Morto un Papa, se ne fa un altro. Così dice il proverbio, e così proverà a fare il Milan, che dopo la cessione di Kaká ha prescelto Pato per la sostituzione. Il «conclave» rossonero dovrà però fare i conti con il Chelsea, seriamente intenzionato a metter le mani sul Papero.
Nel nuovo Milan non cambierà solo la stella, muteranno una marea di cose, in primis il capitano: dopo venticinque anni di onorata carriera Paolo Maldini ha deciso di appendere le scarpe al chiodo, lasciando in eredità la fascia a Gattuso, che pare aver soppiantato Ambrosini, il quale probabilmente paga la grana-contratto. Novità anche in panchina, dove Mr. Carletto ha detto «bye bye» dopo otto anni e 420 partite da allenatore del Diavolo: al suo posto siederà Leonardo (con Tassotti vice), alla primissima esperienza in panchina.
La rifondazione milanista prenderà il via con l’acquisto di Dzeko, lungagnone bosniaco per cui qualcuno ha azzardato un paragone con van Basten. Non si tratterà del nuovo «Cigno di Ultrecht», ma bisogna ammettere che il fresco campione di Germania (con annesso titolo di MVP del campionato) può vantare un repertorio di tutto rispetto: destro, sinistro, testa, acrobazia… ed il bottino dell’ultima stagione lo testimonia: 26 gol, dei quali 20 segnati da gennaio a maggio. Sul fronte acquisti, poi, potrebbe arrivare un centrale di difesa (Mexes, nel caso in cui Nesta, che sta però lanciando ottimi segnali, non dovesse riuscire a tornare in campo), quasi sicuramente un terzino (Juan del Flamengo, pupillo di Leonardo?) ed eventualmente un regista (Hernanes) nel caso in cui Pirlo dovesse cedere alle lusinghe del Chelsea, che fa la corte anche a Seedorf. Da segnalare anche il definitivo ingresso in squadra di Thiago Silva.
Sul piano del gioco, non dovrebbe cambiare molto: nella conferenza stampa di presentazione il neotecnico Leonardo ha dichiarato che l’unica, sostanziale innovazione riguarderà la preparazione, che verrà impostata sul lavoro con la palla, come fa Mourinho, per intenderci. Tutto ciò è finalizzato all’ambizioso progetto di gioco dell’uomo da Niterói, che punta ad emulare il Brasile 1982, per lui «la squadra più bella mai vista giocare». Il modulo di gioco resterà invariato, stavolta però il consueto 4-3-1-2 vedrà Ronaldinho ad ispirare Pato e Dzeko.
Nel nuovo Milan non cambierà solo la stella, muteranno una marea di cose, in primis il capitano: dopo venticinque anni di onorata carriera Paolo Maldini ha deciso di appendere le scarpe al chiodo, lasciando in eredità la fascia a Gattuso, che pare aver soppiantato Ambrosini, il quale probabilmente paga la grana-contratto. Novità anche in panchina, dove Mr. Carletto ha detto «bye bye» dopo otto anni e 420 partite da allenatore del Diavolo: al suo posto siederà Leonardo (con Tassotti vice), alla primissima esperienza in panchina.
La rifondazione milanista prenderà il via con l’acquisto di Dzeko, lungagnone bosniaco per cui qualcuno ha azzardato un paragone con van Basten. Non si tratterà del nuovo «Cigno di Ultrecht», ma bisogna ammettere che il fresco campione di Germania (con annesso titolo di MVP del campionato) può vantare un repertorio di tutto rispetto: destro, sinistro, testa, acrobazia… ed il bottino dell’ultima stagione lo testimonia: 26 gol, dei quali 20 segnati da gennaio a maggio. Sul fronte acquisti, poi, potrebbe arrivare un centrale di difesa (Mexes, nel caso in cui Nesta, che sta però lanciando ottimi segnali, non dovesse riuscire a tornare in campo), quasi sicuramente un terzino (Juan del Flamengo, pupillo di Leonardo?) ed eventualmente un regista (Hernanes) nel caso in cui Pirlo dovesse cedere alle lusinghe del Chelsea, che fa la corte anche a Seedorf. Da segnalare anche il definitivo ingresso in squadra di Thiago Silva.
Sul piano del gioco, non dovrebbe cambiare molto: nella conferenza stampa di presentazione il neotecnico Leonardo ha dichiarato che l’unica, sostanziale innovazione riguarderà la preparazione, che verrà impostata sul lavoro con la palla, come fa Mourinho, per intenderci. Tutto ciò è finalizzato all’ambizioso progetto di gioco dell’uomo da Niterói, che punta ad emulare il Brasile 1982, per lui «la squadra più bella mai vista giocare». Il modulo di gioco resterà invariato, stavolta però il consueto 4-3-1-2 vedrà Ronaldinho ad ispirare Pato e Dzeko.
2 commenti:
dida? nesta? ambrosini? dzeko?
Dida fino al ritorno di Abbiati; Nesta se torna un calciatore; Ambrosini perché è quanto di meglio ha il Milan in quel ruolo; Dzeko perché al prossimo rilancio del Milan il Wofsburg acconsentirà alla cessione.
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