L'Italia chiude un disastroso 2010 sotto la pioggia di Klagenfurt. Imbottita di giovani, la squadra di Prandelli palesa un'ovvia mancanza d'intesa: ben quattro esordienti (Ledesma, Balzaretti, Diamanti e Ranocchia) in campo dal primo minuto, ed una dose di gioventù tale da affidare a Giuseppe Rossi, forte di «addirittura» 17 presenze in Nazionale, la fascia di capitano.
COSA VA - I componenti della vecchia guardia sopravvissuti al taglio di Prandelli continuano a ripagare la fiducia del CT. Pirlo è di un'altra pasta rispetto a Ledesma, ed i muscoli di De Rossi sono fondamentali per reggere l'urto di qualsiasi avversario. Quagliarella è fondamentale in occasione dell'autogol di Marica, mentre Gilardino scaraventa in rete il pallone dell'1-1 pur partendo in posizione irregolare. Che poi si ricomponga la coppia composta da Ranocchia e Bonucci al centro della retroguardia è, oltre che un riconoscimento delle indubbie potenzialità dei due, un omaggio - seppur tardivo - allo spumeggiante Bari ammirato nel corso della passata stagione. Santon sulla destra ha peccato d'inesperienza in occasione del cartellino giallo rimediato poco prima di lasciare il campo, ma ha ottenuto comunque la piena sufficienza.
COSA NON VA - Bocciato il rombo a centrocampo, almeno in quest'ottica volta a privilegiare la classe. Qualcuno che faccia legna a centrocampo è necessario, e se quel qualcuno è Daniele De Rossi, che al gran lavoro d'interdizione abbina capacità fisiche e tecniche al di sopra della media, tenerlo in panchina è impossibile. Ledesma e Diamanti, quasi paralizzati dall'emozione - il primo - e dalla febbre - il secondo - si sono limitati a svolgere un compito non richiestogli: mai una sventagliata, mai un dribbling, ma un tentativo dalla distanza. Balotelli e Rossi, poi, paiono male assortiti: pur essendo fisicamente differenti, entrambi preferiscono partire da lontano anziché attendere il pallone spalle alla porta. Con un boa vera come Gilardino le cose, difatti, sono sensibilmente migliorate.
TOP&FLOP - Quagliarella e Pirlo sono risultati decisivi, mentre l'emozione ha giocato un brutto tiro a Ledesma e Diamanti. Aquilani non s'è espresso sui livelli juventini, lo stesso dicasi per un Mauri apparso differente dal trascinatore della Lazio.
CONSIGLI PER IL MISTER - Il troppo storpia, caro Cesare. Sperimentare è lecito, anzi doveroso, però mandare allo sbaraglio una squadra priva d'amalgama non ha alcun senso. L'integrazione degli elementi più meritevoli dovrebbe avvenire gradualmente, inserendoli in un mosaico ormai prossimo al compimento, non certo scaraventadoli su un'impalcatura traballante.
IL FUTURO - Il 9 febbraio del prossimo anno ci attende un Germania-Italia che evoca dolcissimi ricordi, dallo storico 4-3 «messicano» all'altrettanto importante 2-0 datato 2006. Stavolta non ci giocheremo né l'accesso alla finale di Coppa del Mondo, né tantomeno la Coppa del Mondo stessa come avvenuto al «Bernabéu» di Madrid l'11 luglio 1982, ma sarà certamente una sfida emozionante.
Antonio Giusto
Fonte: Goal.com
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