martedì 1 febbraio 2011

Pazzo Inter amalo



Cosa potrà mai venir fuori dall’incontro tra un Pazzo (Giampaolo Pazzini) e la Pazza (Inter) se non una pazza partita? Palermo in doppio vantaggio a San Siro con Miccoli e Nocerino, poi Giampaolo Pazzini da Pescia (in provincia di Pistoia, dov’è nato il 2 agosto 1984) indossa la maglia numero 7 ed entra in campo. Rizzoli fischia l’inizio della ripresa, lui va a posizionarsi al centro dell’area di rigore e dopo 11 minuti riceve spalle alla porta, si gira ed infila Sirigu: 1-2. 73′ sul cronometro, e Pazzini incorna sul primo palo: parità, e pensare che Pastore si è appena fatto parare un rigore da Júlio César. Il 3-2, risultato da manicomio, lo firma Eto’o su rigore, procurato dall’incontenibile Pazzini. Chiamate la neuro!

Eppure Giampaolo Pazzini, cui quel soprannome è stato affibbiato per pura assonanza, è tutto fuorché pazzo. Posato, in campo e fuori, il suo nome compare più spesso nei tabellini alla voce «marcatori» che sui giornali di gossip, e le «cassanate» le ha sempre lasciate al suo – ormai ex – partner d’attacco in blucerchiato. Entrambi si ritrovano ora a Milano, su sponde opposte però: Cassano ha scelto il Milan, mentre Pazzini è tornato ad abbinare nero ed azzurro, come accadeva negli esordi atalantini. Da Monsummano Terme, e dal Margine Coperta, sua prima squadra, spicca il volo verso Bergamo a quattordici anni, con la benedizione di papà Romano (27 gol in C con la Pistoiese nel ’58-59) e mamma Manuela, fiduciosi che il minore dei tre fratelli Pazzini possa ripercorrere le orme del primogenito Patrizio, anche lui protagonista in C nei primi anni novanta con Poggibonsi e Siracusa.

Giampaolo, che concilia calcio e studio con ottimi risultati, al punto da diplomarsi in ragioneria con 96, assaggia anche l’azzurro, dimostrando subito una certa avversione nei confronti degli inglesi: il 22 aprile 2001, Europeo Under 16 disputato proprio in terra d’Albione, segna una doppietta contro i padroni di casa a Bramall Lane, casa dello Sheffield United. Prove generali di quanto accadrà sei anni più tardi, il 24 marzo 2007, quando Pazzini segna una tripletta nel nuovo Wembley con la maglia dell’Under 21 azzurra, marcando la prima rete dopo appena 28 secondi.

Tra questi due avvenimenti, quasi sei anni di tempo. Nel mezzo, la vittoria nell’Europeo Under 19 del 2003 (di quella squadra, allenata da Berrettini, facevano parte anche Chiellini e Aquilani), l’esordio con l’Atalanta (7 settembre 2003, Atalanta-Venezia 0-0), il primo gol tra i professionisti (contro l’Albinoleffe, nel derby bergamasco, a una settimana dal debutto), la promozione in Serie A, la Fiorentina nel gennaio 2005, la panchina dietro Toni e Gilardino, la Sampdoria (ancora a gennaio, nel 2009) e gli assist di Cassano, l’esordio con gol in Nazionale (28 marzo 2009, contro il Montenegro), i deludenti Mondiali sudafricani e la cocente esclusione dalla Champions League patita sul finire dell’estate. Ora c’è l’Inter, punto d’arrivo e di partenza: Pazzini vuole far impazzire di gioia i suoi nuovi tifosi, e se il buongiorno si vede dal mattino c’è da giurare che le cliniche psichiatriche milanesi faranno affari d’oro.

Antonio Giusto

Fonte: Guerin Sportivo.it

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