martedì 23 febbraio 2010

Mourinho lo stratega

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Che stratega, José Mourinho. E pensare che coloro che tanto lo criticano si stanno trasformando nei suoi principali alleati. Senza saperlo, tra l'altro. Tagliavento per primo, applicando alla perfezione il regolamento, ha offerto al tecnico nerazzurro la possibilità di mettere in pratica il suo diabolico piano. È bastato un gesto, abbastanza equivoco per giunta, per sobillare San Siro - quello che, fino a poco tempo, lo stesso protoghese aveva definito «troppo freddo» in maniera lungimirante. Gli è stato sufficiente mimare delle manette, e 40000 persone almeno hanno improvvisato una pañolada a base di carta igienica: non un bel vedere, ma sufficiente per trasformare il «Meazza» in una bolgia dantesca. La reazione in campo è stata direttamente proporzionale al subbuglio venutosi a creare nei pressi del terreno di gioco: i nerazzurri, infischiandosene della doppia inferiorità numerica, hanno messo in soggezione la Sampdoria, rischiando addirittura di portare a casa i tre punti. Un battaglia vinta per Mou, che dovrà ripetersi contro il Chelsea mercoledì se vuole vincere la guerra e portarsi a casa la Coppa dei Campioni.
Ecco, il Chelsea. È dietro l'angolo, e la seconda parte del piano di Zé è ormai prossima alla prova del nove. Come suo solito, il tecnico portoghese ha esagitato gli animi. Stavolta, però, c'è stato bisogno di fare gli straordinari: per esorcizzare la paura dell'Europa, attecchita sin troppo bene alla Pinetina, c'era bisogno di mettersi contro tutti, ma proprio tutti. «Tutti», ovviamente ben felici di poter dare addosso al presuntuoso signore portoghese, non hanno avuto remore nell'attaccarlo, incoscienti del fatto che fosse proprio ciò che Mourinho voleva da loro. Anche Moratti ha fatto la sua parte: telefonatina ad Abete prima, commento piccato poi («sentenza ridicola») in riferimento alle decisioni del giudice sportivo Tosel, insolitamente pronte già al martedì, guarda caso la vigilia della supersfida Champions.
Descritta la situazione, ora bisogna spiegare perché Mou si è andato a cercare tutta questa ostilità. Per destabilizzare l'ambiente, ghignerà qualcuno. Invece no, l'intento di Mourinho è diametralmente opposto: cementificare il gruppo, come già fatto ad Oporto ed a Londra, naturalmente con risultati lusinghieri. Al momento di scendere in campo contro i Blues, almeno nelle intenzioni del suo allenatore, l'Inter dovrà ripensare a quanto accaduto in questi giorni: alle critiche, alle perfidie, alle - presunte - ingiustizie, ed incanalare questa rabbia nel gioco, dimenticando le apprensioni tipiche delle ultime campagne europee della Beneamata.
Se così sarà, molti dovranno chinare il capo e porgere le proprie scuse al tanto criticato «Special One». In caso contrario, si inizierà a discutere del suo successore.

Antonio Giusto

Fonte: Goal.com

6 commenti:

Vojvoda ha detto...

Un bel pezzo Antonio, ben inquadri il personaggio Mourinho e le sue sceneggiate. Tagliavento sarebbe dovuto andare giù con mano ancor più pesante e quindi il suo lavoro non è stato svolto con perizia, ma all'Inter questo non interessa, l'importante è gridare al complotto e sbraitare con una cafonaggine che Mourinho impersonifica allo stato puro.
Ma io che mi occupo di calcio internazionale, come ben sai, sono poco interessato alle faccende interne, ma sono rimasto davvero sorpreso dalla prontezza con cui l'Uefa abbia restituito all'Italia i torti subiti nella famigerata gara dell'Allianz Arena.
Una Champions trasfigurata da questa messe di errori, una competizione alla quale l'Inter non ha ancora preso le misure perchè se andiamo oltre il punteggio, ieri sera si è vista una sola squadra, pur mutilata da alcune gravi defezioni e mortificata da decisioni arbitrali scellerate.
Il ritorno è in mano a Dio (e agli arbitri) ma la quotazione dell'Inter, dalla doppia sfida col Manchester Utd non è cresciuta neanche di un millesimo perchè a giocare da provinciale puoi passare un turno, forse i quarti, ma poi la Dea Bendata deve abbandonarti per forza perché dopo un pò si stufa e quando meno te lo aspetti ti volta la faccia.

El Cabezon ha detto...

www.pianetasamp.blogspot.com

Forse ti è sfuggito che il Giudice Sportivo ha dovuto anticipare le sue decisioni al lunedì per via dei recuperi, e anche se Moratti voleva la legge "at personam" ( ossia posticiparle al giovedì per non turbare la squadra...mah..) ha dovuto uniformare tutto ed emetterla lunedì...ha ragione Moratti, sentenza ridicola, il fomentatore e aizzatore di folle portoghese se ne meritava almeno cinque, al pari di quelli che hanno vilmente aggredito i giocatori della Samp nel tunnel degli spogliatoi...ciao!

Antonio Giusto ha detto...

per Vojvoda: preferisco sorvolare sulla questione arbitrale, non perché ritenga degno l'arbitraggio di Mejuto Gonzalez ma perché voglio difendere la «mia» Inter dalle tue accuse di provincialismo.
Numeri alla mano, il Chelsea ha fatto meglio: 56% alla voce possesso palla. Ma il dominio dei Blues mi è spesso parso sterile, praticamente mai finalizzato al tiro in porta da distanza ravvicinata. Questo, a mio modo di vedere, è dovuto alla sagacia tattica di Mourinho: ben conscio delle capacità d'inserimento dei suoi ex giocatori (un nome su tutti: Frankie Lampard, ma anche Ballack, Anelka e Kalou non scherzano), ha preferito affollare l'area di rigore costringendo Cambiasso ed uno tra Stankovic e Thiago Motta alla ritirata strategica negli ultimi sedici metri. In tal modo, con un'area piena zeppa di giocatori, il Chelsea è stato obbligato ad affidarsi esclusivamente alle soluzioni dalla lunga distanza, risultate peraltro efficaci in occasione del gol di Kalou. Aggiungiamoci poi la strepitosa partita di Lucio, abilissimo nel rendere inoffensivo un animale da gol come Drogba, ed ecco spiegata l'ottima prestazione difensiva dell'Inter.
Sul fronte opposto, sono state sufficienti la scaltrezza di Milito e la tenacia di Cambiasso. E se nel finale si fosse approfittato della mediocrità di Hilario, catapultato in campo contro la sua stessa volontà...

Volendo allargare il discorso, poi, non posso esimermi dal chiamare in causa il Manchester United: poco spettacolo offerto a San Siro, eppure un successo pesantissimo nell'economia della qualificazione. Mi ero complimentato con i Red Devils allora e con Ferguson - avvezzo al catenaccio europeo, eppure raramente criticato per questo - per il cinismo trasmesso ai suoi giocatori, non vedo perché non dovrei fare lo stesso con Mourinho e con l'Inter, per di più dopo un successo di tale importanza.

Capitolo Moratti: so benissimo che le decisioni del giudice sportivo sono solite esser pronte il lunedì in caso di partite infrasettimanali, ma era mia intenzione porre l'accento sulla piccata reazione di Moratti. Un unicum, decisamente, e ciò mi porta a pensare che sia stata pianificata a tavolino, con il solo scopo di aumentare la tensione in vista della partita col Chelsea.

Vojvoda ha detto...

Credevo di ricordare che tu fossi della Juventus, almeno così era parso dai tuoi ripetuti interventi e post ma evidentemente ho preso una cantonata gigantesca.

Quello che penso della gara l'ho scritto e non è molto difforme dal pensiero comune (quotidiani sportivi a parte) che non sia di parte.
Alla voce "mancanze arbitrali" credo si possa anche soprassedere (con fatica, ma Ancelotti è stato un Signore...S maiuscola) se solo ci fosse uniformità di valutazioni quando di mezzo ci sono le squadre italiane e quindi evitando il putiferio del dopo Ovrebo oppure, se la linea è quella, sarebbe il caso che Gazzetta e quant'altri sparassero gli stessi titoloni molto spendibili e vendibili anche qunado si tratta di episodi particolarmente evidenti e dannosi che favoriscono le squadre della penisola.
L'Inter ha tirato in porta due volte, in occasione delle reti, perchè Eto'o, nella terza grande chance, non ha fatto in tempo a farlo, quindi Hilario poteva anche non essere menzionato perchè Cech ha subito lo stesso "trattamento".
Il Chelsea nella ripresa si è progressivamente spento ma rimangono due occasioni chiarissime (traversa di Drogba e gol mangiato da Lampard) più altre 5 occasioni evidenti pur in formazione rimaneggiata, come ben sai.
Il Manchester United, che citi, ha fatto una gara sotto la sufficienza contro il Milan, e se ci fosse stato l'Inter al posto dei cugini, avrebbe perso. Quello di Ferguson
a Milano non è stato cinismo, bensì cattivo gioco e pizzico (molto più di un pizzico...) di fortuna, aspetti che accompagnano costantemente Ferguson in trasferta e che renderanno a rischio la presenza dei Diavoli Rossi nel carrè finale di questa coppa (come dicevo: la fortuna prima o poi gira per forza e da anni sta accompagnando lo United, in casa ed in Europa).
Su Lucio non obietto nulla e sono stato il primo ad avere un coccolone quando ho letto che Van Gaal non lo voleva per via dell'abbondanza di piedi destri nella difesa centrale bavarese.
7 milioni sono un insulto al calcio per un centrale del suo livello (tecnica, corsa, agonismo, progressione, fisicità, tempismo, stacco di testa, posizionamento ed anche dribbling: complimenti alla società Inter ed a Mourinho che ha fiutato l'autogol del guru olandese).
Facesse meno sceneggiate e simulazioni, le porte della Premier sarebbero aperte anche alla sua oramai (quasi) veneranda età...
Chiudo dicendo che rimango ancora
sorpreso della tua "non juventinità"...credimi!

Ciao ;-)

Anonimo ha detto...

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Antonio Giusto ha detto...

Se mi si «accusa» di essere juventino, non posso che esserne contento: significa che non do sfogo ai miei instinti nerazzurri durante la stesura degli articoli.
Sugli arbitri non posso che darti ragione: Øvrebø è stato trattato come un delinquente, a differenza dell'incolume Mejuto Gonzalez. Personalmente, cerco di mantenere una condotta coerente: poca attenzione all'arbitraggio, tanta al gioco.
Per quanto riguarda l'United, il suo modo di giocare non farà incetta di complimenti, ma è efficacissimo, come attestato dalle due finali di Champions League disputate consecutivamente.
Chiudo con Lucio, di cui hai già enumerato i pregi. Alla voce difetti, però, impera la svagatezza: quando la concentrazione latita (in campionato più che in coppa), le gaffe dello «zagueiro» sono una certezza.