Che il buon giorno si veda dal mattino è tutto da verificare, ma noi calciofili non possiamo che augurarcelo. Pronti, via: trentatré minuti di Serie A, quattro gol, con tante grazie a Milan e Lazio per lo spettacolo offerto. E gli spunti di riflessione, ovviamente, si sprecano. Dalle sbavature di Nesta, cui qualcuno consiglierà - ottusamente - di appendere il prima possibile gli scarpini al chiodo, al gol di Klose, cui sono bastati 12 minuti appena per eguagliare il bottino di reti fatto registrare nell'intera Bundesliga 2010-11. Poi l'infido 4-2-3-1 pensato da Reja, con Cissé all'ala per disorientare Abate e l'intera difesa rossonera, i piedacci di Lulić, la ritrovata vena di un Cassano galvanizzato dalla maglia azzurra.
Ma la questione più interessante l'ha sollevata Fabio Caressa, mentre si fregava le mani ammirando la partita: questo campionato, che a detta dell'UEFA vale meno di Premier League, Liga e Bundesliga, e rischia di venir scavalcato anche da Ligue 1 e Primeira Liga, potrebbe - e dovrebbe - regalarci almeno un calcio d'attacco, e conseguentemente lo spettacolo di cui la massima serie era da tempo orfana. Detto di Milan e Lazio, squadre votate all'offesa come ampiamente dimostrato dall'avvincente esordio, grandi e non della penisola si apprestano - chi più, chi meno - a dimenticare il vecchio adagio «primo non prenderle».
Gasperini ed il suo arrembante 3-4-3, con Sneijder e tre attaccanti veri (Forlán, Zárate e Milito, con Pazzini prima alternativa) si augura di ripetere quanto di buono fatto sulla sponda rossoblu di Genova. A Torino, invece, Conte predica il 4-2-4: un mediano che guardi le spalle a Pirlo, due ali ed altrettante punte. La Roma, con Luis Enrique che pensa blaugrana, non poteva esimersi dal 4-3-3, con tre punte strette - non necessariamente Totti più altri due, perché le natiche del capitano assaggeranno la panchina più spesso del solito - e due incursori, oltre a De Rossi. Nulla di nuovo, invece, per Mazzarri: il suo Napoli riconferma il 3-4-2-1, con Pandev e Santana portati in dote dal mercato per far rifiatare Cavani, Lavezzi e Hamšík. Scorrendo la griglia di partenza, balza all'occhio il tridente della Fiorentina, ed ancor più quello cesenate: Giampaolo, che in teoria lotta per salvarsi, punta forte su Mutu, cui affiancare Éder, Ghezzal, Martinez, Bogdani o il promettente Malonga per completare il trio d'attacco, alla cui ispirazione sarà deputato Candreva, senza dimenticare il riconfermato Parolo (5 gol nella scorsa stagione).
Per chi non l'avesse capito, mi auguro un campionato avvincente, ricco di gol e colpi di scena. E pronostico il Cesena come rivelazione stagionale.
Antonio Giusto
Fonte: Goal.com
2 commenti:
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Anche a me intriga il Cesena, l'unica incognita è Giampaolo, un allenatore che nelle ultime stagioni mi ha dato la sensazione di essere un difensivista, i romagnoli per esplodere dovranno essere propositivi...ciao!
L'incognita cesenate, per me, ha invece nome e cognome: Adrian Mutu. Il rischio che mandi in frantumi lo spogliatoio a causa di stipendio ed atteggiamenti è sempre più concreto.
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