Il suo è il nome più caldo del calciomercato italiano da qualche mese a questa parte: prima il Milan, poi la Juventus e adesso l'Inter hanno provato a vestirlo con i propri colori sociali. Stiamo parlando di Milos Krasic, 26 anni il prossimo 1° novembre, esterno di centrocampo attualmente sotto contratto con il CSKA Mosca , ma c'è da giurarci che non sarà così dopo le ore 19 del 31 agosto, giorno di chiusura delle contrattazioni pallonare. Andiamo quindi alla scoperta di questo biondo laterale di centrocampo che tra non molto solcherà le corsie esterne degli stadi del Belpaese.
GLI INIZI - Nato a Kosovska Mitrovica, 100.000 abitanti divisi dal'Ibar (a nord del fiume la comunità serba, a sud quella albanese), Krasic dà i primi calci al pallone nel Rudar, squadra cittadina. Che appartenga ad un'altra categoria rispetto ai coetanei lo capisce subito il Vojvodina di Novi Sad, che lo fa esordire bambino in prima squadra, ad appena 14 anni, e di cui finisce per indossare persino la fascia di capitano una volta raggiunti i 20: la Serbia gli sta stretta, accetta i petrodollari del CSKA e va a fare incetta di trofei in Russia, mettendo in bacheca due campionati ed altrettante coppe nazionali, oltre alla Coppa UEFA 2005 (poco più di 20' contro lo Sporting Lisbona in finale, subentrando ad Olic).
IL NUOVO NEDVED? - Beh, non proprio. Innanzitutto, non ha una confidenza con il piede sinistro tale da poterlo accostare al centrocampista ceco. Proseguendo, gli manca quella capacità di giocare tra le linee che contraddistingueva Nedved nel periodo di militanza italiana: il Pallone d'oro 2003 aveva un'interpretazione totale del ruolo di centrocampista, con cui Krasic ha poco a che fare. Il serbo è differente: esterno di fascia vero e proprio, è settato per cercare il fondo e crossare. Tremendo nell'uno-contro-uno, la sua missione tende solitamente a concludersi con il traversone per i compagni, cui richiede palloni in profondità (iperattivosenza palla, sottolineiamolo) ed il giusto tempismo a centro area. Per vie centrali ci va unicamente se intenzionato a liberare il destro al fulmicotone - questa sì, è una carattestistica riscontrabile in Nedved -, o più di rado cerca il taglio in area di rigore. Da segnalare anche una abilità nel recupero del pallone (non solo qualità, ma anche quantità), mentre è un'invenzione quella che sia ambidestro: se obbligato a giocare sulla corsia mancina perde incisività e ne guadagna esclusivamente per via del maggiore angolo di tiro che si trova ad avere, ma per un esterno pure quale lui è non si tratta certo di una priorità. Meglio a destra, insomma, e se proprio si vuole azzardare un paragone con un calciatore del passato, c'è chi ha proposto Andrei Kanchelskis: anch'egli proveniente dall'Europa orientale (17 presenze con l'URSS, 36 con la Russia), gli capitò d'indossare la prestigiosa maglia numero 7 del Manchester United sotto la guida di Ferguson e tra il '97 ed il '98 fu avvistato anche in Italia, con la maglia della Fiorentina , anche se trascorse la maggior parte della propria carriera viola in infermeria.
DOVE GIOCHERÀ - A gennaio pareva praticamente fatta con il Milan: c'era chi parlava di un'ufficialità imminente, mentre il calciatore aveva festeggiato il proprio venticinquesimo compleanno con torta e candeline rossonere. Leonardo già si fregava le mani pensando al possibile impiego di questo cavallone serbo nel suo 4-2-1-3, ma le eccessive rischieste economiche del CSKAMosca hanno convinto il Milan a desistere. Nulla di nuovo sotto il sole, fino all'approdo di Marotta e Delneri alla Juventus : per il dogmatico 4-4-2 del tecnico friulano gli esterni sono di fondamentale importanza, e Marotta si è immediatamente mobilitato per portare a Torino il meglio disponibile sul mercato, ovvero Krasic. La Juventus , che offre 13 milioni al CSKA ed un triennale da 2,5 milioni annui al calciatore, è in attesa della firma, ma attenzione all'Inter . Stankovic si è fatto sentire nello spogliatoio della Serbia, mentre pare che Benitez si sia mobilitato in prima persona contattando telefonicamente il calciatore. Non si ancora se vestirà bianconero o nerazzurro, ma di certo nella prossima stagione si delizierà con pizza e spaghetti, fiori all'occhiello della cucina italiana, da alternare con risotto giallo o bagna cauda: sta a lui scegliere tra la Madonnina e la Mole Antonelliana.
Antonio Giusto
Fonte: Goal.com
GLI INIZI - Nato a Kosovska Mitrovica, 100.000 abitanti divisi dal'Ibar (a nord del fiume la comunità serba, a sud quella albanese), Krasic dà i primi calci al pallone nel Rudar, squadra cittadina. Che appartenga ad un'altra categoria rispetto ai coetanei lo capisce subito il Vojvodina di Novi Sad, che lo fa esordire bambino in prima squadra, ad appena 14 anni, e di cui finisce per indossare persino la fascia di capitano una volta raggiunti i 20: la Serbia gli sta stretta, accetta i petrodollari del CSKA e va a fare incetta di trofei in Russia, mettendo in bacheca due campionati ed altrettante coppe nazionali, oltre alla Coppa UEFA 2005 (poco più di 20' contro lo Sporting Lisbona in finale, subentrando ad Olic).
IL NUOVO NEDVED? - Beh, non proprio. Innanzitutto, non ha una confidenza con il piede sinistro tale da poterlo accostare al centrocampista ceco. Proseguendo, gli manca quella capacità di giocare tra le linee che contraddistingueva Nedved nel periodo di militanza italiana: il Pallone d'oro 2003 aveva un'interpretazione totale del ruolo di centrocampista, con cui Krasic ha poco a che fare. Il serbo è differente: esterno di fascia vero e proprio, è settato per cercare il fondo e crossare. Tremendo nell'uno-contro-uno, la sua missione tende solitamente a concludersi con il traversone per i compagni, cui richiede palloni in profondità (iperattivo
DOVE GIOCHERÀ - A gennaio pareva praticamente fatta con il Milan: c'era chi parlava di un'ufficialità imminente, mentre il calciatore aveva festeggiato il proprio venticinquesimo compleanno con torta e candeline rossonere. Leonardo già si fregava le mani pensando al possibile impiego di questo cavallone serbo nel suo 4-2-1-3, ma le eccessive rischieste economiche del CSKA
Antonio Giusto
Fonte: Goal.com
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