Come Del Piero, ma col piede sinistro. Davide Moscardelli offre un indigesto babà al Napoli: il suo stupendo gol, sommato all’altrettanto bella segnatura di Sardo, interrompe la corsa di un Napoli lanciato all’inseguimento del Milan. Mentre il capocannoniere del campionato Cavani rimane a secco, lui raggiunge quota cinque gol. E che gol. Gli basta un quarto d’ora per segnare il primo, contro il Catania: debuttante nella massima serie a trent’anni compiuti, ma con la voglia di un ragazzino. Infatti dopo una settimana si ripete, contro il Genoa a Marassi, dando il via alla rimonta che permetterà ai «Mussi» di volare in cima alla classifica. Poi una pausa, più che un digiuno, ed il fragoroso ritorno al gol contro l’Inter campione di tutto: rimpiazza Pellissier al 24′ del secondo tempo e sigla il 2-0 che manda al tappeto i nerazzurri.
Moscardelli, tornato ad esultare dopo oltre due mesi, ha una fame da lupi. Anzi, da Lupa. Sulla «spiaggia» del Bentegodi divora anche la Roma, insaccando il pallone dell’1-2 (finirà 2-2). Poi si porta le mani al volto e fa mestamente ritorno verso il centro del campo: sa di averla fatta grossa.
Nato a Mons, in Belgio, il 3 febbraio 1980, Davide Moscardelli è cresciuto a Tor de’ Cenci come uomo e nelle giovanili della Roma come calciatore. Svezzato da Bruno Conti, la cui partita d’addio vide un piccolo Moscardelli per la prima volta sugli spalti dell’Olimpico, fu costretto a lasciare Trigoria perché giudicato troppo gracile. Lui non demorde, e nel 1997 inizia la scalata verso il calcio che conta da Maccarese, frazione di Fiumicino, la cui squadra milita nel Girone A della Promozione Laziale. Moscardelli è praticamente un bambino, ed i suoi due gol (in 13 partite) non bastano per evitare la retrocessione della squadra, ripescata però al termine del campionato. Due anni più tardi la Maccarese arriva seconda in campionato, alle spalle del Tanas Casalotti, e si guadagna un posto in Eccellenza. Per Moscardelli ci sono otto gol in 31 partite, e la chiamata dell’ambizioso Guidonia, che domina il campionato ma rischia di veder sfumare una promozione acquisita sul campo proprio a causa del neoacquisto, in campo per 14 partite pur dovendo ancora scontare una squalifica risalente alla precedente stagione: penalizzati di 14 punti, poi ridotti a 10, i giallorossi si ritrovano a disputare i play-off nazionali. Sentendosi responsabile dell’accaduto, Moscardelli si fa perdonare segnando una doppietta in finale contro gli umbri del Deruta, raggiungendo quota 22 gol e attirando su di sé l’attenzione di diversi club professionistici. La spunta la Sangiovannese, e Moscardelli ripaga la fiducia riposta in lui segnando 15 volte nel girone B della C2 2002-03. Altro doppio salto di categoria, e Serie B con le maglie di Triestina, Rimini, Cesena e Piacenza, dove arriva per espressa volontà di Pioli che – evidentemente soddisfatto del suo rendimento – lo richiede anche quando siede sulla panchina del Chievo.
Adesso Moscardelli corona il sogno di affrontare la «sua» Roma, punisce l’Inter pigliatutto e sgambetta un Napoli che insegue lo scudetto, godendosi un meritatissimo premio dopo anni ed anni di dura gavetta.
Antonio Giusto
Fonte: Guerin Sportivo.it
1 commento:
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Chissà quanti Moscardelli ci sono in giro che però arrivano tardi al grande calcio ( o non arrivano proprio )per colpa delle società che prediligono spesso il giocatore straniero...ciao!
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