mercoledì 31 agosto 2011

Calcio d'angolo - Il calcio del Barcellona: concetto, non modulo

Thiago Alcantara, Barcelona (Getty Images)

Che i moduli, nel gioco del calcio, non contassero poi moltissimo, credo fosse evidente a tutti. Certo, alcuni integralisti del 4-3-3, maniaci del 4-4-2 e fanatici del 3-4-3 sono ancora a piede libero e popolano le panchine di mezzo mondo, ma quanto accaduto ieri sera al Camp Nou - Barcellona-Villarreal, 5 a 0 - si può tranquillamente equiparare alla celebre «bi-zona» di Canà. Ma se il 5-5-5 della Longobarda prevedeva l'utilizzo di cinque attaccanti ed altrettanti difensori, quello che sul campo pare anch'esso un 5-5-5 messo in pratica da Guardiola si basa sostanzialmente su di una decina di centrocampisti. Anche se contro Giuseppe Rossi - pagherei di tasca mia pur di rivederlo in Italia - ne sono stati impiegati «appena» otto.

Tra il serio ed il faceto, ecco spiegato come nei pressi della Sagrada Família il calcio sia solo ed esclusivamente un concetto, mai e poi mai un modulo. Perché il 3-4-3, balbuziente omaggio al Dream Team di Cruijff secondo alcuni, altro non è che uno specchietto per le allodole. Privo di cinque difensori, Daniel Alves, Maxwell, Adriano, Puyol e Piqué, Guardiola ha conservato il tridente (composto da Sánchez, Messi e Pedro) e consentito a Víctor Valdés di eguagliare Andoni Zubizarreta per numero d'incontri (410) trascorsi a difesa dei pali del Barça, poi ecco Abidal e sei centrocampisti dal primo minuto: Mascherano, Busquets ed i loro piedi poco educati retrocessi in difesa, con Keita presunto interdittore, Thiago Alcántara ed Iniesta mezze ali e Fàbregas vertice alto del rombo. E visto che La Masía gli ha regalato, ad un decennio di distanza l'uno dall'altro, anche Xavi e Jonathan dos Santos, ecco scendere in campo anche loro nella ripresa. Centrocampisti utilizzati in totale: 8.

Di ribadire il risultato dell'incontro e la caratura di un avversario che anche quest'anno disputerà la Champions League, non mi pare il caso. Ma di elogiare nuovamente, per quest'ennesima ragione, Guardiola e la sua straordinaria squadra, sì.


Antonio Giusto


Fonte: Goal.com

3 commenti:

El Cabezon ha detto...

www.pianetasamp.blogspot.com

Ormai per questo Barcellona non esistono più aggettivi, io una squadra in grado di dare 5 gol praticamente ad ogni squadra del globo terracqueo non l'avevo mai vista!
Non credo di dire un'eresia se sostengo che siamo di fronte ad una delle squadre più forte di tutti i tempi.
Antonio, secondo te questo Barca, come forza, ha qualche paragone nel passato anche quello più remoto? Ciao

Anonimo ha detto...

Il modulo ha a che fare con la disposizione dei giocatori, non con il ruolo che hanno scritto sulle figurine.
Il Barcellona ha giocato con il 3-4-3, schierando due centrocampisti da centrali difensivi, perchè era il modulo che, viste le caratteristiche dei giocatori e del gioco blaugrana e degli avversari, funzionava meglio.
D'altronde basta vedere la posizione media in campo dei giocatori, per capire cosa sia un modulo.

Antonio Giusto ha detto...

Andrea: un confronto, ad essere sinceri, è impossibile da fare. Innanzitutto perché questo Barcellona possiamo viverlo quotidianamente, imparando a conoscerne pregi e difetti; ci sono invece grandissime squadre del passato di cui sopravvive il ricordo, la fama, ma neppure un'immagine che ci consenta di giudicarla.

Mi permetto però di dire che, visto il livello atletico - ancor più che tecnico o tattico - questo Barcellona è forse la più grande espressione di calcio della storia. Certo, con i metodi di allenamento odierni sono certo che anche anche altre storiche squadre sarebbero giunte a questi livelli ma, proprio per questioni cronologiche, andavano veloci la metà di questo Barça. Il mio consiglio, comunque, è quello di goderselo, senza addentrarsi in polverosi ed inutili paragoni.

Anonimo: se nasci centrocampista, corri, pensi e respiri persino come un centrocampista, quando ti trovi in campo. Che poi Guardiola ne faccia giocare un paio in difesa, è indicativo del fatto che per il livello di calcio raggiunto dalla sua squadra, quest'aspetto non conti neppure. Del resto, parliamo di un uomo che utilizza lo spazio come centravanti, mica un numero 9 in carne ed ossa.