lunedì 23 febbraio 2009

Van der Sar: mai stato un bidone



Tra i tanti campioni che saranno a disposizione di Sir Alex Ferguson per la partita con l’Inter ce n’è uno, Edwin van der Sar, che con l’Italia ha un conto aperto. Da quasi dieci anni.
Nel 1999 il giovane Edwin, primo portiere straniero nella lunga e gloriosa storia di Madama, arriva a Torino: deve sostituire Angelo Peruzzi, trasferitosi all’Inter per volere di Lippi, neoallenatore dei nerazzurri. «Ice rabbit» (coniglio di ghiaccio), come lo chiamano ora in Inghilterra, ha 29 anni, ma finora ha giocato solo in Olanda: Ajax, dal 1990 al 1999. A Torino trova Edgar Davids, compagno di spogliatoio ai tempi dell’Ajax, che lo aiuta ad ambientarsi. La prima stagione per lui è tutto sommato positiva: subisce appena 19 reti in 32 partite di campionato, risultato il portiere meno battuto della Serie A. Per la Juve le cose vanno in maniera diametralmente opposta: il diluvio di Perugia priva i bianconeri del ventiseiesimo scudetto.
La stagione successiva, se possibile, le cose vanno in maniera addirittura peggiore. La Juve viene eliminata al primo turno in Coppa Italia dal Brescia, ed in Europa non riesce a superare la fase a gironi. Il colpevole, per la torcida bianconera, è il gigante (196 centimetri d’altezza per l’ex portiere ajacide) olandese: su un innocuo calcio di punizione dell’ex Paulo Sousa lui la fa grossa, grossissima, lasciando entrare il pallone in rete. In quella stessa partita riesce anche a farsi cacciare, per doppia ammonizione. I tifosi ne chiedono la testa, ma i problemi alla schiena di Rampulla impediscono ad Ancelotti di rimpiazzarlo per il seguente incontro di campionato con la Lazio, che ne iscriverà definitivamente il nome sul libro nero dei – soli – tifosi juventini: su un sinistro non irresistibile del futuro juventino Salas lui sembra sembra non vedere il pallone, tuffandosi nella direzione sbagliata. C’è chi tira in ballo un presunto problema di vista, prontamente smentito dai medici juventini e olandesi, che certificano la perfetta vista del portiere bianconero. Van der Sar ha però perso la fiducia dell’ambiente, ed è già rassegnato a lasciare Torino a fine stagione: psicologicamente è ormai a terra, e l’errore sul destro di Nakata in uno Juve-Roma che terminerà 2-2 consegnando di fatto lo scudetto agli odiati rivali giallorossi. A giugno van der Sar lascia la Juve e l’Italia, va al Fulham, rimpiazzato da Buffon in bianconero.
In Inghilterra «Van the save» ritrova sé stesso, ed in breve tempo diventa la stella del Craven Cottage, da cui lo preleva il Manchester United nell’estate del 2005, sicuro di risolvere il problema-portiere con van der Sar, esperto «doelman» (portiere) olandese. Con lui in porta l’United nelle ultime tre stagioni e mezzo ha vinto una Champions League, due titoli di Premier, altrettanti Community Shield, una coppa di Lega e, ultimo in ordine di tempo, un Mondiale per club. Recentemente ha anche stabilito il record d’imbattibilità, ancora migliorabile, della Premier League inglese, in cui non ha subito gol per la bellezza di 1212 minuti.
Ma siamo davvero sicuri che uno così, per tre errori commessi in una stagione storta, sia da etichettare come «bidone»?

2 commenti:

Vojvoda ha detto...

Mi sembra che si sia giustamente già preso più di una rivincita nei confronti di quel calcio che macina così in fretta tutto e tutti,superficialmente tonto da perdere campioni come Edwin.E' giusto che tu lo ricordi in questi termini.
Ciao;-)

Antonio Giusto ha detto...

La vera rivincita per lui sarebbe battere la Juve in finale parando il rigore decisivo come fatto lo scorso 21 maggio a Mosca. Certo è che quanto fatto finora basta e avanza per smentire tutti coloro che lo consideravano un bidone.