lunedì 24 novembre 2008

Biscardi cià raggione

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Biscardi cià raggione. Il titolo è sgrammaticato, come il conduttore del celeberrimo Processo. Ma è indubbio che la moviola in campo, ormai, sia necessaria. Ieri, nell’ennesima giornata nera, anzi, nerissima, degli arbitri, il protagonista – in negativo, ovviamente – è stato Stefano Farina, 46enne direttore di gara. In Torino-Milan ha negato un solare rigore ai rossoneri, non vedendo un clamoroso «mani» di Pratali sul destro di Ronaldinho, salvo poi concedere la massima punizione al Toro per un mani di Kaladze che, secondo le ultime disposizioni di Collina, non doveva assolutamente essere sanzionato, dato i rimbalzo sulla coscia del difensore georgiano prima del tocco con il braccio. Tutto ciò a Kaladze non è – ovviamente – piaciuto, e ai microfoni di Controcampo ha detto chiaro e tondo ciò che pensava di Farina: «È scarso, non capisce niente e mi ha derubato». I toni sono un po’ aspri, e forse il Milan potrebbe evitare di recriminare visti i tanti favori arbitrali ricevuti in questo campionato, ma è indubbio che quella di ieri per Farina sia stata una serata storta. Mica solo la sua, però: Mazzoleni, in Lazio-Genoa, ha inspiegabilmente annullato il gol del provvisorio 0-1 a Milito; in Inter-Juventus Rizzoli ha arbitrato bene, nel complesso, ma i guardalinee sono stati disastrosi: la difesa juventina cercava sistematicamente di mettere in fuorigioco gli attaccanti avversari, ma in praticamente ogni occasione i guardalinee hanno sbagliato la chiamata.
L’unica soluzione appare la moviola in campo: nell’Nba viene già utilizzata per svariati motivi, dall’assegnazione di un fallo tecnico alla convalida di un canestro, ma anche altri sport la utilizzano, e con successo: nel Football Americano fu introdotta nel 1999, nel nuovo millennio si sono arresi alla moviola anche basket, rugby (2001), tennis e scherma (2006). Loro lo chiamano «instant replay», cambiarne il nome in «moviola» ed introdurlo nel calcio non sarebbe una cattiva idea.

sabato 22 novembre 2008

Così non si può giocare a calcio

E c'è anche la pubblicità di quelle «cose» (non si possono definire scarpe): http://www.youtube.com/watch?v=1yo6K1WItIA.

lunedì 10 novembre 2008

Generazione di Talenti: il blog



Dopo il Forum, nasce anche il blog. Generazione di Talenti, ideato dall'amico Massimo Tanzillo, nella versione blog si promette di "schedare" i giovani talenti pallonari, oltre ad occuparsi del calcio in generale.
Per la cronaca, il sottoscritto curerà la rubrica "Calcio d'angolo".

domenica 9 novembre 2008

Mourinho, così non va

jose mourinho

Mourinho zittisce i tifosi nerazzurri stipati in «balaustra», ma il gesto è da rivolgere a tutti coloro che lo criticano, compreso Sconcerti. I motivi delle critiche? Il gioco – e, soprattutto, i gol – che non arriva(no) (non che con Mancini le cose andassero in maniera diversa…), la difesa di ferro vista in estate scioltasi come neve al sole con l’arrivo dei primi freddi, curiose ostinazioni tattiche (Quaresma titolare, il 4-2-4) ma, soprattutto, un protagonista che ha fatto storcere il naso a più d’un giocatore.

GIOCO E GOL – In Inghilterra il Chelsea giocava con un 4-3-3 assai flessibile, che diventava 4-5-1 in fase di non possesso della sfera. Per attuare tale modulo fondamentali si rivelavano Drogba, classico centravanti in grado di far reparto da solo, e Lampard, che con i suoi costanti inserimenti garantiva un quantitativo di gol da seconda punta: i numeri parlano di 19, 20 e 21 gol nelle tre stagioni trascorse sotto la guida dello «Special One», le tre migliori annate sotto il profilo realizzativo per il nipote di Harry Redknapp. In Italia ha trova una squadra completamente diversa, abituata a giocare con il rombo manciniano e pertanto priva di ali, eccezion fatta per l’attempato – e accentrato – Luis Figo, più a suo agio dietro le punte che sulle fasce sotto la guida del tecnico jesino. Le ali sono arrivate: l’incostante Mancini e lo strapagato Quaresma. Ebbene, il primo, che va ad intermittenza anche durante i 90’ di gara (ma che s’intende a maraviglia con Ibra) si divide tra campo e panchina, il funambolo portoghese invece è sempre in campo, salvo poi andarsi a sedere in panchina nella ripresa. Il giocatore non è scarso, solo che il calcio portoghese ha ritmo diversi rispetto a quello italiano, e lui sta impiegando parecchio tempo ad ambientarsi, mostrando comunque segnali (spesso praticamente impercettibili) di crescita. A centrocampo poi, visto il mancato arrivo di Lampard, Mourinho si è ritrovato senza il centrocampista-goleador necessario per la messa in pratica del collaudato 4-3-3. Ed è qui che nascono i problemi dell’Inter: senza Lampard il tecnico portoghese ha provato diverse soluzioni, tra le quali il posizionamento di Vieira sul centrosinistra (contro l’Udinese) alla ricerca di un uomo capace di inserirsi in zona-gol con i tempi giusti. Vieira però è un mediano il cui record di gol in carriera è sei, ed era la stagione 2004-05, l’ultima con la maglia dei Gunners. A gara in corso contro l’Udinese è stato provato pure Stankovic, jolly di centrocampo con maggiore affinità con il gol rispetto a Vieira, ma comunque diverso da Lampard per caratteristiche. Hamsik sarebbe la soluzione ai problemi nerazzurri, intanto, per ovviare alle scarse capacità realizzative dei centrocampisti, Mourinho ha prova anche il 4-2-4, con risultati non certo incoraggianti: i gol arrivano (tra Reggio e Larnaca sei reti in due partite), ma non portano la firma degli attaccanti: Cruz e Balotelli gli unici uomini d’attacco in gol nelle due trasferte. Nulla di grave se la prima punta segnasse con regolarità, ma il problema maggiore di questa Inter è che Mourinho ha scelto come prima punta Ibrahimovic: forte fisicamente, tecnicamente dotatissimo, ma con un difetto di enorme gravità per un centravanti, la mancanza totale di killer-instinct, che è una cosa con cui si nasce e che non si può assolutamente imparare. Tra le fila nerazzurre ne sono fortunatamente dotati più giocatori, a cominciare da Adriano, passando per Cruz e chiudendo con Crespo. Con ognuno di questi tre Mourinho ha avuto degli screzi, dovuti soprattutto ad un eccessivo protagonismo che lo porta alla continua ricerca delle prime pagine dei quotidiani, che va bene per distogliere l’attenzione dai problemi della squadra, ma che non va usato in maniera smodata.

PROTAGONISMO – Il «Mago di Setubal» spesso esagera quando, pur di dimostrare la sua importanza per le squadra, prende decisioni che spesso nuocciono all’ambiente, oltre che al risultato. In ordine cronologico, si può partire dalle scaramucce avute con Crespo ad inizio stagione: Mou non lo voleva, e lo ha di fatto messo fuori squadra, escludendolo dalla lista Champions e spedendolo a ripetizione in tribuna. Crespo non rientrava nei suoi piani, e questa è una giustificazione per il tecnico, ma dargli così poca considerazione è stata un’esagerazione. Ancor più esagerata la reazione avuta nei confronti di Cruz, messo in campo contro il Genoa al 55’ e punito per… non aver segnato il gol-vittoria. Il tecnico di Setubal ha incolpato l’argentino di non aver allargato il gioco (non esattamente il compito di una prima punta) e, anziché limitarsi a tenerlo in panchina nella gara successiva come avrebbe fatto qualunque altro allenatore, l’ha addirittura messo fuori squadra. Provvedimento curiosamente non preso nei confronti dei più giovani – ed esuberanti – Balotelli ed Obinna, anch’essi rimproverati dopo il match con i rossoblù ma regolarmente presenti nell’elenco dei convocati per la successiva gara contro la Fiorentina. Immediatamente successiva ad Inter-Genoa anche l’esclusione di Adriano, punito per essersi presentato in ritardo agli allenamenti. La causa? Una notte passata in discoteca. Il provvedimento ci sta tutto: Adriano, per tornare Imperatore, ha bisogno di passare più tempo sul rettangolo verde che nei locali notturni. Il brasiliano ha accettato la punizione, allenandosi con voglia e regolarità fino al rientro, avvenuto mercoledì scorso nell’amichevole contro la seconda squadra del Watford. In campo c’erano anche altri componenti della prima squadra, uno su tutti Samuel, per cui si trattava dell’ultimo test prima del definitivo rientro da titolare, puntualmente avvenuto contro l’Udinese. Contro i friulani anche Adriano sognava il ritorno in prima squadra, ma Mourinho l’ha gelato: «Convocherò Adriano quando sarà il momento di farlo», che più o meno significa «Io sono l’allenatore, e faccio ciò che voglio, anche illudere i miei giocatori». Contro l’Udinese, poi, un centravanti dal primo minuto avrebbe fatto assai bene ai nerazzurri, ma Mourinho ha deciso di continuare per la propria strada, che pare anche quella scelta dalla dea bendata: due successi nel recupero in altrettante partite per l’Inter, che farebbe bene a cambiar marcia, visto che la fortuna non durerà in eterno.

lunedì 3 novembre 2008

Calcio «truccato»



Almeno quello delle quattro traverse di Ronaldinho l’avevano fatto con un minimo di attenzione...

Serie A: 10ª giornata

Atalanta-Lecce 0-0 Download Video

A Bergamo il modulo del Lecce è nuovo, l’atteggiamento no. I padroni di casa vengono lasciati fare dagli uomini di Beretta, che si limitano a non concedere troppi spazi e provarci occasionalmente in contropiede. Quando Valdes viene espulso (68’) l’Atalanta si accontenta del pari, come del resto il Lecce. Un buon punto per entrambe.

Cagliari-Bologna 5-1 Download Video Gol 18′ p.t. Di Vaio, 44′ p.t. Acquafresca; 3′ s.t. Conti, 6′ s.t. Acquafresca, 23′ s.t. e 39′ s.t. Jeda

Tutto come l’anno, anzi, il campionato, scorso: Sant’Elia roccaforte inespugnabile e Acquafresca bomber principe del Cagliari. Il primo gol lo firma però Di Vaio, a cui Acquafresca risponde di testa in chiusura di primo tempo. Nella ripresa il Cagliari dilaga: Conti, Acquafresca e due volte Jeda fissano il risultato sul 5-1, che risolleva il Cagliari e affossa il Bologna.

Juventus-Roma 2-0 Download Video Gol 38′ p.t. Del Piero; 3′ s.t. Marchionni

Quinta sconfitta fuori casa in altrettante partite per una Roma in crisi nerissima. A Torino, contro la Juve, i giallorossi (nuovamente privi di Totti) hanno palesato le solite difficoltà in fase difensiva, facendo comunque intravedere qualcosa di buono nei primi 20’, in cui arriva anche un curioso palo di Panucci, il cui cross dalla destra sorprende Manninger ma colpisce il legno. Dopodichè la Roma si spegne, lasciando la scena alla Juve, che al 38’ si porta in vantaggio con Del Piero, il cui calcio di punizione dai 30 metri non lascia scampo a Doni, comunque il migliore dei suoi. In avvio di ripresa è proprio Doni ad evitare il 2-0 di Amauri, la cui splendida rovesciata trova pronto il connazionale, ma l’ex portiere della Juventude non riesce ad opporsi al delicato destro di Marchionni che lo scavalca per il 2-0 che chiude la partita. Juve che torna a credere nello scudetto, Roma ad un solo punto sulla zona retrocessione.

Lazio-Catania 1-0 40′ s.t. Foggia

Il momento magico del Catania è finito, quello della Lazio è appena ricominciato. La partita la fa la Lazio, e il Catania si limita a difendersi con ordine e ad affidarsi alle parate di Bizzarri, che sta vivendo un periodo di grazia. Tra i biancocelesti i più pericolosi sono, come di consueto, Zarate e Pandev, mentre la prestazione di Rocchi è insufficiente. Il gol porta però la firma di Foggia, subentrato a Brocchi al 70’, che a cinque minuti dal termine batte Bizzarri con un preciso sinistro dall’altezza del dischetto. La Lazio riprende la propria marcia dopo il pessimo mese di ottobre, il Catania si assesta a metà classifica.

Milan-Napoli 1-0 41′ s.t. aut. Denis

Quattro anni dopo il Milan è in testa alla classifica, e il merito è tutto di un attaccante del Napoli. I rossoneri hanno però dovuto penare, e non poco, per portare a casa questi tre punti. Dopo un primo tempo equilibrato, in cui entrambe le squadre hanno avuto l’occasione di portarsi in vantaggio, nella ripresa la partita la fa il Milan, data l’inferiorità numerica degli avversari causata dal rosso rimediato da Maggio al 44’ per un fallo su Jankulovski. Il Milan costringe il Napoli nella sua metà campo, ma i partenopei sono bravi a ripartire, in particolare con l’indiavolato Lavezzi. Nell’ultima mezz’ora è un vero e proprio assedio, ci provano tutti: Borriello, il suo sostituto Inzaghi, Kaká che colpisce il palo e Pato che si divora un gol praticamente già fatto a due passi dalla porta. Il Milan si vede poi recapitare un rigore quantomeno dubbio per un «mani» – involontario – di Pazienza. Dal dischetto va Kaká, ma Iezzo si oppone (per la cronaca si tratta del primo rigore sbagliato in questa stagione dopo che i precedenti 24 tentativi erano andati tutti a segno). Per il Napoli sembra fatta, ma al 41’ Denis sbaglia porta sul calcio di punizione di Ronaldinho dalla sinistra. Milan di nuovo in vetta, Napoli quarto ma consapevole della propria forza.

Palermo-Chievo Verona 3-0 23′ p.t. rig. Miccoli, 37′ p.t. Kjaer, 46′ p.t. Cavani

Kjaer show al Barbera, dove il 19enne difensore rosanero dà sfoggio delle proprie doti. Per prima cosa il biondo danese si guadagna un rigore, trasformato da Miccoli, poi si mette in proprio e fa 2-0 con la complicità di Yepes (che lo marca in maniera troppo approssimativa) sugli sviluppi di un corner. Il 3-0 arriva con Cavani, che a tu-per-tu con Sorrentino non sbaglia e chiude il match. Il Chievo le occasioni per riaprirlo le avrebbe, ma non è fortunato: i tentativi di Pellissier, Luciano e Bogdani vengono neutralizzati dai legni. Palermo risollevato, Chievo penultimo.

Reggina-Inter 2-3 9′ p.t. Maicon, 23′ p.t. Vieira, 34′ p.t. Cozza; 8′ s.t. Brienza, 46′ s.t. Cordoba

Due punte e due ali in campo, e in gol ci vanno due difensori e un mediano. Questo lo strano destino dell’Inter, i cui problemi in fase realizzativi sono sempre più evidenti, e Mourinho non pare in grado di risolverli, dato che persistono sin dalle prime amichevoli estive, in cui però la difesa era risultata granitica, a differenza di quanto accaduto al Granillo. Contro la Reggina l’Inter parte forte e dopo appena 9’ minuti un’invenzione di Ibrahimovic trova Maicon in area, e il brasiliano non ci pensa su due volte prima di scaricare un gran destro che sorprende Campagnolo. Al 23’ è addirittura 2-0 per l’Inter, con Vieira che infila tra le gambe il portiere amaranto. Partita chiusa? Assolutamente no: Cozza (lasciato colpevolmente libero al limite dell’area sugli sviluppi di un corner) e Brienza riequilibrano il match, deciso a tempo scaduto da Cordoba, che segna un gol da consumato uomo d’area sugli sviluppi di un corner dalla sinistra. Inter capolista per un giorno, Reggina sempre ultima.

Sampdoria-Torino 1-0 40′ s.t. Bellucci

Torna Bellucci e torna anche la Samp: con l’ex bolognese in campo dall’inizio la Sampdoria ha conquistato sei punti nelle ultime due partite, con altrettanti suoi gol. Contro il Torino il primo tempo non è propriamente brillante, ma nella ripresa la partita si ravviva. Amoroso riesce addirittura a segnare, ma Ayroldi annulla inspiegabilmente scatenando le proteste dei granata, che nel finale vengono beffati da Bellucci, il cui colpo di tacco sorprende Calderoni. La Samp si allontana progressivamente dai bassifondi della classifica in cui il Toro continua ad annaspare.

Siena-Fiorentina 1-0 32′ s.t. Kharja

Come un anno fa la Fiorentina cade a Siena, e il risultato è il medesimo: 1-0 per i padroni di casa. Dopo un primo tempo equilibrato in cui Mutu cerca, senza riuscirvi, di sopperire all’assenza di Gilardino, nella ripresa il Siena viene fuori: prima Frick colpisce il palo da pochi passi, poi, al 76’, Kharja segna il gol-partita, svettando di testa su un corner dalla destra. Pazzini, supportato dal volenteroso Jovetic (subentrato a Mutu), può ben poco, e così il Siena mette in cascina tre preziosi punti. La Fiorentina perde un’importante occasione di avvicinare la vetta della classifica, il Siena staziona stabilmente a metà di essa.

Udinese-Genoa 2-2 4′ p.t. rig. D’Agostino; 19′ s.t. rig. Milito, 22′ s.t. Sculli, 33′ s.t. Quagliarella

Spettacolo al Friuli, dove Udinese e Genoa disputano la partita più avvincente del weekend calcistico. Per passare in vantaggio all’Udinese bastano appena 4’ e l’ingenuità di Criscito, che trattiene Floro Flores e permette a D’Agostino di freddare Rubino dal dischetto. Il Genoa però non ci sta, e fa di tutto per riportare il match in parità, ma un Handanovic in giornata di grazia si oppone alle numerose conclusioni dei rossoblù. Al quarto d’ora della ripresa il Genoa torna al consueto 3-4-3, e in tre minuti Milito e Sculli ribaltano il risultato: prima l’argentino trasforma un rigore fischiato per fallo di Lukovic su Vanden Borre, poi veste i panni dell’assist-man per la gioia di Sculli, che fa 2-1. Marino capisce che l’unica soluzione per portare a casa punti è mettere dentro Di Natale e Quagliarella, ed è proprio l’ex doriano a fare 2-2 insaccando al volo un cross dalla destra di Pepe. Udinese appaiata all’Inter al secondo posto in classifica, Genoa ancora nella parte sinistra della classifica.

CLASSIFICA

Milan 22, Inter e Udinese 21, Napoli 20, Lazio 19, Juventus 18, Genoa e Fiorentina 17, Palermo 16, Catania 15, Atalanta 14, Siena 12, Lecce 11, Cagliari e Sampdoria 10, Torino 8, Roma 7, Bologna e Chievo Verona 6, Reggina 5.
Roma e Sampdoria una partita in meno.

MARCATORI

7 gol: Gilardino (Fiorentina)
6 gol: Miccoli (Palermo), Milito (Genoa), Zarate (Lazio)
5 gol: Amauri (Juventus), Denis (Napoli), Di Vaio (Bologna), Ibrahimovic (Inter), Pandev (Lazio), Quagliarella (Udinese)

Scritto da Antonio Giusto

Fonte: RecontraGolazo