Il volto di Palombo, sfigurato dal più profondo dolore calcistico, è destinato a popolare gli incubi dei tifosi blucerchiati. La retrocessione della Sampdoria, impensabile all’alba di una stagione incominciata sulle note della Champions League, è senza dubbio l’evento di giornata. Al dramma doriano, però, fa da contraltare l’impresa del Lecce. Doppia, perché conquistare la salvezza in casa dell’odiato Bari è un’impresa da tramandare ai posteri; ed il gol del salentinissimo Miccoli è la ciliegina su una torta al gusto di Serie A.
Lo chef si chiama Jedaias Capucho Neves, ma sono sufficienti le prime quattro lettere per identificarlo. Impresa affatto ardua, eppure la difesa del Bari se l’è perso in due occasioni, che il brasiliano ha sfruttato nel migliore dei modi: di testa, poi con il destro e l’involontaria collaborazione di Andrea Masiello. Che, per uno strano intreccio del destino, è nato nella città in cui il calcio italiano ha scoperto Jeda: Viareggio.
Era il febbraio 2000, fine ventesimo secolo, e da Santarém (stato del Pará, Brasile settentrionale) questo ragazzo parte per cercare fortuna in Italia. Gioca nel Campinas, guidato da Careca che lo paragona a Romario, e segna cinque gol in un Torneo di Viareggio che vedrà la sua squadra terminare al terzo posto dopo aver sconfitto l’Inter nella finale di consolazione.
Inter, Juventus (che l’avrebbe prestato al Lecce) e Milan s’interessano concretamente al giocatore, salvo poi lasciar perdere. Evidentemente, hanno sentito puzza di bruciato: il passaporto comunitario di Jeda è infatti falso, lui si becca un anno – poi ridotto – di squalifica da scontare con il Vicenza. Dove inizia il suo personalissimo giro d’Italia, le cui tappe successive saranno: Siena, Palermo, Piacenza, Catania, Crotone, Rimini, Cagliari e dal 31 agosto 2010 Lecce. E mentre Contador vince in volata in al Giro con la «G» maiuscola, Jeda lo emula vincendo la volata salvezza.
1 commento:
GRANDE CAPUCHO.....DOPO UN ANNO PIENO DI SFIGHE HAI SAPUTO RISALIRE ANCORA UNA VOLTA A GALLA...MERITI UNA GRANDE, NON è MAI TROPPO TARDI.
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