Nel biennio trascorso in Italia, mai José Mourinho aveva conosciuto la sconfitta casalinga: 38 partite, vittoria o pareggio, nessun’altra opzione contemplata. Da Inter-Catania 2-1 del 13 settembre 2008 ad Inter-Chievo 4-3 del 9 maggio 2010 nessun calciatore italiano era stato capace di uscire da San Siro con i tre punti in saccoccia. Poi sulla panchina nerazzurra si è seduto Rafa Benítez, e l’imbattibilità casalinga è andata a farsi friggere nel derby d’andata, perso 1-0. Nel frattempo, José da Setúbal ha scelto Madrid e il Real Madrid. Ovviamente, la striscia d’imbattibilità è proseguita al Bernabéu: 14 partite e altrettante vittorie, fino al 2 aprile, quando Miguel de las Cuevas ed il suo Sporting Gijón la interrompono dopo oltre 9 anni e 150 partite (125 vittorie, 25 pareggi). Infranto il tabù, a Saragozza si son detti: e se ci provassimo anche noi? Ci hanno provato, e ci sono anche riusciti, guidati da Ángel Lafita: due gol ed un rigore procurato.
In campo per 64 minuti, prima di lasciare il posto a Pintér, c’era anche un italiano. Maurizio Lanzaro, il primo azzurro – anche se l’azzurro non l’ha mai assaggiato, limitandosi all’azzurrino delle varie selezioni giovanili – a vincere in casa di Mourinho. Al secondo tentativo, però: il 22 marzo 2009 guidava la difesa della Reggina, uscita sconfitta 3-0 da San Siro. Lui, che di Reggio Calabria è cittadino onorario dal 27 maggio 2007 in segno di riconoscimento per la clamorosa salvezza ottenuta nonostante gli 11 punti di penalizzazione nel 2006-07, è riuscito a togliersi questo sfizio. Col brivido, perché un suo intervento su Kaká stava per costare carissimo al Saragozza di Aguirre, un triennio sulla panchina dell’Atlético Madrid che avrà reso ancor più succulenta la vittoria. Per fortuna di entrambi, l’arbitro Ayza Gámez ha lasciato proseguire, e adesso sia Lanzaro che Aguirre che Matteo Contini, l’altro italiano d’Aragona, possono tirare un sospiro di sollievo guardando la classifica, che vede il Saragozza quasi salvo a quota 39.
Una salvezza che sarebbe l’ennesima in carriera per questo difensore nato ad Avellino il 14 marzo ’82, esattamente tre mesi prima che l’Italia incominciasse il proprio cammino nel mondiale spagnolo pareggiando 0-0 contro la Polonia al «Balaídos» di Vigo. E se al Celta, momentaneamente terzo in Segunda División, riuscirà il salto nella Liga, allora Lanzaro avrà l’occasione di giocare in quello stadio per un curioso intreccio del calcio e della vita.
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