martedì 17 giugno 2008

Austria - Germania 0-1: 49' Ballack

Michale Ballack, l'uomo più rappresentativo della Germania, dopo il gol. Afp
Nella partita della verità Löw conferma la solita - deludente - formazione, quella con Podolski e Fritz esterni di centrocampo anche a causa dell’assenza forzata di Schweinsteiger, squalificato. Lo stesso vale per l’Austria, che però presenta una sostanziale novità in attacco: al posto di Linz, finora deludente, in campo dal primo minuto ci va Erwin Hoffer, 21enne in forza al Rapid Vienna.
La partita inizia come in molti si aspettavano, cioè con l’assedio teutonico alla porta di Macho. Complice la sfortuna, la Germania non riesce a portarsi in vantaggio, scegliendo di rimandare la missione al secondo tempo: per ora meglio lasciar fare agli austriaci, tanto qualcosa verrà fuori dai piedi di Ballack o Podolski. Eh sì, perché la Germania ormai è costretta ad affidarsi alle prodezze dei propri singoli, dato che le idee sono sempre più scarse. Tatticamente, poi, la Germania non ha praticamente gioco sulle fasce: a destra perché Fritz è un terzino adattato a centrocampo, e dietro di lui c’è Arne Friedrich, che nel suo club, l’Herta Berlino, fa il difensore centrale; a sinistra invece è anche peggio, data la propensione offensiva di Podolski e la presenza di Harnik, che costringe Lahm a stare più basso per evitare rischi in contropiede. L’Austria invece si difende con un 5-4-1 che lascia pochi sbocchi agli avversari e che si trasforma in 4-5-1 in fase offensiva, con i due terzini, Fuchs e Garics che salgono a turno a centrocampo per consentire una maggiore libertà ai due esterni Korkmaz e Harnik e soprattutto al capitano, Andreas Ivanschitz, che può andare a supportare le punte essendo sollevato da compiti di copertura. Il primo tempo, nonostante una buona Austria, si chiude 0-0: gli errori della coppia difensiva tedesca composta da Metzelder e Mertesacker sono più d’uno, ma l’assenza di attaccanti di peso nell’Austria fa sì che il risultato non si sblocchi. Il secondo tempo inizia sulla falsariga del primo, con l’Austria più vivace rispetto alla Germania, che è costretta ad affidarsi all’estro individuale dei suoi migliori giocatori. Uno di questi è Michael Ballack, ed è compito suo sbloccare il risultato con una punizione al fulmicotone che non lascia scampo a Macho. L’Austria cerca il pareggio, ed è in questi frangenti che Garics si mette in luce, guadagnandosi la palma di migliore in campo, almeno per quanto mi riguarda. Il napoletano corre tantissimo (oltre 11 km a fine gara), arrivando spesso a mettere interessanti palloni al centro, ma l’assenza di una punta abile nel colpo di testa - Kienast, entrato al 67’, ha combinato poco o nulla - nega il gol agli austriaci, che tornano a casa con un buon punticino e con la convinzione di poter fare una dignitosa figura durante le qualificazioni a Sudafrica2010. Per la Germania invece tanti dubbi: basterà un prodezza individuale per superare l’ostacolo Portogallo? Metzelder e Mertesacker cosa combineranno contro Cristiano Ronaldo e la sua banda di fuoriclasse? Le risposte per Löw arriveranno solo giovedì sera, al termine della sfida con i lusitani.

ANTONIO GIUSTO

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