giovedì 31 gennaio 2008

Il futuro di Milano



Pato di qua, Pato di là, ma ieri sera anche Balotelli è irrotto fragorosamente sulla scena del calcio che conta, facendo sì che anche chi il calcio giovanile non sa nemmeno cosa sia si accorgesse di lui. E così, dopo i due gol di Pato al Genoa di domenica, il 17enne fenomeno nerazzurro ha risposto con una doppietta alla Juventus a Torino, che è valsa all’Inter la qualificazione alle semifinali di Coppa Italia. I numeri, ora parlano di 3 gol in 5 partite ufficiali per Pato, 4 in 3 per Balotelli.

Il 2 settembre 1989 nasce, a Pato Branco (in italiano “Anatra Bianca”), nello stato del Paraná, Alexandre Rodrigues da Silva, da tutti conosciuto come Alexandre Pato perché ai tempi delle giovanili dell’Internacional si confondeva con vari altri Alexandre, e così, per distinguerli, gli affibbiarono il soprannome “Pato”, ovvero papero, proprio per via del nome della sua città natale, che ha dato i natali anche a Rogerio Ceni, goleiro-goleador del San Paolo.
Mario Barwuah nasce a Palermo il 12 agosto 1990 da una famiglia ghanese, i Bawuah, appunto. A due anni viene dato in affidamento ai Balotelli, famiglia bresciana di cui acquisisce il cognome.
Il “Papero” (proprio in onore del pennuto ha preteso dalla Nike una fornitura di scarpe arancioni, che ricordano appunto le zampe del papero) inizia a giocare a pallone ad appena 3 anni, e a 7 è già famoso in tutto il Paraná. Il baby-prodigio è però famoso solo come giocatore di calcetto, visto che a calcio ad 11 inizia a giocare nel 1996, a 7 anni, quando entra a far parte del Gremio Industrial Patobranquense, squadra satellite del Grêmio, per cui fa il tifo suo padre. Nel 2002, a 13 anni, si trasferisce all’Internacional di Porto Alegre, per cui tifa sua mamma, superando un provino per i nati nel… 1983. Il sogno di diventare un calciatore professionista è sempre più vicino ad avversarsi, ma due anni prima un brutto mostro, che si chiama tumore, rischiava di metter fine alla sua carriera. Il tumore osseo era infatti stato riscontrato nelle radiografie fatte dal piccolo Alexandre per via di un braccio rotto. All’inizio si temeva addirittura per la sua vita, visto che la famiglia non aveva neppure i soldi per pagare l’operazione, ma Paulo Roberto Mussi, il chirurgo, accetta di fare l’intervento praticamente gratis.
“Super Mario” (come è soprannominato) Balotelli, dal canto suo, a giocare a pallone inizia a 5 anni, nella squadretta dell’oratorio della parrocchia di Mompiano, in provincia di Brescia. Il fisico e la classe superiore a quella dei suoi coetanei lo portano a bruciare le tappe, ed il 2 aprile 2006, a 15 anni - per giocare tra i professionisti occorre aver compiuto almeno 16 anni, ma la Lega di C concede volentieri una deroga a questo ragazzone bresciano ormai a tutti gli effetti -.
L’esordio in prima squadra del Papero fa più rumore, anche se avviene dopo quello di Super Mario. Il 26 novembre del 2006, infatti, Pato si merita il posto da titolare contro il Palmeiras per aver guidato la squadra primavera dell’Internacional al titolo di categoria, battendo in finale proprio quel Grêmio che gli è tanto antipatico, come del resto la sua più grande stella dell’ultimo decennio: Ronaldinho, a cui non vuole essere paragonato visto che i suoi idoli sono i due Ronaldo, Cristiano ed il “Fenomeno”. Alla prima con l’Internacional ammalia tutto e tutti: un gol, arrivato al primo pallone toccato, e 3 assist, per i 4 gol finali del Colorado. Un esordio del genere basta e avanza per essere convocato per il mondiale per club, dove Pato ha l’occasione di battere il record di più giovane marcatore di una competizione ufficiale FIFA, che apparteneva a Pelé, segnando all’Al Ahly. Al Milan costa 22 milioni di euro, e la firma arriva il 2 agosto del 2007, dopo che su di lui si erano posati gli occhi di Chelsea, Real Madrid ed Inter, che lo seguiva da anni.
Massimo Moratti motiva la rinuncia a Pato con le seguenti parole:
«Pato avrebbe tolto prospettive a un prodotto del nostro vivaio che sta venendo su in modo formidabile. Parlo di Balotelli». Per il prodigio nato a Palermo anche l’Inter ha dovuto affrontare, un anno prima, diverse concorrenti. Su tutte le Fiorentina, che aveva già chiuso con il Lumezzane, che non pareva intenzionato a trattare con altre squadre. Però quando i nomi delle altre squadre sono Inter e Barcellona è difficile resistere. Con il Barça Balotelli fa un provino della durata di cinque giorni, segnando otto reti. Il Barça lo farebbe suo, ma i problemi legati alla sua cittadinanza per via di alcuni problemi giuridici tuttora irrisolti , convincono i fratelli Corrado e Giovanni, che si occupano di trovargli una squadra adatta a farlo crescere sia dal punto di vista calcistico che da quello scolastico. Alla fine la scelta ricade sull’Inter, sia per la vicinanza da Brescia che per la serietà del progetto, che inizialmente mette a disposizione di Mario addirittura un pulmino che lo andava a prendere a Brescia per portarlo agli allenamenti ogni giorno. Dopo le meraviglie nella categorie giovanili (in un anno passa dagli allievi nazionali al decisivo gol su rigore, da lui procurato, che vale all’Inter il titolo primavera) il meritato esordio in nerazzurro arriva il 17 dicembre contro il Cagliari, al Sant’Elia. Due giorni dopo parte dal primo minuto contro la Reggina al Granillo, e segna due delle quattro reti nerazzurre.
L’esordio milanista di Pato è un vero e proprio evento: a San Siro ci sono 80mila persone ad assistere al debutto in maglia rossonera di colui che è annunciato come il salvatore della patria. Il 5-2 al Napoli alla fine conta poco, l’importante è il suo gol, proprio quello che fissa il risultato finale, e che fa ben sperare i supporters milanisti. Poi due partite opache contro Udinese e Atalanta, domenica scorsa la sua ultima impresa: la doppietta al Genoa. L’esultanza? Il cuore fatto con le mani dedicato a Stephany Brito, la sua fidanzata.
L’ultima impresa di Balotelli è invece targata 29 gennaio 2007, quando ha consentito all’Inter di superare il turno di Coppa Italia con due gol alla Juventus. L’esultanza? Un sorriso, nulla di più, «Perché dovrei esultare o fare sceneggiate, il mio ruolo è quello di attaccante e il mio compito è fare gol» la motivazione della non-esultanza.
Milano sarà loro, anche prima di quanto si possa immaginare.
Antonio Giusto
Fonte: SportBeat

4 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao volevo kiederti se puoi aggiungere il mio link tra preferiti ed io faccio lo stesso con il tuo..?! grazie fammi sapere sul mio blog..

Antonio Giusto ha detto...

Ehm... quale blog dovrei aggiungere? Quello sulla Lazio o quello sull'Arsenal?

Entius ha detto...

Sono due grandissimi campioni. Se non si perdono per strada nei prossimi 10-20 anni ne vedremo delle belle.

Muttley ha detto...

Ciao
scusami se sarò forse un po'fuori tema,
visto che ho visto scrivete di Alexandre Pato
volevo chiedervi se avevate voglia di scrivere anche nel Blog Alexandre Pato.
Vi mando l'invito come editore se interessa basta mi facciate un commento sul blog in modo che possa spedirvi l'e-mail.

Scusa di nuovo se sono stato d'impiccio
Ciao