sogno con Adrian Mutu. Il milanista sarà la prima punta da 20 gol a stagione che ai viola manca dal «sì» di Toni al Bayern. Alle spalle del duo Mutu-Gilardino dovrebbe giostrare Stevan Jovetic, attaccante dotato di piedi da trequartista prelevato per 8 milioni dal Partizan di Belgrado. A centrocampo il colpo si chiama Felipe Melo, un Dunga alto e muscoloso col doppio compito di impostare la manovra e fare da diga davanti alla difesa. Le mezzali a centrocampo dovrebbero essere Kuzmanovic e Montolivo, anche se il ruolo di intero sinistro potrebbe toccare al più difensivo Gobbi, nel caso in cui Vargas dovesse continuare a fare più l’ala che il terzino. Detto del «Loco» Vargas, chiamato a sostituire il deludente Pasqual dell’ultima stagione, per puntellare le fasce sono stati acquistati anche Comotto, di ritorno a Firenze, e Zauri. Rinforzi anche in porta: Storari sarà il secondo di Frey.
Probabile formazione: (4-1-2-1-2) Frey; Comotto, Gamberini, Kroldrup, Vargas; Felipe Melo; Kuzmanovic, Montolivo; Jovetic; Gilardino, Mutu.

Genoa
Venduti – benissimo – Borriello, Konko e Bovo (20 milioni di euro complessivi ricavati dalle loro cessioni) il presidente Preziosi si è immediatamente messo all’opera per allestire una squadra in grado di migliorare il decimo posto ottenuto nella scorsa stagione. Spesi complessivamente 25 milioni per restaurare la squadra, a partire dall’attacco che, orfano dei gol di Borriello, punta tutto sulla qualità degli esterni Palladino e Gasbarroni e sulla gustosa novità rappresentata dall’Olivera centravanti, provato con successo in quella posizione da Gasperini. Anche a centrocampo buone nuove per i tifosi: è stata ricomposta la coppia d’esterni della Reggina acquistando Mesto e Modesto. Profondamente rinnovata la difesa, di cui Crìscito è l’unico superstite della scorsa stagione. I nomi nuovi sono quelli di Ferrari, arrivato a parametro zero, l’olimpico Bocchetti, l’ex palermitano Biava, il sanseverese Potenza e l’impronunciabile Papastathopoulos, per tutti, più semplicemente, «Papa».
Probabile formazione: (3-4-3) Rubinho; Bocchetti, Ferrari, Crìscito; Mesto, Milanetto, Paro, Modesto; Gasbarroni, Olivera, Palladino.

Inter
Mourinho, il vero colpo del centenario, ha rivoluzionato modulo e metodi di allenamento, ma non la squadra: addio agli eccessi César, Solari e Maniche, due soli acquisti, Mancini e Muntari, oltre al ritorno di Adriano dal San Paolo. La squadra, come già dimostrato nelle numerose – e prestigiose – amichevoli estive, è già insuperabile in fase difensiva nonostante la coppia di difensori sia spesso stata l’inedita Burdisso-Cambiasso a causa delle numerosissime defezioni. Quando tutti saranno al meglio, le più probabile coppia difensiva dovrebbe essere quella formata da Cordoba e Chivu, due giocatori che si integrano assai bene, anche se è da tenere d’occhio Samuel: se torna quello dello scorso girone d’andata il posto al centro della difesa non glielo toglie nessuno. Sulle fasce, confermatissimi Maicon e Maxwell, anche se Javier Zanetti è stato provato in alcune occasioni anche sulla fascia sinistra, dato che il posto a centrocampo potrebbe portarglielo via il neoarrivato Sulley Muntari, che non sarà Lampard, ma che fisicamente e difensivamente vale due volte la stella del Chelsea. A fare scudo davanti alla difesa Cambiasso, anche se Stankovic ha dimostrato di poter tranquillamente fare lo stesso lavoro dell’argentino. Ceduto Suazo, in prestito secco (cioè senza diritto di riscatto) al Benfica, si è potuto procedere all’acquisizione di Quaresma (Pelé al Porto), che andrà a dar manforte a Figo e Mancini sulle ali. Per il ruolo di centravanti titolare in ballottaggio Ibrahimovic ed Adriano, anche se Mourinho non ha escluso il 4-4-2 per permettere la convivenza dei due.
Probabile formazione: (4-3-3) Julio Cesar; Maicon, Cordoba, Chivu, Maxwell; J. Zanetti, Cambiasso, Muntari;, Quaresma, Ibrahimovic, Mancini.

Juventus
Dopo due anni d’Europa vista in Tv, il ritorno in Champions League meritava un mercato all’altezza della competizione, come è stato. Essendo la spina dorsale della squadra consolidata, sono basta alcuni ritocchi, tutti comunque di ottimo livello, a partire dal colpo del mercato juventino: Amauri. Il brasiliano, costato quasi 23 milioni di euro, va a rinforzare un attacco già fortissimo (come dimostrato dai 41 gol in due di Del Piero e Trezeguet nell’ultima stagione) ma poco numeroso per affrontare una stagione che si preannuncia assai lunga e logorante. Proprio per questo si è scelto di riportare a casa i giovani Giovinco, De Ceglie e Marchisio. Se per i primi due si prevede un buon utilizzo, il terzo difficilmente vedrà il campo a causa dell’abbondanza di centrocampisti centrali: a Zanetti e Sissoko (epurati Almiron, Tiago ed il promettentissimo Nocerino) si sono aggiunti il giovane e talentuoso svedese Ekdal e soprattutto Poulsen, per cui i tifosi storcono il naso, ignari del colpo che la società ha fatto: alla Juve serviva un fabbro come il danese, non l’orefice Xabi Alonso. Rinforzi anche in difesa, che pare il reparto più vulnerabile: Mellberg e Knezevic saranno le principali alternative alla coppia azzurra Chiellini-Legrottaglie, con lo svedese in grado di agire anche sulla fascia destra. Per cautelarsi in caso di nuovi problemi alla schiena di Buffon sono stati acquistati anche due portieri di riserva, Chimenti e, soprattutto, Manninger, in grande evidenza al Siena nelle ultime due stagione e soprattutto conoscitore della Champions League per avervi giocato, anche se appena due partite, con l’Arsenal nell’edizione 2001.
Probabile formazione: (4-4-2) Buffon; Grygera, Legrottaglie, Chiellini, Molinaro; Camoranesi, C. Zanetti, Sissoko, Nedved; Trezeguet, Del Piero.

Lazio
Carrizo, Matuzalem e Zárate sono tre grandi colpi per una Lazio che vuole tornare grande. Il portiere argentino sarà il sostituto di Peruzzi, arrivato con un anno di ritardo; l’ex centrocampista del Brescia andrà a comporre un interessante terzetto a centrocampo con Ledesma e Dabo, con il neoacquisto Brocchi come possibile rincalzo; Zárate, infine, può essere una sorpresa. Rispetto alla scorsa stagione il modulo dovrebbe tramutarsi in un 3-5-2 assai elastico, vista la presenza sulle fasce di De Silvestri (o del neoacquisto Lichtsteiner) e Kolarov, due giocatori nati come terzini. Detto del trio di centrali di centrocampo, in avanti riconfermatissimi Rocchi e Pandev, anche se non è da escludere l’utilizzo di un giocatore a supportarli, che potrebbe essere il già citato Zárate o anche Mauri, e le altre opzioni si chiamano Foggia e Meghni.
Probabile formazione: (3-5-2) Carrizo; Siviglia, Rozenhal, Radu; De Silvestri, Dabo, Ledesma, Matuzalem, Kolarov; Rocchi, Pandev.

Lecce
Rispetto alla scorsa stagione parecchie novità, a partire dalla panchina: Papadopulo è stato sostituito da Beretta, uno abituato alle salvezze impossibili. Parecchie novità anche in attacco, dove hanno salutato Elvis Abbruscato e Daniele Corvia, sostituiti alla grande da Cacia e Castillo, che restano due ottimi bomber per la B ma che in A sono delle incognite. Riconfermato invece Tiribocchi, uno che ha dimostrato di valere la A con la maglia del Chievo. A centrocampo da registrare l’acquisto di Caserta, che viene da una stagione in chiaroscuro a Palermo, ed il ritorno di Giacomazzi, che presumibilmente giostrerà dietro le punte, con capitan Zanchetta, oltre a Munari ed Ariatti a coprirgli le spalle. Se centrocampo ed attacco meritano ampiamente la salvezza, la difesa è una scommessa, almeno in A, dato che in B si è rivelata la migliore dalla categoria, visto che solo Diamoutene ha accumulato esperienza nella massima serie, esperienza che latita negli altri componenti del reparto.
Probabile formazione: (4-3-1-2) Benussi; Angelo, Diamoutene, Schiavi, Antunes; Munari, Zanchetta, Ariatti; Giacomazzi; Cacia, Tiribocchi.

Milan
Fosse arrivata la prima punta di peso che tanto serviva a questo Milan, adesso i rossoneri, privi del gravoso impegno in Champions League, sarebbero i principali candidati per la vittoria finale dello scudetto. Adebayor, però, è rimasto alla corte di Wenger, e al suo posto si è scelto di portare a Milanello Ronaldinho, l’unico giocatore che al Milan non serviva, vista la presenza in rosa di Kaká e Seedorf, oltre a Pato, che pare più una mezzapunta che un centravanti, ruolo in cui ha fatto fatica anche con la Seleção olimpica, tanto da indurre Dunga a preferirgli Rafael Sobis. Certo, gli attaccanti al Milan non mancano: Inzaghi e Borriello possono tranquillamente essere il puntale dell’albero di Natale milanista, anche se entrambi destano quale dubbio, Inzaghi per l’età ed i sempre più frequenti acciacchi, Borriello per l’inesperienza ad alti livelli. A centrocampo otto uomini per tre posti paiono un’esagerazione, anche a causa della non-partecipazione alla Champions League, che non prosciugherà le energie come nelle stagioni scorse. Flamini è comunque un ottimo acquisto, vista la sua preziosissima duttilità che gli consente di occupare tutti i ruoli nel centrocampo milanista, più quello di terzino sinistro, dove oltre a Jankulovski c’è solo l’attempato Favalli.In difesa i maggiori problemi per il Milan: se Abbiati pare aver conquistato il posto da titolare, l’unica certezza nella difesa a quattro è Jankulovski, visti i problemi alla schiena di Nesta, le preoccupanti e sempre più numerose disattenzioni di Kaladze e l’(eccessiva) abbondanza sulla fascia destra, dove Zambrotta (per cui 8 milioni e mezzo sono parsi uno sproposito), Bonera e Antonini si contendono un posto. Positivi gli acquisti dei due giovani Viudez e Cardacio, assistiti dall’ex juventino Daniel Fonseca. Attenzione al ritorno di Shevchenko: può essere un Ronaldo-bis. Senderos, invece, dà maggiori garanzie: dovrà essere la prima riserva della coppia difensiva Nesta-Kaladze, non avrà problemi.
Probabile formazione: (4-3-2-1) Abbiati; Zambrotta, Nesta, Kaladze, Jankulovski; Gattuso, Pirlo, Ambrosini; Kaká, Ronaldinho; Pato.

Napoli
Tre tasselli alla volta – l’anno scorso furono Hamsik, Lavezzi e Santacroce, quest’anno è stato il turno di Denis, Maggio e Rinaudo – e questo Napoli assomiglia sempre più alla Fiorentina. Ad accomunarle soprattutto quanto avviene ai «piani alti»: Marino ha la competenza di Corvino, e De Laurentiis è generoso quanto Della Valle. Questa squadra insomma potrebbe puntare molto presto (io le do altri due anni al massimo) ad un ritorno in Champions League (anche se a voler sottilizzare si tratterebbe di una prima volta, dato che ai tempi di Maradona si chiamava Coppa dei Campioni), e per farlo, come già scritto, sono arrivati tre giocatori di primo piano, uno per reparto, senza alcuna cessione di rilievo. Rinaudo va ad aggiungersi a Cannavaro e Santacroce in un reparto difensivo di ottimo livello. A centrocampo Maggio assicura la spinta di Mannini unita alla pericolosità in zona-gol di Hamsik. Davanti, infine, German Denis compone una coppia ottimamente assortita con il connazionale Lavezzi. Uniche pecche, l’assenza di un esterno sinistro di centrocampo ed i tre portieri, poco affidabili.
Probabile formazione: (3-5-2) Iezzo; Santacroce, Cannavaro, Contini; Maggio, Blasi Gargano, Hamsik, Mannini; Lavezzi, Denis.

Palermo
Chiuso un ciclo, se ne apre un altro. Con le cessioni dei «big» Amauri, Zaccardo, Rinaudo e Barzagli sono stati incassati 50 milioni di euro, immediatamente reinvestiti sul mercato per allestire una squadra altamente competitiva. Acquistati dodici giocatori, che rinnoveranno radicalmente la squadra, a partire dalla porta, che nella prossima stagione sarà presidiata da Marco Amelia, con «Jimmy» Fontana retrocesso a dodicesimo. Novità importanti anche in difesa, rinnovata per tre quarti, con Balzaretti unica conferma rispetto alla scorsa stagione. Le novità del reparto arretrato si chiamano Carrozzieri, Bovo e Raggi, con il capitano della nazionale danese under 19, Simon Kjær, possibile novità. Innovazioni anche a centrocampo, di cui Liverani sarà l’assoluto padrone. Ai fianchi del regista agiranno due incontristi quali Nocerino e Migliaccio, un’altra delle poche conferme rispetto alla stagione scorsa. Il 4-3-3 rosanero prevede in avanti, oltre a Miccoli (a meno di infortuni titolare fisso) due attaccanti come Budan e Lanzafame, con il secondo che dovrebbe giocare sulla destra per lasciare la zona centrale dell’attacco al croato.
Probabile formazione: (4-3-3) Amelia; Raggi, Carrozzieri, Bovo, Balzaretti; Noverino, Liverani, Migliaccio; Lanzafame, Budan, Miccoli.

Reggina
Persi i due pezzi pregiati della squadra, Amoruso e Modesto, la Reggina si è nuovamente messa alla ricerca di giocatori da rilanciare, come Bernardo Corradi, che sarà il terminale offensivo della squadra, o da far «esplodere», come l’ex capitano della selezione under 19 cilena Carlos Carmona, che sarà il regista della squadra. Altro acquisto degno di nota quello di Santos dal Genoa, con il centrale difensivo brasiliano che andrà a dar manforte ad un reparto difensivo numeroso ma che non appare propriamente ermetico. Nel 4-3-2-1 di Orlandi, riconfermato dopo la salvezza ottenuta nell’ultima stagione, il difficile compito di sostituire Modesto toccherà ad Andrea Costa, riscattato dal Bologna. Il trio di centrocampo dovrebbe essere composto da Barreto, Carmona ed Hallfredsson, con Brienza e Cozza ad agire alle spalle dell’unica punta Corradi, nella speranza che Stuani si riveli bomber implacabile anche in campionato oltre che nelle amichevoli estive, in cui si sta mettendo in luce.
Probabile formazione: (4-3-2-1) Campagnolo; Lanzaro, Cirillo, Santos, Costa; Barreto, Carmona; Hallfredsson; Cozza, Brienza; Corradi.

Roma
Ceduti due esterni, è arrivato Julio Baptista, un trequartista capace anche di giocare prima punta (come al Siviglia) o mediano (come quando giocava nel San Paolo, con Kaká). In partenza Esposito, che sta però facendo assai bene in precampionato e sta cercando di guadagnarsi la riconferma, sembra che la Roma voglia eliminare tutti gli esterni d’attacco presenti in rosa, eccezion fatta per Rodrigo Taddei, che può anche giocare centralmente. Apparentemente inspiegabile, questa strategia di mercato potrebbe essere legata al cambio di modulo: addio 4-2-3-1, bello ma assai poco redditizio, benvenuto 4-3-2-1, modulo che permetterebbe la convivenza a centrocampo di De Rossi, Pizarro e Aquilani, che a 24 anni non può permettersi un’altra stagione in panchina. In avanti, poi, Vucinic, Totti e Baptista potrebbero comporre un triangolo con i vertici intercambiabili, essendo tutti e tre in grado di giocare sia dietro la punta che come terminali offensivi, con Menez, che può però giostrare solo alle spalle delle punte, prima alternativa. La difesa è poi stata puntellata con gli innesti di Loria (Juan è apparso fragile nella sua prima stagione italiana) e Riise (Tonetto compirà 34 anni a novembre, e serviva un mancino per sostituirlo degnamente). Qualche dubbio per quanto concerne i portieri, tre brasiliani che non hanno convinto appieno: Doni per via della propensione agli infortuni palesata in quest’avvio di stagione, il neoacquisto Arthur (proveniente dal Siena) perché inadatto ai grandi palcoscenici su cui gli viene chiesto di esibirsi ed infine Julio Sergio, che sarà anche «il miglior terzo portiere della Serie A» secondo Spalletti, ma che in due stagioni nella capitale non è ancora sceso in campo.
Probabile formazione: (4-3-2-1) Doni; Cicinho, Juan, Mexes, Riise; Aquilani, Pizarro, De Rossi; Julio Baptista, Vucinic; Totti.

Sampdoria
Il vero colpo dell’estate è il riscatto di Antonio Cassano a costo zero, vero capolavoro del d.g. Beppe Marotta. Cessione pesante quella di Maggio, valsa comunque 8 milioni di euro, tre dei quali spesi per assicurarsi Stankevicius, fisicamente e tatticamente superiore all’attuale esterno del Napoli. Un altro giocatore che ha detto addio alla maglia blucerchiata è stato Volpi: il regista ha rescisso il contratto con la Samp dopo sei stagioni per accasarsi al neopromosso Bologna,che gli assicura il posto da titolare perso nella Samp. Per sostituire Volpi è stata acquistata – per quattro milioni di euro – la metà del cartellino dell’incursore Dessena, che andrà presumibilmente ad occupare il ruolo di interno destro nel centrocampo a cinque. Altri due importanti acquisti provengono dal Sud America: si tratta del «Tuna» (cactus) Fornaroli, uruguagio che ricorda Pippo Inzaghi e che potrebbe formare una coppia da sogno con Cassano, e di Jonathan Bottinelli, 24enne difensore mancino prelevato dal San Lorenzo che vanta due presenza con la maglia della Selección Argentina. Sulla carta è una squadra ben attrezzata, ma parecchi dubbi sono causati dalla scelta del portiere: tra Mirante e Castellazzi, i due in lizza per il posto da titolare, quello più in forma è… Vincenzo Fiorillo, classe 1990, recentemente eletto miglior portiere dell’Europeo under 19 disputato in Repubblica Ceca.
Probabile formazione: (3-5-2) Castellazzi; Campagnaro, Bottinelli, Accardi; Stankevicius, Dessena, Palombo, Sammarco, Pieri; Fornaroli, Cassano.

Siena
Perso Loria, la difesa necessitava di un rinforzo di livello, ed i giovani Belmonte (rottosi il crociato del ginocchio destro, ne avrà per parecchio tempo) e Zuñiga (da molti accostato a Cafu) non hanno certo l’esperienza adatta. Se il centrocampo è stato praticamente tutto riconfermato, parecchi dubbi arriva dall’attacco, dove ci si affida a Maccarone, nella speranza che Ghezzal (l’anno scorso in grande evidenza in C con il Crotone) e Calaiò si confermino attaccanti buoni anche per la Serie A. Nel complesso però il mercato è stato assai deludente, e per Giampaolo sarà assai difficile salvarsi, figuriamoci ripetere la scorsa stagione, la migliore del Siena in Serie A.
Probabile formazione: (4-3-1-2) Curci; Zuñiga, Portanova, Ficagna, Rossi; Vergassola, Codrea, Galoppa; Kharja; Maccarone, Calaiò.

Torino

Finalmente un mercato all’altezza, per il Toro. Dopo alcune stagioni in cui né il presidente Cairo né i nuovi acquisti avevano mantenuto le promesse, con l’acquisto della «ciliegina sulla torta», come lo ha definito il presidente, Rolando Bianchi, questa squadra può ambire a qualcosa di più di una tranquilla salvezza. A partire dal modulo, il nuovo 4-3-3 di De Biasi, si capisce che i granata ambiscono ad un campionato da protagonisti: oltre a Nick Amoruso, che dovrebbe giostrare sulla sinistra nel tridente offensivo, sono arrivati altri giocatori della serie «usato sicuro» quali l’austriaco Säumel, l’ex terzino destro dell’Albinoleffe Colombo, cui toccherà sostituire Motta sulla fascia destra difensiva, l’ex empolese Pratali, che rinforzerà la difesa oltre al polivalente Abate, autore di un buon campionato lo scorso anno ad Empoli.
Probabile formazione: (4-3-3) Sereni; Diana, Natali, Di Loreto, Pisano; P. Zanetti, Corini, Säumel; Rosina, Bianchi, Amoruso.


Udinese
Solito mercato in entrata, novità assoluta in uscita. Per quanto riguarda gli acquisti, la squadra si è mossa come al solito benissimo, acquistando molti giovani (su tutti Alexis Sanchez, ma anche il serbo Basta, il montenegrino Vujadinovic e il nigeriano Ighalo sono da tener d’occhio) e riportandone all’ovile altrettanti: Motta, Tissone e Foti. In aggiunta l’acquisto di Pasquale, preso per sostituire Dossena, unico «big» partente. Ed è qui la novità del mercato bianconero 2008/09: tutti i pezzi pregiati, eccezion fatta per il già citato Dossena (ma non si poteva rifiutare l’offerta di nove milioni ricevuta dal Liverpool), sono rimasti, per il resto sono stati ceduti giocatori che non avrebbero trovato spazio quali Sivok, Zapotocny, Mesto ed Asamoah, con le cui cessioni l’Udinese ha incassato complessivamente 20 milioni di euro. Salutati anche gli esuberi Langella e Pinzi, entrambi in prestito al Chievo. Dopo il mercato, passiamo al modulo: la cessione di Langella significa che quattro punte (proposte in precampionato) per quest’Udinese sono troppe, e quindi Marino dovrebbe aver scelto il 4-3-3, rinunciando alla sesta punta. Il modulo con tre centrocampisti permetterebbe inoltre la convivenza di Inler, D’Agostino e Tissone. In difesa abbondano le soluzioni, e l’unico sicuro del posto appare Zapata, con Gigi Sala a far da chioccia ai numerosi giovani.
Probabile formazione: (4-3-3) Handanovic; Motta, Zapata, Felipe, Lukovic; Tissone, Inler, D’Agostino; Sanchez, Quagliarella, Di Natale.

Loghi: Gazzetta.it

Fonte: SportBeat

lunedì 18 agosto 2008

Addio Sensi


Dopo una lunga malattia si è spento ieri il più grande presidente della storia della Roma.

domenica 17 agosto 2008

Abolite il «Berlusconi»


Nel 2005 toccò a Buffon, oggi è stato il turno di Chiellini. Finiamola, per il bene della Juve e della Nazionale.

sabato 16 agosto 2008

Lippi-bis: i primi convocati

Portieri: Amelia, Buffon.
Difensori: Barzagli, Bonera, Cassetti, Chiellini, Dossena, Grosso, Zambrotta.
Centrocampisti: Aquilani, Camoranesi, De Rossi, Gattuso, Palombo, Perrotta, Pirlo.
Attaccanti: Del Piero, Di Natale, Gilardino, Iaquinta.

Novità? Nessuna. Lippi torna sulla panchina dell’Italia, ma le innovazioni da lui portate sono pressoché nulle. Se in porta Buffon ed Amelia bastano ed avanzano, non si può dire lo stesso per la difesa: Barzagli viene da un deludente Europeo, come anche Zambrotta, che pare bollito. Cassetti nella Roma è la riserva di Cicinho, ma è l’unica alternativa a Zambrotta, considerando Bonera un centrale. Convocazione di Bonera che ci sta tutta, come del resto quella di Grosso. Sulla fascia sinistra bisognerà anche inserire gradualmente (tutto dipende dallo spazio che avrà nella Juventus) De Ceglie, che tanto bene ha fatto a Pechino. Candidati a far parte della rosa, quando saranno a posto fisicamente, anche Gamberini, Cannavaro e Materazzi, in cui Lippi crede ancora. Un posto, poi, lo si potrebbe ritagliare per Santacroce, sempre che il difensore del Napoli confermi quanto di buono fatto vedere nella seconda parte della stagione scorsa.
A centrocampo l’unica novità rispetto all’Europeo è quella rappresentata da Angelo Palombo, meritevole di un posto in nazionale da almeno un anno. Degli under 23 impegnato con la selezione olimpica, oltre a Montolivo per il centrocampo sono da prendere in seria considerazione Nocerino (se Gattuso dovesse dimostrarsi quello della scorsa stagione) e Cigarini, prossimo Pirlo a cui farebbe bene studiare da vicino il milanista.
Davanti all’assenza di Toni si sopperisce con il ritorno – meritatissimo – di Gilardino in azzurro. Torna anche Iaquinta, dopo i problemi muscolari che gli avevano negato l’Europeo. Gli altri due attaccanti sono Del Piero e Di Natale. Si attendono Giuseppe Rossi e Balotelli (se non altro per bloccarlo nel caso in cui le pressioni del Ghana dovessero diventare insostenibili), in attesa di capire se Lippi creda o meno in Borriello, momentaneamente fermo ai box per infortunio.

Eusebio Cup: Benfica - Inter 4-5 ai rigori

Dopo alcuni giorni di riposo, torno a scrivere sul blog. Oggi un commento in stile Gazzetta di Benfica-Inter, poi probabilmente qualche riga sui convocati di Marcello Lippi per la gara contro l’Austria, dopo la quale inizierò a scrivere la presentazione, squadra per squadra, della Serie A 2008/09.



MODULO INTER - L’assenza forzata di Adriano – che ne avrà per almeno un mese –, unita al buon stato di forma di Mancini e Figo, inducono Zè Mourinho a riproporre il 4-3-3, anche se l’attacco si presta a diverse variazioni nel corso della gara: capita spesso, infatti, che Ibra e Figo si scambino la posizione, con lo svedese che si allarga a destra e il portoghese che si accentra proprio per sfruttare i servizi dalla destra di Ibra o, nella ripresa, di Jimenez. Capita anche, in particolare nel corso della prima frazione, che Figo e Mancini si accentrino, con Ibra che resta isolato in avanti, quasi ad imitare l’«albero di Natale» milanista. Variazioni anche in difesa, dove ad affiancare Burdisso c’è Cambiasso, che lascia momentaneamente il proprio ruolo di schermo davanti alla difesa a Stankovic.

OCCASIONI - Dopo l’abbraccio al pubblico mimato da Eusebio, a cui i 55.000 del Da Luz rispondono con un mare di applausi che riescono nell’impresa di far commuovere la «Perla Nera», il match può avere inizio. Il Benfica è aggressivo sin da subito, egli bastano appena 16 secondi di gioco per mettere paura a Júlio César, per fortuna del quale la palla calciata da Oscar Cardozo termina sull’esterno della rete. Caricato dal pubblico, è il Benfica a fare la gara, non riuscendo però a creare pericoli dalle parti di Júlio César, protetto da una difesa ermetica, mai distratta e sempre pronta a ripartire, come accade all’11’, quando Sulley Muntari recupera un pallone nella propria metà campo ed innesca immediatamente Luis Figo, che dialoga con Ibra che lo serve ai 16 metri, ma la conclusione del «Pallone d’oro 2000» viene – fortunosamente – bloccata da Quim. Dopo l’occasione capitata sui piedi di Figo l’Inter gioca meglio, ma è il Benfica ad avere l’occasione più ghiotta del match con Cardozo, che al 15’ colpisce il palo con una gran girata di sinistro.

CALA IL RITMO - Dopo il palo colpito da Cardozo cala il ritmo dell’incontro (comprensibile: siamo al 15 di agosto), e, soprattutto, spariscono le occasioni. Le uniche cose da segnalare nella seconda parte del primo tempo sono i già citati esperimenti in fase offensiva da parte di Mourinho e le fantasiose giocate di Amantino Mancini, imprendibile nell’uno contro uno. Un’occasione, a dire il vero, c’è, ma Júlio César è bravo a farsi trovare pronto sulla conclusione da distanza ravvicinata di Urreta.

CAMBI - Il regolamento dell’«Eusebio Cup» prevede cambi illimitati, e Quique lo prende alla lettera, inserendo ben cinque giocatori, nessuno dei quali in grado però di dare la scossa che serviva alla partita. Deludenti in particolare José Reyes e Nuno Gomes. Dall’altra parte invece Mourinho sceglie di utilizzare solo tre cambi, come se si trattasse di una gara vera – e per lui, in effetti, lo è –, inserendo Jimenez (buona prova la sua), Pelé ed il neo-italiano Balotelli. Da segnalare i 90 minuti trascorsi in campo da Zlatan Ibrahimovic, il cui ginocchio sembra ormai guarito.

RIGORI - Né Figo (64’) né Ibra (72’) né, dall’altra parte, Nuno Gomes (gol annullato all’87’ senza alcun motivo apparentemente valido) riescono a sbloccare il match, e così i rigori diventano l’unica soluzione per assegnare la prima edizione dell’«Eusebio Cup». I tiratori sono tutti in gran serata, tranne Felipe Bastos ed Ibra, che calciano alto, non impegnando comunque i portieri, che dopo i canonici cinque tentativi per parte non sono riusciti a neutralizzare neppure un rigore. E il pallone calciato alto da Nelson al sesto rigore non li aiuta di certo. L’ultima occasione è per Quim, ma Cambiasso lo spiazza, regalando l’«Eusebio Cup» ai suoi.

PARLA MOURINHO - È un Mourinho soddisfatto quello che a fine gara dichiara ai microfoni di Inter Channel: «È stata una partita molto positiva perché anche oggi non abbiamo subito reti e avevamo Cambiasso che non giocava nel suo ruolo, comunque ha fatto molto bene. Come nella altre partite ha fatto benissimo il centrocampo e la fase difensiva è stata ottima. Inoltre Ibrahimovic ha giocato ancora novanta minuti e quindi devo dire che sono molto soddisfatto». Su Eusebio: «È unico, un simbolo, si parla di Eusebio in Portogallo senza considerare la sua maglia perché è un grandissimo del calcio mondiale e adesso chiederò al Presidente Moratti se potrò tenere questa coppa nel mio ufficio».

TABELLINO
BENFICA-INTER 4-5 dopo i rigori (0-0 al 90’)

Sequenza rigori: Aimar gol, Maxwell gol, Felipe Bastos fuori, Balotelli gol, Reyes gol, Stankovic gol, Nuno Gomes gol, Ibrahimovic fuori, David Luiz gol, Nelson fuori, Cambiasso gol.
Benfica (4-4-2): Quim; Maxi Pereira, Luisao, Katsouranis (dal 40’ st Nelson), Leo; Ruben Amorim, Yebda (dal 35’ st Felipe Bastos), Carlos Martins (dal 23’ st David Luiz), Urreta (dal 42’ st Reyes); Aimar, Cardozo (dal 23’ st Nuno Gomes). (Moreira, Miguel Vitor, Sidnei, Balboa, Makukula, Montorras, Nelson). All. Quique Flores.
Inter (4-3-3): Julio Cesar; Maicon, Burdisso, Cambiasso, Maxwell; Zanetti, Stankovic, Muntari (dal 17’ st Jimenez); Figo (dal 30’ st Balotelli), Ibrahimovic, Mancini (dal 35’ st Pelé). (Toldo, Santon, Bolzoni, Crespo, Suazo). All. Mourinho.
Arbitro: Bruno Paixao.
Note: spettatori 50mila circa per un incasso non comunicato. Ammoniti Stankovic per gioco scorretto, Leo per proteste, Pelè per comportamento non regolamentare. Tiri in porta: 2 (compreso un palo)-4. Tiri fuori: 7-5. In fuorigioco: 0-2. Angoli: 5-3. Recperi: 0’ nel primo tempo, 3’ nel secondo tempo.