L'1-0 partorito dall'andata londinese è tanto bugiardo quanto ribaltabile, per quest'Udinese. Perché Guidolin, in barba alle cessioni di Zapata, Inler e Sánchez è riuscito - come prevedibile - ad assemblare un undici di tutto rispetto, ma soprattutto perché dell'Arsenal rimane ormai poco o nulla. Definitivamente seppellita la squadra degli «Invincibili», quelli capaci di trionfare in Premier League nel 2003-04 senza conoscere l'onta della sconfitta, con la cessione di Kolo Touré al Manchester City nel 2009, e passando per i tanti «saranno famosi» transitati di recente all'Emirates, rimane ora a disposizione dello squalificato Wenger una squadra che alle nostre latitudini disputerebbe - senza dubbio con ottimi risultati - il Campionato Primavera.
Contro il rivoluzionato Liverpool - che, a proposito, m'intriga moltissimo - in campo è scesa una banda di sbarbati: il solo Arshavin aveva già soffiato su trenta candeline tutte in una volta, e la quantità di neomaggiorenni in campo era - per la concezione calcistica italiana - oltremodo preoccupante. Jenkinson, Frimpong e Miquel sono venuti al mondo nel 1992, due anni più tardi di Ramsey, Lansbury e Szczęsny. Tutti assieme in campo, facevano sembrare Walcott (classe '89) un campione attempato. Di Nasri, nato a Marsiglia il 26 giugno 1987, meglio non parlare: non perché troppo vecchio, ma perché sedotto dai petrodollari del City e destinato a non giocare la gara di ritorno.
L'occasione è ghiotta, per un'Udinese che - una volta tanto - sarà la squadra con l'età media più alta: stavolta, toccherà ai friulani rubare le caramelle ai bambini dell'Arsenal, ma non è detto che si tratti di un'impresa semplice.
1 commento:
www.pianetasamp.blogspot.com
Davvero un peccato se l'Udinese non riuscisse a spuntarla, sono convinto se all'Emirates ci fosse stata una valida spalla a Di Natale il golletto sarebbe venuto fuori...ciao!
Posta un commento