giovedì 17 giugno 2010

Brasile-Corea del Nord 2-1: Maicon 10' s.t. (B); Elano 27' s.t. (B); Ji Yun-nam 44' s.t. (C)



BRASILE (4-2-3-1): Julio Cesar; Maicon, Lucio, Juan, Bastos; Gilberto Silva, Felipe Melo (39'st Ramires); Elano (27'st Dani Alves), Kakà (33'st Nilmar), Robinho; Luis Fabiano. (Doni, Luisao, Thiago Silva, Josuè, Baptista, Kleberson, Grafite). All. Dunga.

COREA DEL NORD (5-3-1-1): Ri Myong Guk; Cha Jong Hyok, Nam Song Chol, Pak Chol Jin, Ri Kwang Chon, Ji Yun Nam; Mun In Guk (35'st Kum Il sv), An Yong Hak, Pak Nam Chol; Hong Yong Jo; Jong Tae Se. (Kum Chol, Nam Chol II, Song Chol, Myong Gil, Chol Myong, Kwang Hyok, Yong Jun, Chol Hyok, Myong Wong, Kyong Il, Sung Hyok). All. Kim Jong Hun

ARBITRO: Kassai (Hun).

NOTE: serata fredda, terreno in buone condizioni, spettatori 65.000. Ammonito Ramires (B). Angoli: 7-3 per il Brasile. Recupero: 0'pt, 2'st.

Qualche anno fa, dopo la clamorosa - ed immeritata - eliminazione dell'Italia contro i sudcoreani al mondiale asiatico, iniziò a girare una barzelletta in cui Totti motivava così la suddetta eliminazione: «Abbiamo perso perché loro... coréano troppo». Che la battuta vi faccia ridere o meno, poco importa: ciò che conta, è che siamo di fronte alla verità. Questi coreani, del Sud o del Nord, corono davvero tanto, troppo anche per il Brasile «europeo» di Dunga.
Nonostante una partenza frizzante, pensata per chiudere l'incontro il prima possibile e limitarsi poi alla gestione di risultato ed energie, la Seleção si trova a dover fare i conti con l'arcigna difesa predisposta dal commissario tecnico nordcoreano Kim Jong-Hun: cinque difensori in linea, poi centrocampo a rombo compatto e posto a pochissimi metri di distanza dalla terza linea per non concedere spazio tra le linee ai blasonatissimi avversari. La banda di Dunga soffre parecchio, ritrovandosi costretta ad una pittoresca ma poco utile serie di tocchi di prima sulla trequarti campo: oltre non si passa, ed a poco valgono gli avanzamenti di Maicon e Bastos, in costante proiezione offensiva. Che i trequartisti si scambino la posizione poco importa, visto il pronto raddoppio sul portatore di palla effettuato dagli indiavolati avversari, spesso in grado di portare anche tre uomini sul Kaká di turno.
Per sbloccare il risultato occorrono al Brasile qualcosa come 55', un'enormità vista la differenza che intercorre tra le due squadre sulla carta, ma non sul campo. A sbrogliare l'intricatissima matassa difensiva nordcoreana ci pensa Maicon, che prende d'infilata la retroguardia (come in occasione del raddoppio di Elano, contrassegnato da un gran pallone di Robinho) e buca Ri Myong-Guk sul primo palo. Dunga, intanto, si toglie il capriccio di testare una sfiziosa catena di destra composta da Maicon e Daniel Alves (più avanti il terzino del Barça). Nel finale c'è gloria per Ji Yun-Nam e la Corea del Nord tutta, perché il «nonno» del gruppo con i suoi 33 anni suonati s'infila nell'area brasiliana e supera Julio Cesar: applausi.
Di indicazioni da questa partita non mi pare se ne possano ricavare molte: la Corea del Nord è una squadra ben disposta tatticamente cui sei mesi di preparazione dedicata esclusivamente al Mondiale hanno fatto bene, e che magari riuscirà anche a togliersi qualche altra soddisfazione contro Portogallo e Costa d'Avorio, ma di un eventuale passaggio del turno non mi pare si possa parlare nemmeno in tono ironico. Nulla di nuovo sotto il sole verdeoro, con il consueto pragmatismo (sì, ma solo da quando in panchina siede Dunga) in bella mostra, anche se l'ostacolo non era certo dei più adatti per verificare l'effettiva competitività della Seleção meno brasiliana della storia.

ANTONIO GIUSTO

Fonte: Blog Mondiali di Calcio 2010

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