lunedì 4 aprile 2011

La primavera di Bertolacci

http://blog.guerinsportivo.it/wp-content/uploads/2011/04/Bertolacci-539x404.jpg

Nonostante la maniche lunghe sfoggiate dal protagonista, siamo ormai in primavera. Ed in questo periodo dell’anno, mentre la natura si risveglia ed il sole splende gioioso, sui campi di calcio ci si improvvisa tutti matematici alle prese con calcoli minuziosi e frasi di circostanza: perché «ci sono da giocare sette finali» e «da qui alla fine può succedere di tutto». Poi arriva Andrea Bertolacci da Roma, con addosso la maglia giallorossa del Lecce (52 gol subiti, peggior difesa) e contro l’Udinese (miglior attacco alla pari con l’Inter, a segno 56 volte) firma la prima doppietta di una sin qui brevissima carriera fissando il risultato sul 2-0, tanto inaspettato quanto giusto.
Due gol e tre punti in ballo, eppure a questa partita erano legati i destini di alta e bassa classifica. Perché Brescia e Cesena, nonostante i quattro – comunque preziosissimi – punti complessivi racimolati nel fine settimana, si ritrovano a far compagnia al Bari sul treno per la B, e l’Udinese è passata in fretta dal sogno di fiatare sul collo dell’Inter all’incubo di vedersi raggiunta o scavalcata tra sette giorni da una tra Lazio e Roma, con Bertolacci affascinato dalla seconda ipotesi.
Cresciuto a Spinaceto, nei pressi dell’Eur, è un romano e romanista dal gennaio 2010 in Salento per farsi le ossa. Con la «Maggica», ché per la gente con quei colori nel cuore è davvero così, gli inizi però erano parsi tutt’altro che convincenti: con Scudieri, alla guida dei ’91 giallorossi dal 2003 al 2006, solo panchina. O quasi, perché quando riusciva a metter piede in campo Bertolacci dimostrava il proprio valore, pienamente riconosciuto dal successore di Scudieri, Andrea Stramaccioni, che avanza Petrucci e dà fiducia a Bertolacci. Che la ripaga, fino a guadagnarsi la fascia di capitano della Roma Primavera nel 2010, prima di fare rotta verso Lecce per assaggiare il calcio dei grandi. E, per dimostrare il proprio coraggio, ecco il 10 sulle spalle, saggiamente ceduto a Rubén Olivera dopo la promozione in A.
Insomma, ambizione e gol, con i piedi ben fissi per terra. C’è chi l’ha paragonato a Cambiasso (mancini entrambi) e chi a Ledesma, come il vice di De Canio Roberto Rizzo, ma per lui l’esempio da seguire rimane De Rossi: Daniele, specifichiamo, perché da suo padre Alberto è stato allenato ai tempi della Primavera.

Antonio Giusto

Fonte: Guerin Sportivo.it

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Antonio Giusto,
Buon giorno!
Sono brasiliano, e ha comprato un biglietto per vedere la partita Inter vs Lazio, il giro 34a, il 23 aprile, alle ore 15.00, Stadio Giuseppe Meazza. Arrivo a Milano il 23 aprile.
Sul sito della lega dice che il gioco può essere previsto per il 22 aprile.
Ci può spiegare perché? Quali sono le possibilità che la data debba essere cambiato? Le possibilità che la partita si gioca il 22 aprile?

Grazie.
Hugs
Cesar Lopes

Antonio Giusto ha detto...

Il 26 e 27 aprile si gioca l'andata delle semifinali di Champions League, nel caso in cui l'Inter si qualificasse la partita con la Lazio verrebbe anticipata al 22 aprile. Dopo il 2-5 rimediato contro lo Schalke, però, sono praticamente certo che si giocherà il 23 aprile alle 15.