lunedì 14 giugno 2010

Germania-Australia 4-0


GERMANIA (4-2-3-1): Neuer; Lahm, Mertesacker, Friedrich, Badstuber; Khedira, Schwinsteiger; Müller, Özil (dal 28' s.t. Gomez), Podolski (dal 35' s.t. Marin); Klose (dal 26' s.t. Cacau). (Wiese, Butt, Jansen, Aogo, Tasci, J. Boateng, Kroos, Kiessling, Trochowski). All.: Löw.

AUSTRALIA (4-4-2): Schwarzer; Wilkshire, Neill, Moore, Chipperfield; Emerton (dal 28' s.t. Jedinak), Valeri, Grella (dal 1' s.t. Holman), Culina; R. Garcia (dal 19' s.t. Rukavytsya), Cahill. (Federici, Galekovic, Beauchamp, Milligan, Carney, Kewell, Vidosic, Bresciano, Kennedy). All.: Verbeek.

ARBITRO: Rodriguez (Messico).

NOTE: spettatori 62.660. Espulso Cahill (A) all'11' s.t. per gioco scorretto. Ammoniti Özil e Cacau per comp. non reg., Moore per proteste, Neill e Valeri per gioco scorretto. Angoli 4-7. Tiri in porta 10-2. Tiri fuori 6-8. In fuorigioco 7-1. Recuperi 1' p.t., 3' s.t.

Toh, guarda chi è arrivato in Sudafrica con qualche giorno di ritardo: il gioco del calcio, sì, proprio lui. Evidentemente non c'era spazio sugli aerei dell'Algeria e della Slovenia, magari la crisi greca gli ha impedito di salpare alla volta del continente nero, oppure Domenech ha ritenuto inopportuno portarselo appresso a causa della sfavorevoli previsioni astrologiche. Fatto sta che, in un modo o nell'altro, è riuscito a scroccare un passaggio alla Fußballnationalmannschaft: Löw, evidentemente, non ha avuto il buon cuore di lasciarlo a casa, ed i tanti giocherelloni che compongono la selezione tedesca hanno accolto con gioia l'inaspettato compagno di viaggio.
Contro l'Australia, disposta in campo secondo gli antichi dettami di Hiddink ma opinabilmente diretta da Verbeek, i teutonici hanno avuto vita facile. Dopo la fortuita occasione capitata a Garcia in avvio, propriziata dalla marcatura a uomo tedesca in occasione del primo corner dell'incontro, la Germania ha iniziato a fare il proprio gioco: nulla di eccezionale, non c'era mica l'Olanda del '74 in campo, ma almeno si trattava di calcio. Fraseggio, esterni che allargano il campo e pallone in profondità ogniqualvolta si apre un varco nell'incerta difesa australiana, mai in grado nell'arco dell'incontro di salire a tempo e mettere in fuorigioco i tedeschi, che dopo soli 8' sono già in vantaggio con Podolski: filtrante di Özil per Müller, che vede il compagno libero sul secondo palo e lo serve senza esitazioni. Forte del vantaggio, la Germania continua ad amministrare il possesso della sfera, sempre pronta ad infilare la sonnacchiosa difesa dei Socceroos: basta una fiammata per mandare in tilt Neill e Moore. Segna Klose, che si divora almeno altri due gol, ma l'Australia sembra accontentarsi del risultato, rinunciando al pressing e limitandosi a ribadire il proprio 4-4-2 attendista che nonostante tutto lascia parecchi spazi agli avversari, imperterriti nell'attaccare lo spazio alle spalle della difesa.
Nel secondo tempo, complice l'ingiusta espulsione di Cahill, la fatiscente baracca australiana crolla. Le gambe non ci sono più, la testa pare non esserci mai stata (come spiegare, altrimenti, le numerose incomprensioni al momento di far scattare la trappola del fuorigioco?), ed i tedeschi ne approfittano per allietare la platea: il fraseggio si fa più stretto, e gli inserimenti di Özil e soci mandano nel pallone la retroguardia australiana, che concede il tris a Müller. Chiude i conti Cacau, servito dal solito Özil - a Gelsenkirchen ancora si mangiano le mani - a tu per tu con Schwarzer.
Detto dell'andamento della partita, si può porre l'attenzione sulla Germania. Fresca, giovane e vivacissima: il melting pot (undici «stranieri» su ventitré convocati) pare aver spazzato via decenni di pragmatismo teutonico, ridisegnando una squadra vogliosa di raggiungere il successo con un occhio di riguardo allo spettacolo. Mesut Özil, classe 1988, è probabilmente il giocatore che meglio rappresenta la nuova filosofia di gioco tedesca, frutto di un meticoloso lavoro sui settori giovanili: figlio di turchi, nato in Germania, un bagaglio tecnico di prim'ordine da mettere a disposizione dei compagni festanti. Forse - diciamo probabilmente - l'11 luglio non saranno loro ad alzare la coppa, ma questo è comunque un giorno pieno di significato per il calcio tedesco: la prima rappresentazione a livello di Nazionale maggiore della scuola calcistica attualmente campione d'Europa a livello Under 17, 19 e 21.

ANTONIO GIUSTO

Fonte: Mondiali di calcio 2010

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