lunedì 19 settembre 2011

Calcio d'angolo - Se Roma piange, Milano non ride‏

Massimiliano Allegri - Milan (Getty Images)

Centottanta minuti di campionato non bastano per dar vita ad una classifica sensata, ma un interessante spunto riescono comunque ad offrirlo. Non in vetta, bensì nelle retrovie: Milano e Roma, complessivamente, hanno totalizzato la miseria di quattro punti in otto partite, frutto di un doppio pareggio, per giunta nel duplice incrocio, Milan-Lazio e poi Inter-Roma. Il contorno del punticino varia, a seconda della città e del colore del tifo: i capitolini hanno visto violare l'Olimpico in due occasioni, Cagliari - capolista - e Genoa, mentre le milanesi sono tornate a bocca asciutta dalle insidiose trasferte meridionali di Palermo e Napoli. Identico quindi l'avvio, ma le sue cause ed il prosieguo del campionato sono e saranno di certo differenti.

Per il Milan innanzitutto, la cui partenza stentata non avrebbe dovuto sorprendere i calciofili. Una marea d'infortuni, e poi le squadre di Allegri hanno notoriamente bisogno di qualche settimana prima di carburare: cinque sconfitte consecutive all'esordio sulla panchina del Cagliari nel 2008, un pareggio e tre K.O. un anno più tardi, quindi - escluso il 4-0 rifilato al Lecce nella prima giornata - la sconfitta cesenate e due pareggi al debutto rossonero. Insomma, tra un mese o forse anche prima, ci ritroveremo a celebrare nuovamente le gesta dei rossoneri, che nonostante la batosta subita da Cavani rimangono i più plausibili candidati allo scudetto.

Sull'altra sponda dei Navigli, invece, la situazione è diametralmente opposta: il pareggio strappato alla Roma ha regalato a Gasperini il primo punto sulla nuova panchina. Dopo tre sconfitte. Il caos interista, palesatosi anche in Europa contro i turchi del Trabzonspor (sconfitti in casa dal tutt'altro che temibile Büyükşehir Belediyesi di Istanbul nel turno di campionato successivo allo storico mercoledì di Champions League) non lascia presagire nulla di buono per un campionato che, se le cose non dovessero cambiare, difficilmente verrà concluso sotto la guida di Gasperini.

Neppure nella capitale la situazione è delle più rosee. La Lazio, dopo aver annichilito il Rabotnički in agosto ed essersi ritrovata in vantaggio di due gol a San Siro dopo 21 minuti nella partita inaugurale, ha rallentato contro il Vaslui in Europa League, prima d'inciampare all'Olimpico contro un grintoso Genoa. Reja mugugna, ma il suo dirimpettaio Luis Enrique non può certo stare allegro: dopo lo sgambetto europeo subito dallo Slovan Bratislava, ecco il solito Daniele Conti in gol contro chi l'ha svezzato - suo padre Bruno, ma anche la stessa Roma, seppur in senso esclusivamente calcistico - ed un'ennesima sconfitta.
Il riscatto, però, è possibile per entrambe, e se dalla Lazio ci si può legittimamente attendere quantomeno la conquista di un posto in Europa, alla Roma di Luis Enrique viene semplicemente chiesto di mettere in pratica il proprio, ambiziosissimo progetto. L'augurio è che ci riesca, ma la mia sensazione - purtroppo - è che il tecnico spagnolo non avrà neppure la possibilità di conoscere le prelibatezze della cucina italiana. In special modo il panettone.


Antonio Giusto

Fonte: Goal.com

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